(ANSA) - REGGIO CALABRIA , 15 APR - L'azione dei magistrati ormai mette in discussione a Reggio Calabria non soltanto il potere delle cosche, ma quella ''zona grigia'', i cosiddetti ''colletti bianchi'', che da sempre con la 'ndrangheta forma un potere occulto e solido. Uno spaccato che la Dda reggina sta approfondendo anche per accertare la veridicita' delle dichiarazioni fatte dal boss pentito Nino Lo Giudice circa contatti anche con magistrati. Lo Giudice, nelle dichiarazioni che ha fatto al Procuratore Giuseppe Pignatone ed all'aggiunto, Michele Prestipino, e poi ai magistrati di Catanzaro che lo hanno sentito sulle bombe e le intimidazioni ai magistrati reggini, ha fatto alcuni nomi. Ed oggi, in conferenza stampa a Reggio Calabria , si e' parlato, di due magistrati, il procuratore nazionale antimafia aggiunto Alberto Cisterna ed il sostituto procuratore generale Franco Mollace, che non sono indagati. Di loro parla il fratello di Nino Lo Giudice, Luciano, vero capo della cosca. Le intercettazioni che compaiono nell'ordinanza svelano tra l'altro che Luciano Lo Giudice minacciava di pentirsi, per ottenere favori dopo il suo arresto, e voleva parlare con Cisterna, indicato come l' avvocato di Roma. ''Se parlo - dice in un'intercettazione - esco io e ne entrano 100 , 99 della Questura e anche qualche magistrato pure''. Rapporti veri o millantati? Sara' il prosieguo dell'inchiesta a chiarire quanto di vero e di falso ci sia nel racconto di Lo Giudice. Per il momento restano tutti i dubbi di un'inchiesta che ha un'unica certezza: si lascera' dietro una scia di ulteriori veleni in un clima torbido che determina forti contrasti e accentuate polemiche anche all'interno del mondo giudiziario. All'attenzione dei magistrati della Dda ci sono anche, in un'altra inchiesta, le condotte di un ex magistrato di Reggio Calabria , Franco Pontorieri, per molti anni presidente del Tribunale. Sarebbe lui il ''presidente'', come viene citato in alcune intercettazioni, che avrebbe tentato di fare ottenere, attraverso un suo intervento sul gip, la scarcerazione di Santi Zappala', l'ex consigliere regionale del Pdl arrestato il 21 dicembre scorso con l'accusa di essere stato eletto con il sostegno del boss della 'ndrangheta Giuseppe Pelle. Pontorieri ha negato di conoscere Zappala' e che ci sia stato qualsiasi riferimento a Zappala' in occasione di un incontro che ha avuto in un albergo di Reggio con il gip Roberto Carrelli Palombi che doveva pronunciarsi sull'istanza di scarcerazione di Zappala'. Circostanza smentita, pero', in una relazione dal gip. Alla scarcerazione di Zappala' si sarebbe interessato anche il cognato dell'ex consigliere regionale, Agatino Guglielmo, che e' un funzionario della Corte d'appello di Reggio Calabria .
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