Niente taglio ai mini-ospedali ma una revisione del rapporto tra abitanti e posti letto che entro il 30 novembre dovrà raggiungere lo standard di 3,7 per 1000 abitanti, arrivando a un taglio stimato in circa 18mila letti tra pubblico e privato accreditato, con una quota di pubblico ‘puro’ che deve essere “non inferiore al 40% del totale”. Inoltre revisione delle circoscrizioni giudiziarie e taglio dei tribunali. 26 miliardi di risparmi in tre anni e aumento dell’Iva di due punti percentuali evitato almeno fino a luglio 2013. Eccolo, in sintesi, il risultato del Consiglio dei ministri fiume, iniziato alle 18 e concluso oltre sette ore dopo, che ha approvato il decreto legge sulla spending review, pubblicato già oggi in Gazzetta ufficiale dopo la firma del presidente della Repubblica.
Il decreto approderà nell’aula della Camera il 31 luglio. “Prevediamo nelle prossime settimane – ha detto Monti in conferenza stampa – un terzo provvedimento sulle agevolazioni fiscali, la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base delle analisi effettuate da Amato e Giavazzi”.
Il presidente del Consiglio Monti e il commissario Enrico Bondi hanno spiegato che “non si tratta di tagli lineari” e che per gli acquisti sono state individuate e analizzate72 categorie di merce, sulla base del quale è stato estrapolato un benchmark di riferimento, così da allineare le amministrazioni meno virtuose a quelli più efficente. Il governo poi ha ringraziato i cittadini che hanno segnalato gli sprechi della pubblica amministrazione.
I NUMERI DEL DECRETO
Il provvedimento garantirà risparmi da 4,5 miliardi nel 2012, da 10,5 nel 2013 e da 11 nel 2014. Da qui stanziati due miliardi (uno nel 2013 e uno nel 2014) per la ricostruzione del terremoto in Emilia, Lombardia e Veneto. Confermati anche i fondi per salvaguardare altri 55.000 lavoratori ‘esodati’. L’importo complessivo è di 1,2 miliardi a partire dal 2014.
Ma gran parte dei fondi servirà ad evitare l’aumento dell’Iva. Il dl ottiene la sospensione sino al 30 giugno 2013 dell’incremento dell’Iva e riduzione dell’incremento dell’Iva a decorrere dall’anno 2014. Il provvedimento prevede l’eliminazione dell’ulteriore incremento di 0,5 punti dal 2014. “L’obiettivo – ha detto il viceministro Grilli è di riuscire a far sparire l’aumento dell’Iva e quindi di riuscire a trovare nelle prossime misure altri 6 miliardi”.
TAGLI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
-20% dirigenti, -10% altro personale e uffici più piccoli. Nella Pubblica amministrazione è previsto un taglio degli uffici dirigenziali di almeno il 20% e delle risorse destinate al personale non dirigenziali di almeno il 10%. Inoltre è prevista una riduzione dello spazio previsto per ogni impiegato: tra i 12 e i 20 metri quadrati a persona nei palazzi di nuova costruzione e tra i 20 e i 25 negli altri. Prevista anche la riduzione degli spazi degli archivi.
Buoni pasto. A decorrere dal 1° ottobre 2012 il valore dei buoni pasto attribuiti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione non può superare il valore nominale di 7 euro. Eventuali disposizioni normative e contrattuali più favorevoli cessano di avere applicazione a decorrere dal 1 ottobre 2012.
Obbligo di ferie e riposi. Le ferie e i riposi spettanti al personale, anche dirigenti, sono obbligatoriamente fruiti e in nessun caso “danno diritto alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi”.
Acquisti della Pa. Le pubbliche amministrazioni potranno “rescindere contratti di lungo periodo non più convenienti che dovessero risultare troppo onerosi” per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi. Nel decreto si prevede anche un rafforzamento di Consip, la società del ministero dell’Economia che ha per legge il ruolo di “centrale acquisti”, visto che – come risulta dall’analisi di Bondi – gli acquisti fatti in autonomia dalle amministrazioni sono meno convenienti di quelli attraverso Consip.
Eccessi di spesa e auto. Per i Ministeri e gli enti sono stati eliminati eccessi di spesa per 1,5 miliardi nel 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013. Taglio del 50% rispetto al 2011 per i fondi relativi al parco auto. Tra gli interventi la soppressione dell’Isvap e della Covip (saranno accorpate nell’Irvap) e di altri enti e società.
Locazioni ed edifici. Stop all’adeguamento degli affitti pagati dallo Stato e avvio della rinegoziazione delle locazioni per ridurre del 15% i canoni. Inoltre, si accelera la procedura di vendira degli alloggi di servizio di proprietà del ministero della difesa.
Personale in soprannumero. E’ prevista la “risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che, in base alla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore dell’ultima riforma introdotta dal decreto legge n. 201 del 2011, avrebbero ottenuto la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2014″. Questi individui avranno la pensione da subito ma riceveranno il trattamento di fine rapporto solo alla data in cui avrebbero maturato il diritto ad andare in pensione. Gli ulteriori dipendenti pubblici in esubero andranno in mobilità.
Consulenze. Stop alle consulenze per i dipendenti pubblici che andranno in pensione. Il viceministro Grilli parla di “una clausola di impedimento a dare consulenze al personale in quiescenza”.
Società pubbliche. Stretta sulle società pubbliche e su quelle in house. Previsto il taglio ai cda delle società a totale partecipazione pubblica: avranno solo tre membri.
Forze armate. La spending review del ministero della Difesa comporterà tagli di un miliardo di euro complessivi nel biennio 2013-2014, mezzo miliardo per anno. A questi si aggiungono i risparmi derivanti dalla cessione di tutti gli immobili della Difesa al fondo del demanio e dalla decurtazione del 10% del personale. Le Forze armate ridurranno il totale generale degli organici in misura non inferiore al 10%.
SCUOLA
Libri scolastici. Confermata, rispetto agli scorsi anni, la spesa di 103 milioni di euro per garantire l’acquisto di libri scolastici da distribuire gratuitamente agli studenti.
Scuole e atenei non statali. Saltano i fondi per scuole non statali, mentre 10 milioni vanno alle Università non statali, con un taglio del 50%. Sono le spese autorizzate per il 2013. È anche previsto un incremento di 90 milioni di euro per il Fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d’onore e l’erogazione delle borse di studio da ripartire tra le regioni.
Più visite fiscali. Trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni che consentiranno alle scuole di poter usufruire delle visite fiscali senza oneri finanziari e amministrativi.
Voti telematici. Da quest’anno la pagella sarà online, così come le iscrizioni alle istituzioni scolastiche (però per gli anni successivi), i registri dei professori e tutte le comunicazioni fra insegnanti e famiglie. Lo prevede la versione finale del dl sulla spending review.
Bidelli salvi. Salta la stretta sui bidelli delle scuole: nell’ultimo testo della spending review è cancellata la nornma che prevedeva che, a partire dal primo settembre del 2012 non ci saranno state altre immissioni nel ruolo di collaboratore scolastico finché il relativo personale a tempo indeterminato fosse stato ridotto al 50% dell’organico.
GIUSTIZIA
Tribunali. Soppressione di 37 tribunali e di 38 procure, cancellate le 220 sezioni distaccate esistenti in tutta Italia. Questo il contenuto del provvedimento in materia di revisione delle circoscrizioni giudiziarie messo a punto dal Guardasigilli Paola Severino e approvato dal Consiglio dei ministri. Nessun taglio agli organici: i dipendenti amministrativi e i magistrati saranno “redistribuiti sul territorio”.
Giudici di Pace. A questa riorganizzazione si aggiunge quella degli uffici dei Giudici di Pace che ha già portato all’individuazione di 674 sedi che saranno soppresse e rispetto alle quali è atteso il parere delle commissioni competenti.
Intercettazioni. Tagli ai costi delle intercettazioni con risparmi stimati per 20 milioni nel 2012. “Il ministero della Giustizia adotta misure volte alla razionalizzazione, rispettivamente, dei costi dei servizi di intercettazione telefonica – si legge in modo da assicurare risparmi non inferiori a 20 milioni di euro per l’anno 2012″.
Le cifre. La riduzione degli uffici giudiziari comporterà anche risparmi di spesa, pari a circa 2.889.597 Euro per il 2012, 17.337.581 Per il 2013 e 31.358.999 Per il 2014. I costi per questa operazione di razionalizzazione saranno di entità di gran lunga inferiore rispetto ai vantaggi e ai risparmi che si otterranno a regime e che connoteranno il sistema giudiziario per i prossimi decenni.
Il ministro. Per Paola Severino, “si è parlato di provvedimento legato alla spending review”, ma così non è “per un criterio cronologico e di origine: deriva dalla delega che aveva il precedente governo e che questo governo ha ereditato, una delega che consentiva la riorganizzazione dei tribunali e delle aree giudiziarie, per rendere efficiente giustizia anche attraverso la redistribuzione giudiziaria” con l’obiettivo di “mantenere in piedi solo quei presidi con dimensione necessaria e sufficiente a dare risultati”. Poi aggiunge: “Possono rimanere aperti i tribunali con un numero di magistrati da 20 a 28 magistrati ma solo se si trova in una zona di criminalità organizzata o il cui spostamento porterebbe dei disagi di trasporto”.
ENTI LOCALI
Province. Via all’accorpamento delle province, secondo due criteri: popolazione ed estensione. Il Consiglio dei ministri fisserà entro dieci giorni le soglie minime per la sopravvivenza di una provincia, per poi passare la palla agli enti locali. Il processo dovrebbe essere completato entro la fine del 2012. “Questo processo potrà portare presuntivamente ad un numero che si aggira intorno alle 50 province”, ha stimato il ministro Patroni Griffi. Saranno salve le province degli attuali capoluogo e entro il primo gennaio saranno istituite 10 città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. In questi casi saranno soppresse le province.
Trasferimenti a enti locali. Si riducono di 700 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro dal 2013 i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. Per i Comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per il 2012 e 2 miliardi di euro dal 2013. Per le Province la riduzione è di 500 milioni di euro per quest’anno e 1 miliardo di euro dal 2013.
SANITÀ
Liberato il campo dalla chiusura indiscriminata degli ospedali più piccoli, la riduzione dei posti letto, si legge nel decreto, “è a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 40 per cento del totale dei posti letto da ridurre ed è conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse. Nelle singole regioni, fino ad avvenuta realizzazione del processo di riduzione dei posti letto e delle corrispondenti unità operative complesse, è sospeso il conferimento o il rinnovo di incarichi ai sensi dell’articolo 15-septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni. Nell’ambito del processo di riduzione, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano operano una verifica, sotto il profilo assistenziale e gestionale, della funzionalità delle piccole strutture ospedaliere pubbliche, anche se funzionalmente e amministrativamente facenti parte di presidi ospedalieri articolati in più sedi, e promuovono l’ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno e dal ricovero diurno all’assistenza in regime ambulatoriale, favorendo l’assistenza residenziale e domiciliare”.
Confermato il taglio di tre miliardi di euro per il fondo sanitario nazionale nel 2012-2013, con un miliardo in meno quest’anno e due miliardi a decorrere dal 2013. “Il livello del fabbisogno del servizio sanitario nazionale e del correlato finanziamento, previsto dalla vigente legislazione – si legge nel testo – è ridotto di 1.000 milioni di euro per l’anno 2012 e di 2.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013″.
Tagliati del 5% gli appalti di fornitura di beni e servizi in sanità. “Gli importi e le connesse prestazioni relative a contratti in essere di appalto di servizi e di fornitura di beni e servizi – si legge nel testo – con esclusione degli acquisti dei farmaci, stipulati da aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale, sono ridotti del 5 per cento a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto per tutta la durata dei contratti medesimi; tale riduzione per la fornitura di dispositivi medici opera fino al 31 dicembre 2012″
Sulla spesa per i farmaci, il governo ha decisio un aumento dello sconto obbligatorio che farmacie (fino al 2014) ed aziende farmaceutiche ( solo per il 2012) praticano al Servizio sanitario nazionale. Per gli anni successivi saranno invece aggiornate le regole che prevedono un tetto di spesa per la farmaceutica territoriale e quella ospedaliera. Meccanismo simile per l’acquisto di dispositivi medici: per il resto del 2012 deciso un abbattimento del 5%, ma dal prossimo anno sarà fissato un tetto di spesa.
Prevista anche la riduzione dell’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati.
Fonte: repubblica.it