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sabato 24 dicembre 2011

La Vera Storia di Babbo Natale

Era una fredda notte d'inverno, fra gli anni 243 e 366 dopo Cristo, quando nell'antica Roma imperiale, amici e parenti si scambiarono le prime "stranae" per festeggiare il "dies natalis". Agli auguri di buona salute, si accompagnarono presto ricchi cesti di fruta e dolciumi, e poi doni di ogni tipo, perché la nascita di Gesù e, insieme, l'anniversario dell'ascesa al trono dell'Imperatore, divenissero il simbolo di una prosperità che avrebbe dovuto protrarsi per l'intero anno.
Passarono i secoli ed un bel giorno del 1800, il rito trovò la sua personificazione in un forte vecchio rubicondo dalla barba bianca, residente al Polo Nord dove, secondo la tradizione, aiutato da numerosi gnomi costruirebbe dei giocattoli da distribuire come doni durante la notte di Natale, con l'ausilio di una slitta trainata da renne volanti e passando attraverso i camini delle case.
Raggiunta una certa età, veniamo a conoscenza di una spiacevole realtà: Babbo Natale altro non è che un personaggio fantastico. Ma tale affermazione non è del tutto vera. Babbo Natale, o almeno un personaggio molto simile è realmente esistito; si tratta di San Nicola. Nato a Patara, in Turchia, da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra, in Lycia, nel IV secolo e forse partecipò al Concilio di Niceanel nel 325. Quando morì le sue spoglie, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087. In quest'anno infatti vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore.
Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella delle tre giovani poverissime destinate alla prostituzione. Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre figlie.
In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. Secondo altre leggende, questo santo sarebbe entrato in possesso di un oggetto mitico, il Sacro Graal, che, oltre ad essere responsabile della sua capacità di "produrre in abbondanza" da regalare, fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa GregorioVII. In ogno caso San Nicola divenne nella fantasia popolare "portatore di doni", compito eseguito grazie ad un asinello nella notte del 6 dicembre (S. Nicola, appunto) o addirittura nella notte di natale.
Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne importato in America dagli immigrati come Santa Claus, la cui traduzione in italiano è solitamente Babbo Natale. Oggi, però, Babbo Natale ha perso ogni connotazione religiosa e grazie all'inventiva dei pubblicitari di una nota bevanda, la Coca Cola, statunitense divenne il vecchietto vestito di rosso che conosciamo. Negli USA è addirittura nata un'associazione che sostiene la sua esistenza e ne ricerca le prove, la Institute of Scientific Santacluasism.  

fonte: http://www.miocarobabbonatale.it/storia.html

Storia del Natale




Già mille e più anni prima della apparizione della cometa gli uomini celebravano la mezzanotte del 25 dicembre come un momento misterioso, santo, pieno di significazioni e ricco di fascino e di speranze.
Cinque secoli prima di S.Luca e di S.Matteo, sulle sponde del Nilo, in una grande festa notturna chiamata il Natale di Horus, un grido si levava: -Esultate! La Vergine ha partorito, la Luce rinasce!-
-Studio collettivo di un gruppo di giovani piadenesi -

BIBLIOTECA POPOLARE DI PIADENA
n.1 - DICEMBRE 1957

L'idea di questo studio collettivo nacque la settimana precedente il Natale, in una delle nostre familiari serate dedicate alla cultura e trovò subito il consenso di tutti.
Il nostro lavoro non fu facile, specialmente quando si trattò di riassumere l'abbondante materiale storiografico in un breve, organico e chiaro testo accessibile a tutti. Ma ci sorresse l'entusiasmo di servire la verità, di vedere coi nostri occhi al fondo delle cose e di dare agli altri il frutto delle nostre ricerche.
Noi dedichiamo questo libretto a tutti i giovani che intristiscono nell'ignavia e nella rassegnazione del conformismo.






Origine del Natale




Dalle ore zero del giorno 21 dicembre di ogni anno le giornate cominciano ad allungarsi. L'asse terrestre, nell'emisfero settentrionale, comincia a modificare la sua inclinazione rispetto al sole: l'inverno è al suo culmine, da quel momento si va verso la nuova stagione, comincia la primavera astronomica. L'eterno ritmo della natura, dopo averci fatto toccare il fondo delle giornate oscure e fredde, ci riconduce nuovamente verso la stagione del sole e della vita.

Per gli antichi questo giorno, che chiamavano il solstizio d'inverno, cadeva il 25 dicembre e lo si celebrava con una festa ricca di strani significati.
Tracce di celebrazioni "natalizie" legate a queste vicende cosmiche, alla nascita cioè dell'anno nuovo, si trovano intorno alla data del 25 dicembre, presso le primitive religioni persiane, fenice,siriane, peruviane, messicane, indù.
Come lo festeggiavano gli antichi
Nella Persia antica il solstizio invernale era celebrato cantando l'inno che narrava la nascita del mondo.
In Alessandria d'Egitto esso ebbe la sua più completa espressione, prima dell'era cristiana, nella grande festa del Natale di Horus. Le statue della dea madre Iside, col piccolo in grembo o attaccato al seno, venivano portate in processione di notte verso i campi al lume delle torce.
C'è nella versione greca il testo delle acclamazioni che la folla rivolgeva all'immagine, nonché la serie delle invocazioni che si cantavano durante la processione, le cosiddette "litanie di Iside" la cui perfetta concordanza con le attuali litanie della Madonna non può non stupire.
Iside era chiamata "stella mattutina", "stella del mare", "porta del cielo", "sede della sapienza".
In Roma pagana lo stesso significato avevano le feste d'inverno che si celebravano due o tre secoli prima della nascita di Cristo, note con il nome di Saturnali o feste di Saturno.
I Saturnali romani avevano inizio il giorno 19 dicembre e di prolungavano fino al successivo 25.
Erano feste di gioia, di rinnovamento, di speranza per il futuro e in tale occasione si rinnovavano i contratti agrari.
Nel corso dell'ultimo cinquantennio precedente la nascita di Cristo, a Roma fu introdotto il culto del Dio Sole, introdotto probabilmente dalle legioni reclutate in Siria e dagli schiavi orientali. Il primo Dio solare di Roma fu Deus Sol Elagabalus, il secondo dio solare fu Sol Invictus, poi succedettero Sol Invictus Elagabalus e Sol Invictus Mithras.






Come la festa pagana diventò cristiana




Il Cristianesimo inserì nelle proprie concezioni religiose tradizioni popolari preesistenti, e fu così che il giorno natalizio del dio solare e agricolo dell'Egitto e della Persia, cadente nel solstizio d'inverno, diventò il Natale cristiano: la statua di Iside che allatta Horus diventò quella della Madonna che allatta il sacro Bambino.

Non fu facile, però, perché utilizzare la data del 25 dicembre significava mettersi in contrasto col racconto evangelico di S.Luca, il più completo sull'argomento, il quale narrando di pastori che passano la notte all'aperto evocava piuttosto un ambiente primaverile, che non il freddo periodo invernale. Poi c'era la precedente tradizione cristiana che fissava la nascita di Cristo in un giorno di primavera: Clemente di Alessandria l'aveva stabilita il 19 aprile, altri padri della Chiesa il 18 aprile, altri ancora il 29 maggio e il 28 marzo.
Fu dopo molte discussioni ed esitazioni che i vescovi di Roma scelsero il 25 dicembre.






Il calcolo dei Vescovi


La data del 25 dicembre fu ricavata calcolando gli anni di Cristo a ritroso, partendo cioè dalla cifra "magica" di 33, quanti sono gli anni che il figlio di Dio avrebbe trascorso sulla terra. Essendo stata fissata in precedenza la morte di Cristo al 25 marzo, presumendo dunque che essa fosse caduta 33 anni esatti dopo la sua incarnazione, che quindi veniva fissata anch'essa a un 25 marzo, la nascita non poteva essere avvenuta che nove mesi dopo la sua incarnazione nel ventre di Maria e precisamente il 25 dicembre.






Il Natale oggi




La festa della Natività di Gesù, il Natale, quale lo conosciamo oggi, è divenuta la maggior festa ufficiale della cristianità solo in tempo relativamente recente.

Le sue prime tracce come festività cristiana si incontrano solo intorno al terzo secolo dopo Cristo e il suo definitivo affermarsi solo a metà del quarto secolo.
L'osservanza della festa natalizia fu introdotta in Antiochia solo verso il 375 dopo Cristo e in Alessandria solo dopo il 430.
Questa è la storia del Natale. E' una storia bella, poetica, creata dagli uomini per far posto a un poco di speranza e di letizia anche nel cuore dell'inverno più duro, quando sembra che tutto sia morto e sterile e invece il seme comincia a germinare nella terra e ha inizio la rivoluzione delle stagioni e la rapida, felice corsa dei giorni verso la fioritura di primavera.
La nascita di Gesù, dal Vangelo di S.Matteo
La nascita di Gesù Cristo avvenne così: Maria, sua madre, sposata a Giuseppe, prima che fossero insieme, si scoperse incinta di Spirito Santo. Ora Giuseppe, marito di lei, essendo giusto e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente. Mentre egli stava in questo pensiero, ecco un angelo del Signore gli apparve in sogno dicendo: - Giuseppe, figlio di David, non esitare a prender Maria in tua consorte; invero quel ch'è nato in lei, è da Spirito Santo. Partorirà un figliolo, cui porrai nome Gesù; perché egli libererà il suo popolo dai loro peccati.
E tutto ciò avvenne affinché s'adempisse quanto fu detto dal Signore per bocca del profeta: "Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figliuolo e per nome lo chiameranno Emanuele: che s'interpreta "Dio con noi". Scossosi Giuseppe dal sonno, fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua consorte. Ed egli non la conobbe fin tanto che partorì il suo figlio primogenito e lo chiamò per nome Gesù.






Nascita di Gesù, dal vangelo di S. Luca




In quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto per fare il censimento di tutto l'Impero. Questo primo censimento fu fatto mentre Cirino era preside della Siria.

E andavano tutti a dare il nome, ognuno alla sua città. Anche Giuseppe andò a Nazaret di Galilea, alla città di David, chiamata Betlem, in Giudea, per esser lui del casato e famiglia di David, a dare il nome, insieme con Maria a lui sposata in moglie, la quale era incinta. E avvenne che, mentre ivi si trovavano, si compì per lei il tempo del parto; e partorì il figlio suo primogenito, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia, perché non trovarono posto nell'albergo. E nello stesso paese c'erano dei pastori che pernottavano all'aperto e facevano la guardia al loro gregge. Ed ecco, apparve innanzi ad essi un angelo del Signore e la gloria del Signore rifulse su loro e sbigottirono per gran timore. E l'angelo disse loro:- Non temete, che eccomi a recarvi l'annunzio di grande allegrezza la quale sarà per tutto il popolo; infatti oggi v'è nato un Salvatore che è Cristo Signore, nella città di David. Questo per voi è il segnale: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia.
E a un tratto si raccolse presso l'angelo una schiera della milizia celeste che lodava Dio dicendo:-Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà-.
E poi che gli angeli si furono ritirati da essi verso il cielo, i pastori presero a dir tra loro:-Andiamo sino a Betlem a veder quant'è accaduto, come il Signore ci ha manifestato-.
E andarono di buon passo e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino giacente nella mangiatoia. E vistolo, si persuasero di quanto era stato detto loro di quel bambino. E quanti ne sentirono parlare, stupirono delle cose riferite loro dai pastori. Maria poi riteneva tutte queste cose, collegandole in cuor suo. E i pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quel che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Infanzia e adolescenza di Gesù (da "La vita di Gesù" di Ernesto Renan)
Gesù nacque a Nazareth, piccola città della Galilea, che non conobbe alcuna celebrità prima di lui. In tutta la sua vita egli venne designato con nome di Nazareno e solo a fatica la leggenda riuscì a farlo nascere a Betlemme. Si ignora la data esatta della sua nascita; avvenne sotto il regno di Augusto, verso l'anno 750 di Roma, probabilmente qualche anno avanti il primo dell'era che tutti i popoli civili fanno decorrere dal giorno della sua nascita. Il nome impostogli di Gesù è un'alterazione di Josuè, nome assai comune…
Egli proveniva dal popolo. Giuseppe suo padre e Maria sua madre erano gente di mediocre condizione, artigiani che vivevano del loro lavoro, in quello stato comunissimo in Oriente, né agiato né misero. Era quasi inutile il privilegio del ricco dato che il vivere semplicissimo di quei paesi non lasciava avvertire la necessità del confortevole: così tutti si trovavano in condizione di povertà volontaria…
La famiglia era molto numerosa: forse c'erano stati più matrimoni invece di uno. Gesù aveva fratelli e sorelle, e pare che fosse il maggiore. Tutti sono rimasti sconosciuti; infatti sembra che i quattro personaggi che vengono dati come suoi fratelli dei quali uno almeno, Jacopo, ebbe una grande importanza nei primi anni dello svolgimento del cristianesimo, fossero suoi cugini germani.
Maria aveva una sorella chiamata anch'essa Maria, che si sposò ad un certo Alfeo o Cleofa (questi nomi sembrano indicare una sola persona) e fu madre di parecchi figli, i quali sostennero un ruolo molto importante tra i primi discepoli di Gesù. Mentre i suoi vari fratelli gli si opponevano, questi cugini germani divennero fedeli del giovane Maestro e presero il titolo di "fratelli del Signore". 
I veri fratelli di Gesù, come del resto la loro madre, non divennero importanti che dopo la morte di lui. E sembra che neppure allora venissero considerati quanto i loro cugini che si erano convertiti molto più spontaneamente ed erano dotati di temperamenti più spiccati ed originali. Il loro nome era così oscuro che quando l'evangelista mette in bocca a gente di Nazareth l'enumerazione dei fratelli secondo natura, come primi nomi si presentano alla sua mente quelli dei figli di Cleofa.
Le sorelle di Gesù si sposarono a Nazareth. Qui egli trascorse l'adolescenza. Nazareth era una piccola cittadina posta in una piccola valle che si apriva sulla vetta di quel gruppo di montagne che cinge a settentrione la pianura di Esdrelon. Il freddo nell'inverno era acuto, molto sano il clima. Come tutte le borgate giudee di quel tempo, Nazareth era un gruppo di casupole fabbricate senza decoro, dall'aspetto povero e arido. Eppure le sue case ineleganti non erano sgradevoli alla vista…









Bibliografia




Le notizie del presente studio sono state tratte dai Vangeli di S.Luca e di S.Matteo, da "La vita di Gesù" di Renan, dal Dizionario Enciclopedico Moderno "Labor" e da pubblicazioni con la consulenza di Raffaele Pettazzoni, professore di Storia delle Religioni all'Università di Roma e di Ambrogio Donini, docente di Storia del Cristianesimo all'Università di Roma.


Dizionario




Antiochia: città della Turchia ritenuta per vastità e numero di abitanti (oltre 300.000) la maggiore città dell'Oriente antico e una delle più importanti del mondo. Ad essa affluivano mercanti dalla Persia, dalla Mesopotamia, dall'India e dalla Cina. Quando la Siria divenne provincia romana, ne fu la capitale. Nel 637 cadde in potere degli Srabi e poi dei Turchi, ai quali venne tolta dai Crociati dopo 5 mesi di assedio (1098).

Fu così capitale di un principato cristiano per 170 anni, poi cadde di nuovo sotto i Turchi che la devastarono. Fu sede di una delle sette Chiese cristiane primitive, visitata da S.Pietro e da S.Paolo.Asse terrestre: retta immaginaria terminante ai poli, intorno alla quale la Terra compie il moto diurno, girando intorno a se stessa da ponente a levante,
Clemente di Alessandria: fondatore della Chiesa Alessandrina, uno dei Padri della Chiesa. Santo (150-217). Cercò di mettere il cristianesimo in armonia con la filosofia platonica. Come poeta cristiano è noto soprattutto per l'Inno al Redentore.Conformisti: coloro che in qualsiasi campo, per quieto vivere, seguono la dottrina di chi comanda.Cosmo: (dal greco kosmos, che vale ordine) Universo, in quanto armonia.Emisfero settentrionale: metà dello sferoide terrestre, a nord dell'equatore.Hor: Dio giovanile dell'antico Egitto, simbolo del Sole che nasce, considerato in seguito figlio di Iside e Osiride e più tardi come Dio del silenzio. Era rappresentato in figura di falco.Iside: Dea egiziana, la sola che avesse culto in tutto l' Egitto. Madre di Horus, fu invocata come maga nelle malattie; alle sue lacrime erano attribuite le benefiche inondazioni del Nilo.Ignavia: Pigrizia, inerzia, viltà.S.Luca: nato in Antiochia, medico e compagno di S.Paolo nella propagazione e nell'organizzazione della primitiva Chiesa cristiana, autore del terzo "Vangelo canonico" e degli "Atti degli Apostoli"S.Matteo: nato a Cafarnao, in Galilea, uno dei 12 apostoli; seguì Gesù abbandonando la professione di pubblicano (gabelliere). Scrisse il primo dei Vangeli verso il 60-70 in ebraico-aramaico. E' patrono degli agenti delle imposte.Rivoluzione: movimento di un astro intorno ad un altro, secondo un'orbita. Essendo l'asse terrestre inclinato, il moto di rivoluzione terrestre determina la diversa durata del dì e della notte e l'avvicendarsi delle stagioni.Saturnali: le più popolari e diffuse feste religiose presso gli antichi Romani, corrispondenti per l'epoca annuale (17-23 dicembre) al ciclo delle nostre feste natalizie e, per il loro carattere al nostro carnevale. Si celebravano in onore di Saturno che aveva instaurato nel Lazio l'abbondanza e l'eguaglianza fra gli uomini. Quei tempi felici si rievocavano con l'astensione dal lavoro, con banchetti, doni e godimenti di ogni genere.Saturno: Dio del benessere agricolo nell'antica Roma.
Solstizio invernale: il nucleo più antico che sta al fondo di tutte le leggende natalizie, quello che gli uomini avevano identificato già migliaia di anni prima della nascita di Cristo, è certamente costituito dal significato astronomico della giornata del solstizio invernale.
Il solstizio d'inverno è il giorno in cui il nostro emisfero, superato il punto di maggior distanza dal sole, riprende il cammino verso la buona stagione. E' dunque il giorno in cui nasce e si inizia qualcosaz di tanto importante come il ciclo che porterà presto alla nascita del fiore e del frutto.Tradizione: Usi e costumi passati di generazione in generazione.


Last News Calabria

'NDRANGHETA:PENTITA,FIGLIO BOSS PESCE TENTO'SEQUESTRO MOGLIE REATO CONTESTATO DA PM DURANTE UDIENZA PROCESSO A PALMI (ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 23 DIC - Francesco Pesce, figlio del boss Salvatore, nel 2006 tento' di sequestrare la moglie, Ilaria La Torre, che lo aveva lasciato recandosi, insieme ad altre tre persone, armati di un kalashnikov, di una pistola e di un fucile, a casa dei genitori della ragazza. Ilaria La Torre si salvo' pero' dal sequestro perche' si era rifugiata altrove. E' quanto emerge dai verbali della nuove dichiarazioni della pentita Giuseppina Pesce, sorella di Francesco, depositati dal pm Alessandra Cerreti nel processo alla cosca Pesce in corso a Palmi. Sulla base delle nuove affermazioni della pentita sono state formulate agli imputati nuove imputazioni. Giuseppina Pesce, infatti, ha parlato anche di una rapina compiuta dalla cosca capeggiata dal padre Salvatore in una gioielleria di Rosarno nel febbraio del 2005. Il pm Cerreti ha contestato nuove accuse anche ad un altro imputato del processo, Domenico Varra', impiegato del Comune di Rosarno. Secondo il pm, tra l'altro, Varra' avrebbe fornito ai Pesce moduli prestampati del Comune di Rosarno che sarebbero stati falsificati per certificare rapporti di parentela inesistenti per consentire l'autorizzazione ai colloqui in carcere.


'NDRANGHETA: MANAGER ASSOLTI, "SU DI NOI MARCHIO INGIUSTO" (AGI) - Reggio Calabria, 23 dic. - Piero Morabito, Santo Emilio Caridi, Domenico Latella, Roberto Mittiga e Domenico Pangallo, coinvolti nell'inchiesta "Onorata sanita'" in qualita' di manager di aziende sanitarie ed ospedaliere, assolti ieri in appello con formula piena dall'accusa di aver favorito interessi mafiosi, commentano la loro vicenda giudiziaria riguardante l'accreditamento e la contrattualizzazione della clinica Villa Anya, quale Residenza Sanitaria Assistenziale. "Aveva gia' destato sorpresa, - scrivono - la sentenza di primo grado, allorche', pur nel turbine di risultati di indagini allarmanti e suggestive, gli imputati e le difese, non si erano risparmiati, nell'esibizione di documenti, deposizioni, argomenti e testimonianze, dimostrando la completa estraneita' dei manager imputati, che avrebbero dovuto consentire al GUP Ramondino, un esame ed un giudizio piu' sereni e confacenti alla realta' ed alla verita', per come, puntualmente, e' stato rilevato dal Procuratore Generale ed in seguito dalla sentenza dell'Organo Collegiale di secondo grado. In primis, l'errore che gli amministratori denunciano a piena voce e' l'inopportunita', sottolineata anche dal Procuratore Generale e recepita dalla Sentenza, di avere creato una erronea e pericolosa commistione tra fatti ed ipotesi di ordine mafioso, con fatti ed ipotesi di ordine amministrativo. In particolare - continuano - offende e ferisce il nome dato all'operazione "Onorata Sanita'" che', cosi' restando, con la sua ironia, dimostratasi inopportuna ed erronea, lascerebbe un ingiusto marchio su tutta la Sanita' reggina che, invece, pur con la risaputa insufficienza di risorse e con qualche immancabile inconveniente, ha operato con enorme spirito di sacrificio nell'ambito di un ambiente che, purtroppo, resta ancora difficile malgrado lo spiegamento di forze ed il proclamato impegno delle istituzioni. La sentenza, -proseguono - conseguenza degli atti e dei documenti prodotti nel corso di questi quattro "lunghi" anni, dimostra chiaramente che la Sanita' reggina degli anni 2004 e 2005, puo' essere, eventualmente, onorata dai suoi collaudati Amministratori e Dirigenti senza il bisogno di ricorrere a fonti anomale. Del resto anche il lungo Commissariamento e le severe verifiche cui e' stata sottoposta l'ASL, non sembra abbiano dato risultati che possano smentirci".La sentenza d'appello, inoltre, - scrivono - dovrebbe servire da monito per qualcuno che ha espresso pubblicamente la propria errata opinione, offrendola come verita' assoluta e conclamata ai cittadini, senza conoscere fatti, persone e documenti, e senza attendere esiti definitivi; qualcuno che ha come attivita' principale quella di "opinionista", che pur di comparire non si lascia scappare alcuna occasione per cavalcare l'onda di fatti a forte impatto mediatico, non essendo in grado di esercitare con serieta' il proprio ruolo". "Questa esperienza e la sentenza di assoluzione della Corte di Appello - affermano i manager - ci fornisce, nonostante la nostra eta', un'importante lezione di vita e riguarda la garanzia che riesce ad offrire il nostro sistema giuridico col doppio grado di giudizio e il dovere di capire che anche un Magistrato puo' sbagliare senza, con cio', ipotizzare punizioni, ma ritenendo scontata la buona fede. In questa ottica - concludono - resta secondario ogni interesse all'immagine individuale che, certamente, non puo' essere costruita attraverso un solo episodio, sia di assoluzione che di condanna, ma resta costruita dal curriculum personale e dalla stima che ogni individuo si e' saputo guadagnare attraverso i suoi rapporti di lavoro ed interpersonali nel corso di un'intera vita".

Sportal: Esclusiva - Zeballos, sfida rossoblu

Zeballos, sfida rossoblu
Oltre al Genoa anche il Cagliari sul prolifico attaccante paraguaiano. "Destinazioni graditissime", commenta il suo agente, Alessandro Magni.
http://sport.it.msn.com/news/news431665.html

Cosenza: Concerto di Natale e auguri dipendenti

Sono disponibili sulla WebTV del Comune di Cosenza i filmati de:

a) Auguri del Sindaco Mario Occhiuto ai dipendenti del Comune di Cosenza con il messaggio rivolto a loro (video in HD di 9' 23") con il discorso del Sindaco al minuto 1'30"

http://webtv.comune.cosenza.it/2011/12/auguridipe.html

b) Concerto di Natale nel Duomo, video di 1h26'12" con discorso del Sindaco Occhiuto al minuto 53'30" ed il discorso di Mons. Nunnari al minuto 1h20'37"

http://webtv.comune.cosenza.it/2011/12/concertonatale.html

Cosenza: Museo dei Brettii aperto 25 e 26 dicembre e 1° gennaio

A Natale e Capodanno non solo pranzi e cenoni, ma anche opportunità di nutrire la mente.
Il Museo civico dei Brettii e degli Enotri, uniformandosi alle aperture straordinarie dei Musei nazionali calabresi e per garantire a cittadini e visitatori di passaggio in città la fruizione delle proprie collezioni, nei giorni di Natale, S. Stefano e Capodanno osserverà il seguente orario di apertura:

25 dicembre: dalle 15.30 alle 18.30;

26 dicembre: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30;

1 gennaio: dalle 15.30 alle 18.30.

Cosenza: “Il Villaggio degli Elfi “ a Città dei Ragazzi

Giovedì 22 dicembre a partire dalle ore 16.00, presso la Città dei Ragazzi del Comune di Cosenza, avrà luogo la grande festa di Natale “Il Villaggio degli Elfi”, iniziativa rivolta a bambini e ragazzi dai 4 anni in su.

L’appuntamento rientra nell’ambito de “Il Natale dei Bambini”, cartellone messo a punto dal Raggruppamento d’Imprese “La Città dei Ragazzi” (Cooperative “Cepros”, capofila, “Interzona”, “Promidea” e “La Cooperativa delle donne”) in collaborazione con il Comune di Cosenza, Assessorato alla Scuola e Città a misura di bambino e le ludoteche Comunali “Il Mondo di Oz”.

Durante la festa si svolgeranno contemporaneamente, all’interno dei diversi scrigni, attività ludico – laboratoriali: lo scrigno azzurro sarà sede dell’”Officina degli elfi”, con laboratori artistici e trucca elfo, lo scrigno rosso si trasformerà in “Elfilandia”, con giochi e dolcetti degli Elfi gentilmente offerti dallo sponsor Pasticceria Reda di  Cosenza, nello scrigno giallo, invece, i piccoli ospiti potranno inoltrarsi nel “Bosco dei Racconti e dei messaggi”, con letture animate e possibilità di essere i protagonisti di videomessaggi natalizi. E per concludere non mancherà, naturalmente, una divertente tombolata con premi gentilmente messi a disposizione dallo sponsor Centro Didattico Sauzullo di Cosenza.

Per ulteriori informazioni: Segreteria di Città dei Ragazzi T. 0984-1811533, cittadeiragazzi-cs@tiscali.it

Il segretario cittadino del PdCI reggino Ivan Tripodi, a Roma, ha personalmente espresso al Premio Oscar Roberto Benigni la profonda e incondizionata solidarietà per le ignobili e offensive frasi antisemite rivoltegli da Luigi Tuccio, assessore PDL del Comune di Reggio Calabria, il quale, nonostante la gravità dei fatti, non ha, ancora, sentito il dovere etico e morale di dimettersi dall’incarico istituzionale.

Ivan Tripodi ha raccontato a Benigni la bellissima manifestazione svoltasi a Reggio sabato scorso, durante la quale, l’artista, è stato, da assente, il protagonista assoluto.

Una manifestazione che è servita per ripulire la città di Reggio Calabria dalla terribile onta e macchia antisemita che non merita assolutamente e che, invece, ancora grava pesantemente sulla giunta comunale.

Al contrario, Reggio, la sua storia e il suo popolo sono assolutamente solidali e accoglienti.

Benigni ha ringraziato Tripodi e gli ha raccontato che questa vicenda ha fatto il giro del mondo.

Infatti, ha ricevuto attestati di solidarietà da ogni parte e, addirittura, anche da un'importante associazione degli Stati Uniti impegnata da sempre sul tema della lotta all'antisemitismo.

Il Premio Oscar Roberto Benigni ha affermato che, seppure egli non appartenga alla comunità ebraica, la definizione di “ebreo”, che gli è stata affibbiata con disprezzo dall’assessore reggino, lo “inorgoglisce profondamente”.

Infine, Benigni , confermando di essere un personaggio straordinario e ricco di umanità, con grande umiltà, ha detto, ringraziando ancora per quanto fatto da Tripodi,  che "ognuno ha bisogno del prossimo”.

Sul ricorso dei 16 lavoratori dell’Audit, il giudice ha concluso la fase cautelare d’urgenza non accordando il provvedimento d’urgenza richiesto dai ricorrenti. Gli stessi prenderanno servizio il prossimo 28 dicembre

Mercoledì 28 dicembre prenderanno servizio anche gli ultimi 16 lavoratori dell’Autorità di Audit che avevano fatto ricorso all’Autorità Giudiziaria Ordinaria, chiedendo anche l’adozione di una pronuncia cautelare d’urgenza finalizzata a sospendere il procedimento avviato e concluso dalla Regione Calabria. Il giudice adito - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale - ha infatti chiuso la fase cautelare d’urgenza senza accordare il provvedimento d’urgenza richiesto dai lavoratori ricorrenti. La Regione Calabria, con grande tempestività, ha scongiurato il pericolo della sospensione dei pagamenti minacciato dalla Commissione Europea, assicurando all’Autorità di Audit 34 funzionari (a fronte dei 24 che erano in servizio in precedenza) ed un coordinatore, con sicuro incremento quali-quantitativo dell’importante attività di controllo di II livello sulla spesa delle risorse comunitarie. La Giunta regionale, con deliberazione n. 418 di oggi, 23 settembre 2011, avente ad oggetto “Modifiche ed integrazioni alla deliberazione n. 397 del 01.09.2011”, ha demandato al Dipartimento “Organizzazione e Personale” l’approvazione e l’indizione delle procedure di selezione, nonché l’adozione di tutti gli atti necessari per l’assunzione a tempo pieno e determinato per un periodo di 36 mesi di 34 funzionari (categoria D3) ed un funzionario coordinatore (categoria D3), da assegnare alla struttura Autorità di Audit del P.O. Calabria FESR 2007-2013 – P.O. Calabria FSE 2007-2013. Il  Dipartimento “Organizzazione e Personale”, per ottemperare a quanto indicato dalla Giunta regionale, valutata la necessità di una rapida conclusione del processo selettivo, al fine di evitare la sospensione dei pagamenti da parte della Comunità europea, in tempi brevi, ha assicurato, con la massima trasparenza e correttezza procedimentale, l’assunzione dei lavoratori. Più precisamente, lo scorso 30 settembre, in appena 7 giorni, sono stati pubblicati gli avvisi di selezione pubblica, con scadenza del termine di presentazione delle domande fissata per il 15 ottobre,  fissando, inoltre, al 24 ottobre il periodo per acquisire le domande di partecipazione. Si è poi provveduto ad effettuare l’istruttoria delle 89 domande pervenute (80 candidature per la partecipazione alla selezione per i 34 posti di funzionari e 9 candidature per il posto da funzionario coordinatore). Le fase si è conclusa con l’adozione, il 31 ottobre, dei decreti del dirigente del settore giuridico di approvazione dell’elenco ammessi, ammessi con riserva ed esclusi, pubblicati lo stesso giorno sul sito web della Regione. Con decreto dell’8.11.2011 è stata nominata la Commissione Esaminatrice ed il 21 e 22 novembre sono stati effettuati i colloqui per 34 posti di funzionari; il 24 novembre sono stati effettuati i colloqui per un posto di funzionario coordinatore. Con decreti del 30.11.2011 sono state approvate le graduatorie dei vincitori per 34 funzionari ed un  funzionario coordinatore per l’autorità di Audit. I vincitori delle selezioni nei primi giorni del mese dicembre, dopo aver sottoscritto il contratto individuale di lavoro, hanno preso regolarmente servizio.

Adico: le news

Inflazione e tasse pesano, busta paga ferma da dieci anni
22 dicembre 2011
Le retribuzioni dei lavoratori italiani sono basse e tartassate. Negli ultimi 15 anni hanno perso terreno nei confronti internazionali. E la differenza tra i salari più ricchi e quelli più poveri è aumentata. Adesso, poi, con l’inflazione che ha ripreso a correre e con la stangata Monti appena decisa, la perdita di potere d’acquisto rischia di essere pesante. Partiamo dai raffronti con gli altri Paesi, utilizzando i dati 2010 dell’Ocse, l’organizzazione dei Paesi più industrializzati. L’Italia si colloca al 22esimo posto su 34 nella classifica dei salari netti: 25.155 dollari (19.350 euro al cambio di ieri). Mille euro in meno della media Ocse e quasi 4 mila in meno della media dell’Ue a 15. Nel Regno Unito la retribuzione netta è stata di 11 mila euro superiore a quella media italiana. In Germania hanno preso quasi 5 mila euro in più che da noi, in Francia 2 mila e perfino in Spagna ci hanno superato di circa 1.500 euro. L’Italia è comunque ultima per livello di salario netto tra i Paesi del G7.
Volete una spiegazione? Ce ne sono tante, ma una la fornisce la stessa Ocse, mettendo a confronto il livello di imposizione fiscale (tasse e contributi) sugli stipendi. L’Italia si colloca al quinto posto su 34, con un prelievo del 46,9% misurato sulla retribuzione media di un lavoratore single senza figli. Ci battono, nell’ordine, solo Belgio (55,4%), Francia (49,3%), Germania (49,1%) e Austria (47,9%). Invece, Spagna, Olanda e Danimarca stanno intorno al 38-39% e il Regno Unito al 32,7%. Se poi si mettesse a confronto il prelievo su un lavoratore con carichi familiari è probabile che la posizione dell’Italia peggiorerebbe, per esempio rispetto alla Francia che ha il Fisco col quoziente familiare.
Questa la fotografia attuale, ma la cosa che preoccupa di più, osserva Carlo Dell’Aringa, uno dei massimi esperti della materia, è che «negli ultimi 10-15 anni la posizione relativa dell’Italia è peggiorata. È aumentato cioè il divario rispetto a Regno Unito, Germania, Francia e Olanda. Il motivo è che la produttività è rimasta quasi ferma, mentre altrove è aumentata». Dal ’96 a oggi le retribuzioni lorde sono rimaste al palo. Scrive la Banca d’Italia nell’ultima relazione annuale: «Nel settore privato tra il 1996 e il 2010 le retribuzioni reali di fatto per unità di lavoro sono aumentate dello 0,7% all’anno, quelle contrattuali dello 0,4%». Ma nell’ultimo anno è venuta meno anche la tenuta rispetto all’inflazione ufficiale. Gli ultimi dati dell’Istat, riferiti al terzo trimestre del 2011 segnalano che nei confronti dello stesso periodo del 2010 le retribuzioni lorde sono aumentate dell’1,4%, cioè meno della metà rispetto ai prezzi (l’inflazione ha raggiunto il 3,3% a novembre). Inoltre, secondo l’Ires-Cgil guidato da Agostino Megale, il fiscal drag , cioè le maggiori imposte che si pagano per effetto dell’aumento nominale dei redditi, ha sottratto ai salari lordi più di 200 euro all’anno dal 2000 al 2010. E nel 2011, secondo l’Ires, uno stipendio medio perderà circa 260 euro di potere d’acquisto rispetto all’inflazione e 306 euro a causa del fiscal drag : in tutto 566 euro.
L’inflazione e il cosiddetto cuneo fiscale, dunque, hanno un peso nel far perdere terreno ai salari, già tradizionalmente bassi in Italia, a causa della struttura produttiva dominata dalle piccole e piccolissime imprese. Sempre l’Istat osserva che «i lavoratori dipendenti delle microimprese (meno di 10 addetti) percepiscono una retribuzione annua pro capite di 18,4 mila euro, il 65,6% di quella percepita in media dai dipendenti delle imprese con 250 addetti e oltre (28,1 mila euro). Il differenziale retributivo medio legato alla dimensione aziendale è riscontrabile in tutti i macrosettori di attività economica». Le imprese con più di 250 dipendenti sono appena 3.502 su un totale di 4,3 milioni. Quelle con meno di 10 addetti 4,1 milioni. La dimensione media delle aziende italiane è di 3,9 addetti. Il valore aggiunto pro capite nelle microaziende è di 24 mila euro, in quelle con più di 250 dipendenti è invece di 60 mila euro. Eccolo il legame tra salari e produttività.
A questa situazione di base, già svantaggiata, si somma una scarsa crescita della produttività, in parte riconducibile proprio al nanismo imprenditoriale, in parte ad altri fattori. Spiega Dell’Aringa: «Il basso andamento dei salari riflette a posteriori la dinamica della produttività. Si tratterebbe invece di legare retribuzioni e produttività ex ante, attraverso una contrattazione più efficiente. In altre parole, se i lavoratori, azienda per azienda, sanno che producendo di più guadagneranno di più, questo può innescare un comportamento virtuoso che farà crescere la produttività e quindi i salari». È un po’ quello che è successo in Germania e negli altri Paesi dove la contrattazione aziendale è sviluppata e c’è una maggiore partecipazione dei dipendenti ai risultati dell’impresa. Ci sono poi almeno altri due fattori che svantaggiano l’Italia nei confronti internazionali. 1) I maggiori costi dei servizi pubblici e privati alle imprese: dai trasporti alla giustizia, dall’elettricità alla burocrazia. 2) Un livello di istruzione della manodopera inferiore alla media dei Paesi Ocse e con una formazione spesso non in linea con le richieste delle imprese.
Per rimettere in moto la produttività bisogna quindi agire su più fronti, attraverso riforme strutturali, accompagnate da una contrattazione più moderna e partecipativa. Più produttività significa più salario. A patto però che il prelievo fiscale e contributivo non aumenti e che l’inflazione venga tenuta sotto controllo. Questo per la media dei lavoratori. Ma c’è un’emergenza che riguarda i precari e più in generale i poor workers , quelli con retribuzioni povere e instabili che si allontanano sempre più dai lavoratori più ricchi. Il salario medio del 10% più ricco nel nostro Paese, dice l’Ocse, è oltre 10 volte quello del 10% più povero: 49.300 euro contro 4.877, e il divario è aumentato rispetto agli anni Novanta, quando era di 8 a 1. Secondo il 12° Rapporto sulle retribuzioni in Italia 2011 di OD&M, effettuato elaborando le retribuzioni di un campione di 700 mila lavoratori, i dirigenti guadagno in media 106.886 euro lordi, i quadri 53.585, gli impiegati 27.009, gli operai 21.793. E, «con riferimento ai primi 6 mesi del 2011, solo i dirigenti hanno avuto un aumento del proprio potere d’acquisto».
Il problema dei poor workers, dice Dell’Aringa, va affrontato con decisione, facendo costare di più determinate forme di rapporto di lavoro abusate dalle aziende: «Mi riferisco alle false partite Iva, alle false collaborazioni e ai falsi stage. Bisogna aumentare i contributi sui lavori precari con un unico committente e forse bisogna pensare a un salario minimo. Eppoi, si devono mandare anche i carabinieri». Solo così le aziende non troveranno più conveniente mascherare dietro rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione quelli che sono invece lavoratori subordinati a tutti gli effetti. Eliminati gli abusi, bisogna «non toccare forme contrattuali che funzionano, come l’apprendistato, il lavoro interinale e i contratti a termine, che hanno tutte le garanzie del caso e spesso sono un trampolino verso i contratti a tempo indeterminato». Per questi ultimi, conclude Dell’Aringa, bisogna rilanciare la produttività, ridurre la differenza tra lordo e netto, tagliare quindi il cuneo fiscale e gli altri costi. Tra questi ultimi ci sono anche quelli dei licenziamenti. Ma tagliarli non è il toccasana.

Enrico Marro
fonte: il corriere.it



Il pacco di Natale lo fa SDA: decine di spedizioni perse in pochi giorni pronte le diffide e i consigli dell’ufficio legale di Adico
23 dicembre 2011
Gli avvocati: «Verificare le condizioni contrattuali e assicurare gli invii. Se si dimostra che si è perso un affare, maggiori margini per ottenere un risarcimento»
Il Natale i pacchi dono non solo li porta, ma li fa anche perdere. O meglio, a farli sparire nel nulla sono i corrieri, SDA in primis, stando alle decine di segnalazioni che sta ricevendo da alcune settimane a questa parte Adico Associazione Difesa Consumatori. Un problema purtroppo non nuovo ma che in periodi dell’anno come questo, in cui il traffico di pacchi spediti aumenta a dismisura, assume dimensioni a dir poco preoccupanti.
Ma cosa si può fare per evitare che si perda apparentemente nel nulla il regalo inviato a un parente dall’altro capo d’Italia, o quell’oggetto tanto desiderato e acquistato su un sito di e-commerce a prezzo stracciato? E chi invece il disservizio l’ha già subito, ha diritto a un rimborso e in alcuni casi anche a un risarcimento? L’ufficio legale di Adico si è messo al lavoro sul tema e ha alcuni suggerimenti da dare ai consumatori vittime di questi “pacchi fantasma”.
Le richieste di assistenza arrivate sulla scrivania dell’Associazione in questi giorni tratteggiano un problema dai tanti volti. Per restare solo ai soci del Veneziano, c’è chi il pacco da SDA l’ha ricevuto, ma vuoto: come B.V., 45 anni di Mestre, che ha accettato il pacco con riserva perché sembrava manomesso, e infatti una volta aperto non ha trovato traccia del contenuto (valore 110 euro) e non avendolo assicurato non ha ottenuto neanche il rimborso del costo di spedizione. Ancora più clamorosa la vicenda raccontata da P.B., 28 anni del Lido, che per colpa di SDA ha perso quasi 300 euro: «A novembre ho acquistato dell’abbigliamento online da un negoziante di cui ho piena fiducia: il pacco era molto voluminoso e appariscente, impossibile che passasse inosservato e forse è stata questa la mia sfortuna: il pacco è partito con SDA da Mantova il 25 novembre e poi se ne sono perse le tracce; sul loro sito risulta partito e nient’altro». E sono cadute nel vuoto anche le numerose telefonate al call center del corriere sia da parte della ragazza che del negoziante, con la pratica che quasi due mesi dopo è stata chiusa perché il pacco risulta perso.
I suggerimenti dell’ufficio legale di Adico sono diversi. Innanzitutto, procurarsi copia del contratto commerciale e leggerlo con attenzione, per verificare quali sono le condizioni in caso di danneggiamento o smarrimento e se l’assicurazione è inclusa nella tariffa di spedizione o è facoltativa, e quindi richiede un ulteriore esborso di denaro (nel caso di SDA, ad esempio, l’assicurazione va pagata a parte e chiesta esplicitamente). «E non si dimentichi che c’è libertà nella contrattazione, e quindi soprattutto se il valore della merce spedita è elevato si possono pattuire condizioni assicurative diverse, mettendo nero su bianco il valore di ciò che viene spedito: in questo modo si facilita la prova nel caso in cui il contenuto andasse smarrito e si volesse chiedere il rimborso della cifra pagata» precisano i legali. Più precisamente, la legge prevede che quando si stipula un contratto di trasporto, il vettore risponde di eventuali danni e il danno in caso di perdita si valuti in base al prezzo corrente delle cose trasportate: se, quindi, il corriere vuole rimborsarvi con poche decine di euro a fronte di un oggetto smarrito dal valore molto più elevato, e tale condizione contrattuale non era esplicitae c’è stata carenza di informazioni, si prefigura una condizione vessatoria e quindi la possibilità di procedere con una diffida.
Un po’ più facile è ottenere almeno il rimborso nel caso in cui la compravendita non sia tra due privati ma attraverso un negozio online o un sito di e-commerce, che si appoggia per tutte le spedizioni a un unico corriere espresso: «In questo caso se il pacco viene perso il venditore è assicurato e di solito rimborsa senza troppa fatica il cliente» spiegano ancora dall’ufficio legale dell’Associazione. Ma il semplice rimborso potrebbe non bastare a chi, con quell’acquisto, aveva fatto un vero e proprio affare. Basti pensare a un oggetto costoso che si trova in vendita online con un grosso sconto perché ultimo pezzo della serie: «In questi casi c’è il margine anche per chiedere un risarcimento diffidando il corriere – concludono gli avvocati di Adico – perché perdendo il pacco si è persa la chance di un acquisto vantaggioso che difficilmente si potrà riproporre altrove alle stesse condizioni. Questo però va dimostrato».
Gli uffici di Adico sono aperti anche durante le feste – da martedì 27 dicembre a venerdì 30 dicembre compresi e da lunedì 2 gennaio a giovedì 5 gennaio compresi – e l’ufficio legale è a disposizione per valutare i singoli casi di consumatori vittime di questi disservizi.
«Spesso si crede, sbagliando, che affidare il proprio pacco a un corriere espresso sia di per sé una garanzia di consegna sicura e puntuale, invece non è così – commenta il presidente di Adico Carlo Garofolini – e di fronte a un numero tanto abnorme di disservizi e alla loro gravità, anche il suggerimento di assicurare le proprie spedizioni ci risulta un ulteriore regalo a chi non controlla i propri dipendenti e non tutela il diritto base del consumatore, che è quello di poter godere di ciò che ha acquistato. A questo punto consigliamo a tutti di pensarci due volte prima di affidare una spedizione a SDA, perché il rischio di non avere mai quello che si è comprato è davvero alto. E oltre al danno c’è la beffa di non avere mai una risposta plausibile quando si chiede che fine abbiano fatto i pacchi, che di certo non si “perdono” come fossero le chiavi di casa. Nel caso in cui le segnalazioni continuino ad arrivare numerose, Adico non esclude la possibilità di avviare un’azione comune».