(di Igor Greganti) (ANSA) - MILANO, 24 NOV - Un'azienda milanese, con sedi sparse in tutta Italia, che contava fino a due anni fa quasi mille dipendenti e aveva un volume d'affari di oltre 13 milioni di euro, svuotata e trasformata nel giro di poco piu' di un anno in uno ''zombie'' dalla 'ndrangheta. E' la ''storia'' della Blue Call, impresa che gestiva call center per ''le primarie aziende italiane, anche nel settore delle telecomunicazioni'', e che ora e' stata posta sotto sequestro a causa dell'infiltrazione della criminalita' organizzata calabrese. Una vicenda che viene narrata passo passo nell'ordinanza firmata dal gip di Milano, Giuseppe Gennari, nell'ambito del blitz, condotto da polizia, carabinieri e Gdf, contro la cosca dei Bellocco che oggi ha portato a 23 arresti tra Calabria, Lombardia e Svizzera. Quasi 500 pagine di misura cautelare che rappresentano una sorta di 'summa' dell''effetto 'ndrangheta' sull'economia legale: la mafia calabrese, scrive il gip, ''non e' un socio di capitali, e' un virus che ha come unico scopo quello di impossessarsi della societa' e spolparla''. L'azienda, dopo il sequestro, e' stata affidata agli amministratori giudiziari. Dalle mani della mafia, dunque, a quelle dello Stato, che dovra' occuparsi, come ha sottolineato Ilda Boccassini, in primo luogo della tutela dei lavoratori. ''Ora verra' gestita dallo Stato, perche' 600 dipendenti non possono rimanere senza lavoro'', ha spiegato il capo della Dda di Milano. Nata nel 2008 con 87 addetti, la Blue Call (sede a Cernusco sul Naviglio, Milano) nel 2010 aveva gia' 872 lavoratori. E' proprio in quell'anno, quando il fatturato sfiora i 14 milioni di euro, che Umberto Bellocco, ''giovane rampollo'' di una delle piu' potenti famiglie della Piana di Gioia Tauro, decide di entrare coi suoi uomini nell'azienda, ''senza mettere un euro'', e in poco piu' di un anno, stando all'ordinanza, ne assume il controllo. I 'vecchi' titolari, gli imprenditori Andrea Ruffino, piemontese, e Tommaso Veltri, originario di Cosenza - finiti entrambi in carcere - non oppongono resistenza, ma anzi sono loro stessi, scrive il gip, a proporre ''il passaggio fittizio di quote ai calabresi''. In pratica, in questo caso ''l'infiltrazione e' in qualche modo gradita in quanto i soci espressione della 'ndrangheta assicurano protezione e difesa all'azienda da attacchi esterni provenienti da altri gruppi criminali. Questa - si legge ancora nell'ordinanza - e' la incredibile logica che porta l'imprenditore ad aprire le porte alla mafia''. Una storia ''emblematica della capacita' della 'ndrangheta di impossessarsi di aziende lecite, penetrando nel tessuto imprenditoriale come un virus''. E al termine di questo percorso, chiarisce il giudice, ''la bella s.r.l. e' ridotta ad uno zombie controllato da soggetti esterni''. Mentre, infatti, venivano mandati a casa, nel giro di due anni, 600 lavoratori (si passa da 872 a 272 addetti), ad amministrare la Blue Call c'era Michelangelo Belcastro (arrestato), una sorta di 'testa di legno' dei Bellocco: ''in fondo - conclude il gip - doveva solo scaldare la sedia, cercando di non addormentarsi, e mettere le firme dove gli dicevano di metterle''.
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sabato 24 novembre 2012
SCONTRO TRENO-FURGONE: FS, PASSAGGIO A LIVELLO PRIVATO
(AGI) - Roma, 24 nov. - Il treno regionale 3753 Sibari-Reggio Calabria, che viaggiava in orario, ha urtato questo pomeriggio, alle 17.15, - informa un comunicato delle Ferrovie dello Stato - contro un furgoncino che occupava indebitamente il binario all'altezza del passaggio a livello privato posto al km 155+849 della linea Metaponto - Reggio Calabria, nella tratta tra Rossano e Mirto Crosia. Nell'impatto sono decedute le 6 persone a bordo dell'automezzo, nessuna conseguenza invece per i viaggiatori presenti a bordo del convoglio, ne' per il macchinista ne' per il capotreno. "Il treno regionale 3753 Sibari Reggio Calabria e' scritto nella nota - che viaggiava in orario, ha impattato questo pomeriggio, alle 17.15, contro un furgoncino che occupava indebitamente il binario all'altezza del passaggio a livello privato posto al km 155+849 della linea Metaponto-Reggio Calabria, nella tratta tra Rossano e Mirto Crosia". "Nell'impatto - prosegue la nota - sono decedute le 6 persone a bordo dell'automezzo, nessuna conseguenza invece per i viaggiatori presenti a bordo del convoglio, ne' per il macchinista ne' per il capotreno".
TRENO CONTRO FURGONE: SI VALUTANO TRE IPOTESI
(ANSA) - ROMA, 24 NOV - Per chiarire la dinamica dello scontro tra un treno regionale e una monovolume, avvenuto oggi in Calabria, nel quale sono morte sei persone, gli investigatori stanno valutando tre ipotesi: che l'attraversamento ferroviario - una cancellata, e non il tradizionale passaggio a livello con le sbarre - fosse aperto o non assicurato con una chiusura adeguata; che sia stato forzato per raggiungere l'altra parte dei binari, evitando in tal modo un giro molto piu' lungo; o che il gruppo avesse le chiavi per aprire la cancellata. Particolari sull'accaduto potranno essere forniti dal proprietario del fondo che aveva in affidamento l'attraversamento ferroviario.
TRENO TRAVOLGE FURGONE: SEI MORTI IN CALABRIA
(ANSA) - ROSSANO (COSENZA), 24 NOV - Un furgone e' stato travolto stasera da un treno nella zona di Rossano. Secondo le prima notizie, ci sono sei morti. - Secondo una prima ricostruzione, il furgone e' passato sui binari in un punto dove c'e' un attraversamento privato. A bordo ci sarebbe stato il proprietario di un terreno ed alcuni lavoratori di nazionalità romena impiegati nella raccolta di clementine. Al momento non e' stato ancora accertato se tra le vittime vi sia anche il macchinista del treno.
Secondo quanto si apprende da fonti delle Ferrovie dello Stato, nell'incidente avvenuto oggi in Calabria, nel quale sono morte sei persone, ne' il personale ferroviario, ne' i passeggeri che erano a bordo del treno regionale - circa una decina - hanno riportato conseguenze. Le vittime, dunque, erano tutte a bordo della Fiat Multipla.
FLI:ANGELA NAPOLI LASCIA PARTITO, BOCCHINO LESO MIA DIGNITA' SBRICIOLATI TUTTI I PRINCIPI SU CUI FONDATA NASCITA PARTITO
(ANSA) - CATANZARO, 24 NOV - La deputata Angela Napoli lascia Futuro e liberta', partito del quale e' stata uno dei fondatori e del quale era coordinatrice regionale della Calabria. ''E' una decisione che ho preso in primo luogo - ha detto Napoli incontrando i giornalisti - per il comportamento del vicepresidente del partito, Italo Bocchino, che ho ritenuto lesivo della mia dignita' e di quella dei numerosi iscritti e militanti calabresi''. ''Una volta - ha aggiunto - Bocchino e' venuto in Calabria ad avallare l'ingresso di Futuro e liberta' nell'Amministrazione provinciale di Crotone contro il mio consenso e contro quello della maggioranza del coordinamento regionale del partito. Nello stesso giorno, inoltre, e' andato a Reggio a fare una conferenza stampa insieme al presidente della Regione, Scopelliti, quando era stata gia' insediata la Commissione d'accesso nel Comune''. Secondo Angela Napoli, inoltre, ''ieri lo stesso Bocchino ha di nuovo allungato la mano all'ex ministro Alfano dicendogli che ci si puo' ricompattare all'insegna delle legalita'. Lo stesso Alfano ha avallato non solo personaggi interni al suo partito collusi con la mafia, ma e' venuto a Reggio a sostenere il presidente Scopelliti mentre stava per essere definita la situazione che e' poi sfociata nello scioglimento del Comune di Reggio Calabria per contiguita' mafiosa. Non mi sembra che si possa tendere la mano ad Afano se adotta questi comportamenti. Ho visto sbriciolarsi tutti i principi su cui si e' fondata la nascita di Futuro e liberta'. E soprattutto ho visto la mancata ottemperanza da parte di alcuni esponenti ai contenuti del 'Manifesto dei valori' che e' servito come fondamenta per la nascita del partito. ''Rimarro' da indipendente nel gruppo parlamentare di Futuro e liberta' - ha concluso l'on.Napoli - per potere avanti la mia battaglia fine alla fine della legislatura. Anche perche' sono sempre andata d'accordo col presidente del gruppo Della Vedova e coi colleghi parlamentari e non mi andrebbe di vedermi seduta in questi ultimi tre mesi di legislatura accanto a personaggi come Scilipoti''.
Regione: Precisazioni dell’Assessore Pugliano sul progetto “antica Kroton”
L'Assessore regionale all'Ambiente Francesco
Pugliano – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - in merito ad
alcune notizie riportate dagli organi di informazione, riferite ad un convegno
svoltosi a Crotone, il cui tema era riferito all'antica Kroton, ha rilasciato
la seguente dichiarazione:
"Per evitare che passi un'informazione parziale
e distorta, in merito all'ambizioso progetto dell'antica Kroton, e che si
scarichino responsabilità sulla Regione Calabria, sol perché assente al
convegno, mi preme fare alcune precisazioni a tutela dell'intenso lavoro
portato avanti dalla Giunta regionale. La Regione non è per niente in ritardo. Il
dott. Prosperetti, nel convegno, avrebbe lanciato l’allarme sul rischio che si
possano perdere i fondi CIPE destinati alla riscoperta dell'antica Kroton perché
manca il progetto esecutivo. Su questo argomento voglio ricordare al dott.
Prosperetti che il progetto esecutivo può essere definito dopo alcuni atti
propedeutici quali:
1)
Stralciare 15 ettari del sito, da destinare ai lavori
di scavi, dai 77 ettari complessivi che il Comune ha già destinato alla sola
bonifica, attraverso la piantumazione di alberi, con l’approvazione del
Ministero.
2)
Rimodulare la destinazione dei fondi, orientati dal
finanziamento CIPE principalmente all’attività di bonifica ed indirizzarli
meglio agli interventi di scavo e riscoperta degli antichi siti archeologici,
facendone approvare tale rimodulazione dal Ministero.
3)
Predisposizione di una relazione tecnica che individui
nel dettaglio le attività da mettere in progetto e sulla quale si è impegnato
lo stesso dott. Prosperetti, con la Soprintendenza, ma che ad oggi, non ci
risulta definita.
Per la definizione dei primi due punti - ha aggiunto
l’Assessore regionale Pugliano - la Regione ha già, da qualche mese, chiesto la
convocazione di un tavolo tecnico, che è stato fissato per il prossimo martedì
27 novembre. Al Sindaco di Crotone,
Vallone, invece, che segnala la mancata cooperazione da parte della Regione,
devo ricordare che al tavolo tecnico di martedì prossimo, la Regione confermerà
quanto già chiesto diversi mesi fa, ossia di far recuperare al Comune i sette
milioni di euro che lo stesso ente ha perso due anni fa. Ed è solo per la
perdita di tali fondi che si è perso il finanziamento di 400 mila euro per
l'intervento della Soprintendenza, di cui parla il dott. Prosperetti. Al
Sindaco Vallone – ha successivamente dichiarato l’Assessore Pugliano - nel
rassicurarlo che il Comune di Crotone sarà coinvolto nella redazione del piano
programmatico “antica Kroton”, devo confermare che lo stesso ente non potrà
essere soggetto attuatore degli interventi. Nello stesso tempo mi permetto di
consigliargli di attivare ogni strumento per utilizzare i fondi comunitari già
destinati al suo Ente, che rischiano di essere persi come i sette milioni del
progetto di bonifica sull’antica Kroton. Mi riferisco – ha concluso l’Assessore
Pugliano - in particolare agli undici milioni di euro, su ventitré milioni di
euro, finanziati per i PISU, che
sembrano destinati ad essere persi perché non attivati i relativi progetti”.
FLI: ANGELA NAPOLI LASCIA IL PARTITO, "CI SONO COLLUSI CON CLAN"
(AGI) - Lamezia Terme (Catanzaro), 24 nov. - "Non posso accettare che esponenti del mio partito stringano la mano a gente collusa con la 'ndrangheta, per questo mi sono dimessa". Cosi' la parlamentare di Futuro e Liberta' Angela Napoli, componente della commissione antimafia, ha annunciato a Lamezia Terme di essersi dimessa dal partito di Fini. La deputata, che ricopriva la carica di coordinatrice regionale in Calabria di Fli, ha dichiarato che la sua scelta e' legata ad alcune collusioni che esponenti del partito manterrebbero con esponenti della 'ndrangheta.
PdCI Reggio Calabria: La Corte dei Conti e il Dissesto
La
delibera-ultimatum della Corte dei Conti notificata, qualche giorno fa, ai
Commissari Straor-dinari del Comune di Reggio lascia poco spazio alla fantasia
o all’immaginazione. I diretti re-sponsabili della devastazione, dell’affossamento
e della distruzione della città, vale a dire le giunte degli ex sindaci
Scopelliti, Raffa e Arena, hanno creato uno spaventoso e macroscopico buco
finanziario. Infatti, il debito complessivo, provocato dal vergognoso decennio
caratterizza-to dal “modello-Reggio” coniato da Scopelliti, si aggirerebbe
intorno alla spaventosa e abissale cifra di oltre 679 milioni di euro. La Corte
dei Conti ha reso pubblico e confermato ciò che noi comunisti, per anni,
abbiamo ripetutamente e pubblicamente sostenuto subendo sistematiche minacce e
quotidiani attacchi personali; contemporaneamente l’atto della Magistratura con-tabile
ha definitivamente zittito e sbugiardato tutta la pletora dei sedicenti
amministratori della città, i quali, negando l’evidenza dei fatti, per troppo
tempo hanno offeso l’intelligenza dei reg-gini raccontando solo bugie e
falsità. Ed è davvero incredibile la faccia tosta di questi personaggi che,
tutt’oggi, invece di andare a nascondersi hanno ancora il barbaro coraggio di
parlare pubblicamente, pensando di poter continuare ad imbrogliare la gente.
Reggio e i
reggini hanno dovuto prendere atto di quanto fallimentare fosse il modello
ammini-strativo di Scopelliti, Raffa e Arena: un sistema di potere che ha
completamente raso al suolo la città provocando un’immane bancarotta. E non è certo un caso se, proprio in questi
giorni, per la prima volta, i dipendenti comunali non riceveranno lo stipendio
di novembre a causa dell’assoluta mancanza di risorse: un enorme choc da
riparare in ogni modo. Dopo lo scioglimento per mafia e l’insediamento dei
Commissari era chiaro che si sarebbe arrivati al redde rationem relativo alle casse comunali. La Corte dei Conti ha accelerato
i tempi e, come noto, vi è il concreto rischio che si proceda rapidamente verso
il dissesto finanziario del Comune di Reggio. Noi pensiamo che si debba
tentare, in tutti i modi, di evitare la dichiarazione di dissesto. Sarebbe
un’ulteriore ingiusta punizione nei confronti dei cittadini, per questa
situazione drammatica provocata dai famigerati personaggi del centrodestra. E’,
quindi, sbagliato scaricare sui reggini gli effetti di precise, personali e
soggettive responsabilità. Aumentare le tariffe e le aliquote al massimo
consentito, specie in questa drammatica fase di pesantissima crisi finanziaria,
non è assolutamente una ricetta opportuna. Occorre un intervento straordinario
del governo nazionale per evitare il dissesto; un aiuto che, però, deve
coincidere con l’immediata rimozione da ogni incarico amministrativo dei
massacratori di Reggio, a partire da Scopelliti e Raffa, che, peraltro, con il dissesto
finanziario sarebbe automatica.
Le precise e
ineludibili responsabilità relative al buco finanziario sono esclusivamente da
addebitare nei confronti di Scopelliti, Raffa e Arena e di tutti quegli
amministratori (consiglieri e assessori) e quei dirigenti comunali (molto spesso
esterni e strapagati) che hanno avallato, condiviso e votato scelte e decisioni
che hanno prodotto l’odierna situazione di default. Per essere chiari fino in
fondo, auspichiamo che paghino i diretti responsabili: si proceda rapidamente
ad aggredire, senza se e senza ma, i patrimoni personali (beni mobili e
immobili) dei protagonisti del tragico decennio amministrativo procedendo alla
loro confisca. Una riflessione è doverosa: ben due tra gli ex sindaci che hanno
portato la città alla bancarotta sono gli attuali, speriamo ancora per poco,
presidenti di provincia e regione. Preso atto degli enormi danni che hanno causato
al comune di Reggio reputiamo offensivo che, al di là dell’iter legislativo in
materia di dissesto, proseguano a guidare due enti come la Regione e la
Provincia. Pensare che Raffa e Scopelliti gestiscano, ancora oggi, la cosa
pubblica è fonte di enorme preoccupazione. Sarebbe, quindi, opportuno che rassegnassero
immediatamente le dimissioni. E’ la nostra richiesta che coincide perfettamente
con l’unanime sentire comune dell’opinione pubblica stanca, tradita e schifata dai
personaggi che hanno la responsabilità storica del totale fallimento della
città.
DONNE CALABRESI IN RETE: IL 25 NOVEMBRE IN PIAZZA, A COSENZA
Le Donne Calabresi in Rete sostengono l’iniziativa del Centro Roberta
Lanzino in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza alle
donne, e saranno presenti al il
sit in che si terrà a Cosenza, in Piazza Kennedy, il prossimo 25 Novembre
(ore 11). Come Donne Calabresi in Rete condividiamo
la consapevolezza che la violenza maschile sulle donne
sia un fatto sociale e culturale, che trascende la dimensione privata, e che ha
radici nella disparità di potere tra i sessi.
Al fianco delle donne del Centro Lanzino,
ma soprattutto delle tantissime donne che nell’indifferenza dei più si trovano
a vivere in situazioni ad alto rischio, intendiamo richiamare con forza le
Istituzioni locali alle loro responsabilità. Il
loro silenzio e la loro indifferenza assumono un significato ancora più
drammatico quando si traducono in specifiche omissioni.
NON ci piace ricordare che l’ incontro
delle DCR nasce proprio nel 2010, quando la
mancata applicazione della Legge regionale 20, del 21 agosto 2007 (Disposizioni
per la promozione ed il sostegno dei Centri antiviolenza e delle Case di
accoglienza per donne in difficoltà), aveva
di fatto costretto il Centro Lanzino a chiudere la casa rifugio e a mettere in
discussione la stessa possibilità di continuare a sopravvivere, in assenza di
finanziamenti.
Oggi, a distanza di due anni, il Centro
Roberta Lanzino, in
quanto soggetto regolarmente ammesso ai finanziamenti regionali, è ancora in attesa dell’erogazione dei
fondi : una grave inadempienza da parte delle Istituzioni che, ancora una
volta, minaccia il venir meno di un servizio - come quello dei centri
antiviolenza - che non è solo di prevenzione e
contrasto alla violenza, ma che rappresenta un sostegno irrinunciabile alla
libertà femminile.
Per saperne di
più: http://donnecalabresiinrete.wordpress.com/
AGGUATO MORTALE IN OFFICINA NEL REGGINO, RICERCATO SI COSTITUISCE
(AGI) - Roccella Jonica (Reggio Calabria), 24 nov. - Si e' costituito ai Carabinieri di Roccella Jonica Domenico Totino, l'uomo ricercato per l'omicidio di Giuseppe Parrelli e il ferimento di Giovanni Schirripa, avvenuto nel pomeriggio dello scorso 19 novembre all'interno di un'officina meccanica di Gioiosa Superiore, nel Reggino. Il presunto omicida e' un fabbro di 35 anni, Domenico Totino, che oggi poco dopo l'una si e' consegnato, accompagnato dal suo difensore, l'avvocato Leone Fonte, ai Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, diretta dal capitano Marco Comparato. I carabinieri del Gruppo Locri, diretto dal colonnello Giuseppe De Liso, gia' dal giorno successivo al delitto erano sulle tracce di Totino, nei confronti del quale oggi la Procura di Locri ha emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto. Secondo le indagini dei militari, il delitto e' maturato per vendetta. Il fabbro, infatti, che ha sparato a bordo della sua automobile, una Fiat Croma, molto presumibilmente voleva colpire i familiari del titolare dell'officina, Domenico Commisso, per vendicarsi di una lite avuta tempo prima nel corso della quale era stato percosso. A cadere sotto i colpi di pistola dell'omicida, invece, e' stato un cliente dell'officina, Giuseppe Parrelli, morto immediatamente, mentre l'operaio Schirripa e' rimasto gravemente ferito ed e' ancora ricoverato in ospedale.
Regione: Proseguono gli incontri del Presidente Scopelliti in Canada. Appuntamenti presso la camera di commercio italiana e con il Console generale d'Italia
Prosegue
la missione istituzione del Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, in
Canada. A Montreal - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta
regionale – accompagnato dal consigliere
Alfonsino Grillo e dal Presidente della Federazione dei Calabresi in
Canada, Carlo Scalzo, si è tenuto un
incontro con i vertici della camera di commercio italiana. Ad accogliere la
delegazione calabrese, il segretario
generale Daniela Virone ed alcuni membri del consiglio di amministrazione;
Gaspare Coletti, vicepresidente della camera di commercio, l'avvocato Paul
Legault, Nicoletta Barette Rayan, giornalista specializzata in vini e Marianna
Simeone anch’essa giornalista. Il Presidente Scopelliti ha visitato gli uffici
dove i responsabili svolgono un lavoro fondamentale per portare a conoscenza
dei canadesi le eccellenze italiane. Il segretario generale ha sottolineato al
Presidente il significativo aumento ed interesse dei contatti tra aziende
locali e quelle calabresi grazie anche all'azione dell'assessorato competente.
Lo stesso Scopelliti, mentre era in sede, ha avuto modo di assistere ad un
collegamento, via Skype, con un produttore di vini calabrese interessato al
mercato d'oltreoceano. A seguire Scopelliti si e' incontrato presso la
rappresentanza diplomatica italiana con il Console generale d'Italia a
Montreal, Enrico Padula con il quale, nel corso di una colazione, ha avuto
l'occasione di avere un quadro generale sulla comunità italiana a Montreal. La
delegazione si e' poi recata in visita al centro Leonardo Da Vinci, luogo dove
si svolge una buona parte della attività culturale, ricreativa e sportiva dei
calabresi di Montreal e dove il Presidente Scopelliti e' stato accolto dai
vertici del Comites (comitato degli italiani residenti all'estero). La
presidente, Giovanna Giordano, nel dare il benvenuto a Scopelliti e Grillo ha
evidenziato l'importanza della presenza del governatore a Montreal: "E' un messaggio molto importante per la
nostra comunità”. Concetto su cui si e' soffermato anche il consigliere
Giovanni Rapana'. Carlo Scalzo, ha ricordato la necessità di questa visita:
"l'abbiamo voluta perché sentiamo il bisogno di rinsaldare il legame con
la Calabria". Il senatore Basilio Giordano ha sottolineato che "la
comunità calabrese a Montreal e' quella che ha mantenuto più di tutti usi e
costumi della propria regione, qui la gente ha fatto l'onore della nostra
terra".
"Ci
tenevo tantissimo ad essere qui con voi - ha esordito il presidente Scopelliti
- nonostante non sia facile visto il momento particolare per l'Italia. Oggi e'
cambiato l’approccio verso di voi, un tempo eravamo noi che ci chiedevamo cosa potevamo
fare per i calabresi residenti all'estero, ora siamo noi che ci chiediamo cosa
potete fare voi per noi. E' venuto il
momento di mettere in campo quella ricchezza di donne e
uomini
che hanno fatto il bene della Calabria nel mondo - ha continuato Scopelliti.
Pensavo a un Giubileo dei calabresi, perché in questo momento particolare noi
abbiamo bisogno di tutti". Il Presidente si e' poi soffermato
sull'attività politica della Regione: "Sono uno che non ha viaggiato molto
in questi primi anni di mandato, ho preferito lavorare con la mia squadra sul
territorio in modo che ogni calabrese potesse guardare con orgoglio alla
propria terra d'origine. E il nostro sforzo e' proprio questo, io non faccio
politica pensando che nulla possa cambiare. In un momento in cui
l'antipolitica
ha la preminenza, solo la politica vera, può risollevare le sorti del paese
assumendosi le proprie responsabilità, facendo le riforme ma anche i tagli. Io
ne ho fatti molti, dalla sanità ai trasporti". Scopelliti ha poi
illustrato il suo progetto per una raccolta di fondi per il terremoto che ha
colpito la zona del Pollino: "penso a una cena di gala a Roma, e' uno di
quei motivi che può scatenare il senso di appartenenza, una iniziativa che ci
permetterà di dire a un governo che ci ha abbandonato che alla nostra terra,
alla nostra gente, ci abbiamo pensato da soli. Così deve essere la politica. Io
preferisco
restare in Calabria perché e' nella nostra regione che si gioca la battaglia
per il futuro dei nostri figli". Al termine, sempre presso il centro
Leonardo Da Vinci, il Presidente Scopelliti ha assistito a una rappresentazione
teatrale sull'emigrazione calabrese.
PALMI (RC): VIOLA RIPETUTAMENTE LE PRESCRIZIONI DEGLI ARRESTI DOMICILIARI. ARRESTATO DALLA POLIZIA
Nella
mattinata odierna, personale del Commissariato di P.S. di Palmi ha dato
esecuzione ad un’Ordinanza di aggravamento di misura cautelare personale a
carico di PAPASERGIO Rosario, palmese,
di anni 20,
emessa in data 23.11.2012 dal Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura
della Repubblica, con cui è stata sostituita la misura cautelare degli arresti
domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere.
In
particolare, l’A.G., concordando con quanto segnalato dagli uomini del
Commissariato di P.S. di Palmi in ordine alle ripetute violazioni di cui si è
reso responsabile il PAPASERGIO, già sottoposto agli arresti domiciliari nell’ambito
di un procedimento penale che lo vede imputato per lesioni, minacce e
resistenza a pubblico ufficiale, ha disposto la custodia cautelare in carcere
dopo aver riconosciuto l’attualissimo pericolo di inquinamento delle prove e di
reiterazione dei reati della stessa specie attesa la dimostrata spiccata
propensione a delinquere del PAPASERGIO.
L’arrestato
è stato associato alla casa circondariale di Palmi.
Reggio Calabria: “Operazione Blue Call”
Alle
prime ore di stamane, a conclusione di una brillante ed articolata attività
d’indagine, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria ha dato
esecuzione, unitamente all’Arma dei Carabinieri ed alla Guardia di Finanza, a 23
ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. di Reggio
Calabria, frutto di un lavoro congiunto del Procuratore Aggiunto dr. Michele
PRESTIPINO GIARRITTA e dei Sostituti Procuratori MUSARO’, CENTINI e CERRETI
della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, con il Procuratore
Capo dr. Giuseppe CREAZZO e il Sostituto Procuratore BUCARELLI della Procura
della Repubblica di Palmi, in collegamento investigativo con la Direzione
Distrettuale Antimafia di Milano nelle persone del Procuratore Aggiunto d.ssa
Ilda BOCCASSINI e del Sostituto Procuratore dr. Paolo STORARI nonchè con la
Procura Federale della Svizzera – sede distaccata di Lugano (CH), rappresentata
dal Procuratore Capo dr. Pierluigi PASI.
I
soggetti colpiti dalle misure restrittive sono ritenuti elementi di spicco
dell’associazione mafiosa denominata ’ndrangheta, operante sul
territorio della Provincia di Reggio Calabria, sul territorio nazionale ed
estero costituita da molte decine di “locali”, articolate in tre
mandamenti e con organo di vertice detto “Provincia” ed, in particolare,
appartenenti all’articolazione territoriale denominata cosca
BELLOCCO, operante sul territorio del comune di Rosarno, a sua volta inserita
nel mandamento tirrenico, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei
reati di associazione di tipo mafioso, detenzione di armi da fuoco, riciclaggio,
rapine ed intestazione fittizia di beni.
Si
riportano i nominativi dei 23 soggetti attinti da nr. 2 misure cautelari emesse
nell’ambito dei procedimenti penali nr. 8507/10 R.G.N.R. D.D.A. (già 3451/10
R.G.N.R. D.D.A. e nr. 1236/2010 R.G.N.R. D.D.A. significando che l’esecuzione
dei provvedimenti cautelari è stata delegata alla Squadra Mobile (per gli
arrestati dal nr. 1 al nr. 16), al G.i.c.o. della Guardia di Finanza di
Milano (per gli arrestati nr. 17 e nr. 18), al R.o.s. dell’Arma dei
Carabinieri (per l’arrestato nr. 19) e alla Compagnia Carabinieri di
Gioia Tauro (per gli arrestati dal nr. 20 al nr. 23).
1.
BELLOCCO
Umberto nato a Cinquefrondi il
01/08/1983, detenuto presso la Casa Circondariale di Lanciano (CH);
2.
BELLOCCO
Francesco nato a Cinquefrondi il
15/05/1989, detenuto presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria;
3.
BELLOCCO Maria
Angela, nata a Cinquefrondi il
01/09/1981 ed ivi residente in via Giacomo Matteotti nr. 13;
4.
BELLOCCO
Emanuela nata a Rosarno il 30/08/1975
ed ivi residente in via Aldo Moro s.n.c.;
5.
ZUNGRI
Francesco nato in Russia il
02/07/1989 e residente a Rosarno in vico del Forno nr. 15;
6.
MALVASO
Pasqualino nato a Rosarno il
13/10/1975 ed ivi residente in via Giacomo Matteotti nr. 13;
7.
BELCASTRO
Michelangelo nato a Cinquefrondi il
30/07/1989, residente a Bulgarograsso (CO) in via Guglielmo Marconi nr. 2;
8.
LONGO Carlo
Antonio nato a Galatro il 23/06/1964,
residente in Monzambano (MN) in Strada Castellaro Nuova nr. 54;
9.
D’AGOSTINO
Francesco nato a Taurianova il
17/06/1975, detenuto presso la Casa Circondariale di Palmi;
10.
D’AGOSTINO
Vincenzo nato a Rosarno il 10/01/1961
ed ivi residente a in via Carlo Lorenzini nr. 20;
11.
OLIVERI
Domenico nato a Palmi il 20/12/1979,
detenuto presso la Casa Circondariale di Benevento;
12.
ELIA Francesco nato a Rosarno il 13/09/1975 ed ivi residente in via
Provinciale nr. 205;
13.
GALLO Sabrina nata a Cinquefrondi il 09/09/1990, residente a
Rosarno in via Ugo La Malfa nr. 30;
14.
NOCERA Maria
Serafina nata a Rosarno il 14/08/1954
ed ivi residente in via Elena nr. 126;
15.
PANETTA Rocco nato a Galatro il 24/10/1974, residente a Misinto
(MB) in via del Cavo nr. 5;
16.
RULLO Raffaele nato a Cinquefrondi il 18/03/1985, residente a
Giffone in via Giosuè Carducci nr. 1/C.
17.
NOCERA
Francesco nato a Cinquefrondi il
17/12/1982, detenuto presso la Casa Circondariale di Potenza;
18.
MERCURI
Francesco nato a Gioia Tauro il
26/01/1979, residente ad Albano Sant’Alessandro (BG) in via don Giovanni
Schiavi nr. 7;
19.
BELLOCCO
Michele nato a Rosarno il 19/03/1950 ed
ivi residente in via Giacomo Matteotti s.n.c.;
20.
PIROMALLI
Vincenzo nato a Rosarno il 09/07/1969
residente in Sesto San Giovanni (MI) in via Rabbino nr. 28;
21.
LIGATO Bartolo
Angelo nato a Gioia Tauro il
12/12/1983, detenuto presso la Casa Circondariale di Palmi;
22.
PIROMALLI
Luigi nato a Polistena il 27/12/1989,
residente in Rosarno alla via Paolino nr. 28;
23.
TIMPANI Luigi nato a Cinquefrondi il 02/01/1988 e residente in Casalgrande
(RE) via San Lorenzo nr. 20;
La
presente attività d’indagine denominata “Blue Call” è stata avviata
dalla Sezione Criminalità Organizzata, agli inizi del 2010 e, pertanto,
all’indomani dell’Operazione “Rosarno è Nostra”, condotta da questa
Squadra Mobile e dall’omologo ufficio bolognese che aveva documentato gli
interessi criminali ed imprenditoriali della cosca BELLOCCO in Emilia Romagna e
la “spaccatura” in atto di alcuni suoi elementi con la temibile cosca
PESCE di Rosarno.
Va
evidenziato, preliminarmente, che la consorteria mafiosa dei BELLOCCO, è
unanimemente considerata tra le più potenti e pericolose della ‘Ndrangheta
calabrese e mediante l’utilizzo di meccanismi di tipo “federale” da
piccola ‘Ndrina di paese, è arrivata a gestire negli anni ’90 il traffico di
stupefacenti, facendo registrare una perniciosa operatività anche in altre
regioni italiane, specie in quelle del Nord, ove sono residenti soggetti
talvolta in grado di sviluppare una propria autonomia gestionale delle attività
illecite.
Altro
aspetto sintomatico della pericolosità della cosca BELLOCCO è l’aver costituito
nel corso degli anni piccole e medie imprese con le quali si è assicurata
inizialmente la gestione degli appalti per la costruzione del Porto di Gioia
Tauro e, successivamente, imponendo tangenti alle imprese non controllate
direttamente dalla ‘Ndrina, fino a far divenire, il comprensorio di Rosarno
come il centro del “potere mafioso” del settore tirrenico di questa provincia.
Le
recenti inchieste giudiziarie “Rosarno è Nostra 1 e 2” condotte da
questa Squadra Mobile, hanno documentato come i BELLOCCO riciclassero il
denaro proveniente da illecite attività per il tramite di BELLOCCO Domenico[1],
detto Micu‘U longu, figlio del boss BELLOCCO Giuseppe[2] e
nipote di BELLOCCO Carmelo[3] che venne
autorizzato a rappresentare la famiglia in assenza dei capi cosca e si diede
alla latitanza verso la fine del 2009 per poi essere localizzato a catturato,
il 31 Gennaio 2010, da questa Squadra Mobile, nella città di Roma.
Con
l’arresto di BELLOCCO Domenico altri affiliati della cosca proseguirono lungo
la scia tracciata dallo stesso ed, in particolare, uno di loro venne
individuato in LONGO Carlo Antonio[4], già noto
all’Ufficio come uomo di fiducia del boss ergastolano BELLOCO Giuseppe e
residente in Svizzera, nel Canton Ticino e, per tale motivo, oggetto di
indagini da parte di questa Squadra Mobile e della Polizia Giudiziaria Federale
elvetica, previo accordo tra la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio
Calabria e la Procura Federale della Svizzera – sede distaccata di Lugano (CH).
Nel corso delle
attività investigative è emersa la figura criminale di BELLOCCO Umberto[5]
che, scarcerato dalla Casa Circondariale di Sulmona il 27 Aprile 2010, veniva
sottoposto ad attività tecnica poichè considerato il naturale “erede”
del fratello Micu ‘u longu. Inoltre, nonostante la giovane età Umberto
aveva avviato una serie di rapporti d’affari non meglio precisati proprio con
il LONGO Carlo, nel Nord Italia ed, in
particolare, in Lombardia.
Dal complesso delle attività è stato accertato quindi
l’interesse della cosca BELLOCCO ad acquisire una società attiva nel settore
dei call center, operazione imprenditoriale che avrebbe potuto contare
sull’apporto qualificato di FRATTO Emilio[6],
commercialista di origine calabrese.
Ebbene, tra la fine del 2010 e gli inizi del 2011,
come emerge dalle conversazioni tra gli indagati, il BELLOCCO ed il suo gruppo
criminale entreranno nel pieno possesso dell’azienda, pur non comparendo in
atti ufficiali e ricoprendo ruoli di alcun genere, segno di una gestione dell’impresa
reale ma mai formalizzata, tale da consentire alla cosca rosarnese il pieno
controllo della persona giuridica, il godimento dei relativi frutti allo scopo
di evitare eventuali e futuri provvedimenti di sequestro.
In particolare, già dal Gennaio 2011, BELLOCCO Umberto
e gli altri sodali, iniziano a “far tappa” presso l’azienda e,
segnatamente, presso le sedi di Cenusco sul Naviglio (MI) e Rende (CS) ed
emergono le prime conversazioni indicative dell’avvenuto ingresso nella
società.
Da una parte, vengono intercettate conversazioni in
cui FRATTO Emilio, assume l’onere di riorganizzare l’intero apparato aziandale
utilizzando il personale già alle dipendenze della Blue Call dall’altra BELLOCCO
Umberto, confida ad alcune conoscenti che sta “gestendo un call center a
Cernusco sul Naviglio”. Sulla stessa linea d’onda, LONGO Carlo Antonio riferirà ad un suo interlocutore
di trovarsi a Cernusco sul Naviglio, accreditandosi quale imprenditore di
successo dal momento che “stava per entrare, in qualità di socio,
all’interno di un call center, con 800 dipendenti ed una sede ubicata in
provincia di Cosenza”.
Il 19 gennaio 2011, la Polizia Federale Svizzera,
nell’ambito del consueto scambio di informazioni investigative, intercettava
una conversazione ambientale avvenuta all’interno della nuova dimora di LONGO
Carlo Antonio, sita nella città di Carona, nel Canton Ticino nella quale
quest’ultimo riferiva al proprio ospite che per l’acquisizione della “Blue
Call” i soldi occorrenti erano stati investiti da RUFFINO Andrea, figlio
della titolare GUBERNATI Annamaria, già conoscente di FRATTO Emilio (“i
soldi noi non ne abbiamo messi… solo i soldi li ha messi … Andrea … che l’ ha
fatta … Tommaso non ha messo niente che gliel’ ha regalata Andrea”).
Dalla medesima conversazione ambientale si acquisiva
contezza che l’interesse del LONGO per la società “Blue Call S.r.l.” era
nato da un proposito del FRATTO che era in contatto con un suo debitore, tale
RUFFINO, il quale per sdebitarsi gli aveva proposto di entrare nell’affare del call
center, a titolo di indennizzo del debito
contratto.
Fiutata la propizia occasione, il LONGO non perdeva
tempo ad illustrarne i dettagli a BELLOCCO Umberto che, ormai da tempo, lo
aveva “delegato” alla ricerca di qualche business nel quale
investire i proventi criminali della cosca (“Chiamo a lui, gli dico:
<< Umberto, se vuoi, vuoi, altrimenti niente. Anzi, sentiamo come va
>>. E poi siamo andati avanti e ancora stiamo facendo”).
Da qui, ottenuto il placet dell’allora reggente
della cosca rosarnese BELLOCCO Umberto, LONGO Carlo Antonio aveva provveduto ad
imbastire, con l’aiuto di FRATTO Emilio, la trattativa che li avrebbe portati
all’acquisizione della persona giuridica in argomento.
Si comprendeva,
altresì, che ad avere potere decisionale nella gestione della ditta era proprio
il giovane figlio dell’ergastolano BELLOCCO Giuseppe, cui tutti i complici
dovevano sottostare, vero arbitro e conduttore delle dinamiche interne
all’Azienda, unica persona in grado di avallare o di porre il veto su ogni
valutazione di merito.
E’ emerso, inoltre, il ruolo di BELCASTRO Michelangelo[7],
originario di Giffone (RC) ma da qualche tempo residente a Bulgarograsso (CO), uno
tra i protagonisti degli incontri fissati dal trio LONGO-FRATTO-BELLOCCO e,
quale soggetto incensurato, sarà inserito il 27 dicembre 2010 nell’organigramma
societario della Blue Call S.r.l. con la “benedizione” di
BELLOCCO Umberto, con la carica di “amministratore unico”.
A costoro si affiancheranno, ben presto, RULLO
Raffaele[8], PANETTA
Rocco[9], VELTRI
Tommaso, RUFFINO Andrea[10] e la
compagna di FRATTO Emilio, MOUSSAID Hanane detta Sabrina[11],
anch’essi interessati e parti in causa nella “trattativa”
imprenditoriale voluta da BELLOCCO Umberto.
Giova evidenziare, a tal fine, come i soggetti
interessati alla gestione della società, tra cui VELTRI Tommaso e RUFFINO
Andrea, pur non avendo apparenti legami con ambienti di criminalità organizzata
erano inizialmente convinti che la presenza di elementi della cosca BELLOCCO nella
società Blue Call poteva tornare loro “utile” poichè avrebbe
garantito loro una sorta di “immunità” da altri sodalizi mafiosi, nell’errata
considerazione che gli appetiti criminali nei confronti della Blue Call
da parte di altri clan mafiosi sarebbero stati tempestivamente bloccati sul
nascere dai vari LONGO, PANETTA, BELCASTRO o RULLO e, soprattutto, dal BELLOCCO.
Nonostante tutto, la trattativa era in corso ed all’inizio
del mese di Febbraio 2011 avviene un importante incontro degli indagati nella
città di Cosenza e sarà prodromico alla definitiva acquisizione al gruppo
calabrese, formato nell’occasione da LONGO Carlo Antonio, PANETTA Rocco,
BELLOCCO Umberto ed Emilio FRATTO, del call center di Rende (CS).
In
corso d’indagine, il 10 marzo 2011, il BELLOCCO Umberto si rendeva latitante
per sfuggire ad un provvedimento coercitivo emesso dalla D.D.A. di Milano cd. “Operazione
Imelda” lasciando le “consegne” ai propri sodali e, di conseguenza,
si intensificavano i rapporti tra LONGO Carlo Antonio e NOCERA Maria Serafina,
madre del latitante Umberto alla quale il LONGO avrebbe fatto capo per rendere
conto delle azioni future, in nome della ‘ndrina che rappresentava.
In tale fase, per “volere” di BELLOCCO Umberto,
proprio LONGO Carlo Antonio, sarà perfettamente a proprio agio nella veste di
gestore delle somme di denaro affidategli dalla cosca di Rosarno consentendo ai
BELLOCCO l’ingresso nella Blue Call s.r.l. e, successivamente a seguito
di mutamento di denominazione sociale, di acquisire progressivamente il
controllo della società Future s.r.l..
Le conversazioni telefoniche ed ambientali
intercettate a carico degli indagati hanno documentato, in epoca successiva
all’acquisizione della società, uno spaccato inquietante dei rapporti tra la
cosca BELLOCCO e la compagine societaria della Future s.r.l. accertando
sistematiche appropriazioni di denaro proveniente dalle casse della società, la
percezione da parte del LONGO e di BELLOCCO Umberto di uno stipendio privo di
ogni giustificazione ed, infine, come il LONGO fosse divenuto il “portavoce”
delle pressanti richieste avanzate dal giovane latitante BELLOCCO Umberto, che
venivano eseguite con esplicite minacce verbali e fisiche prima nei confronti
dei soci della Blue Call s.r.l. e poi della Future s.r.l.
Atteso quanto sopra, il RUFFINO ed i suoi soci
inizieranno, a partire dal maggio 2011, una febbrile trattativa per consentire
ai “calabresi” di uscire dalla Blue Call Srl, previo
pagamento di un lauto premio in denaro di circa € 2.000.000,00 che veniva richiesto
dal LONGO, quale indennizzo per consentire loro di abbandonare l’impresa “senza
conseguenze per alcuno”, tentativo che non sortirà l’effetto sperato.
Si aggiunga, inoltre, che le condotte criminali del
BELLOCCO non si esaurivano soltanto con la “Blue Call” ma avevano
attinto, con l’aiuto del fidatissimo MERCURI Francesco, il campo della
ristorazione, arrivando ad acquisire un ristorante nel Comune di Cologne (BS),
macchiandosi anche in questo caso del reato di intestazione fittizia di beni.
Va osservato, a titolo meramente riepilogativo, che il
nominativo di MERCURI Francesco era già emerso in data 21/06/2009, nel corso
della nota conversazione ambientale intercettata all’interno dell’
abitazione - sita a Granarolo dell’ Emilia (BO) - di BELLOCCO Carmelo cl. 56, allorquando
veniva captata una conversazione tra presenti, intercorsa tra quest’ultimo, i
figli Umberto[12], Domenico[13], la moglie D’ AGOSTINO
Maria Teresa[14], il fratello BELLOCCO Rocco[15] ed il nipote
Domenico, Micu ‘u longu, nella quale si apprendeva che sarebbe
stato proprio il MERCURI a portare ai conversanti una pistola, per difendere il
capomafia da eventuali aggressioni da parte di AMATO Francesco.
Va precisato che le cennate misure cautelari sono
state eseguite da questa Squadra Mobile anche in territorio lombardo,
unitamente all’omologo Ufficio investigativo di Milano e contestualmente ad
analoga attività d’indagine eseperita dal Gico della Guardia di Finanza di
Milano, nell’ambito del procedimento penale nr. 1236/12 R.G.N.R. D.D.A. di
Milano, in cui è stata disposta, su richiesta della DDA di Milano, l’applicazione
della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di BELLOCCO
Umberto, BELCASTRO Michelangelo, BERGERO Carin, FRATTO Emilio, LONGO Carlo Antonio,
MONTAGNESE Nicholas, MONTAGNESE Rocco Salvatore, MOUSSAID Hanane, NOCERA
Francesco, PANETTA Rocco. RASO Danilo, RUFFINO Andrea, RULLO Raffaele, VELTRI
Tommaso perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, attribuivano la disponibilità dell’impresa dapprima facente
capo alla Call 5 Srl (già Blue Call srl) e poi, a seguito di
scissione, alla Future srl al sodalizio mafioso facente capo alla
famiglia BELLOCCO.
Infine, l’odierna
operazione di polizia “Blue Call” ha permesso di ricostruire
un’agguerrita e pericolosa struttura criminale organizzata di stampo mafioso
formata da LIGATO Bartolo Angelo, PIROMALLI Luigi, TIMPANI Luigi, ZUNGRI
Francesco MALVASO Pasqualino, PIROMALLI Vincenzo, giovani coetanei direttamente
dipendenti, sul piano operativo, da BELLOCCO Francesco al quale venivano
riconosciute capacità criminali e di comando dallo stesso dimostrate “sul
campo”.
Tale sodalizio, dedito
prevalentemente alla perpetrazione di rapine a mano armata ai danni di
commercianti ed esercizi pubblici era diventato il “braccio armato” del
BELLOCCO ed era costantemente occupato a reperire risorse economiche necessarie
a finanziare la cosca. Dalle conversazioni telefoniche intercettate da
quest’Ufficio e dall’Arma dei Carabinieri emergeva, infatti, che gli indagati erano
perfettamente consapevoli che le azioni criminali commesse per ordine di
BELLOCCO Francesco erano da ricondurre alla paternità della cosca BELLOCCO e
rientravano in una più ampia strategia.
Ma non era la sola attività del gruppo criminale.
Infatti, gli stessi sodali provvedevano anche ad assicurare al BELLOCCO
Francesco, colpito da ordinanza cautelare in carcere nel gennaio 2010, il
necessario supporto logistico nel corso della latitanza. Anche in questo caso,
è stata ricostruita minuziosamente una condotta di favoreggiamento e procurata
inosservanza di pena nei confronti del latitante operata dalla sua convivente
GALLO Sabrina che si è presentata, in data 26 agosto 2011, presso l’Ufficio
Anagrafe del Comune di Rosarno per la registrazione della nascita della loro
figlia BELLOCCO Maria Teresa, unitamente ad un soggetto presentatosi con il
nome di BELLOCCO Francesco ed in possesso della relativa carta d’identità
intestata al latitante essendo in realtà una persona, allo stato non meglio
identificata, che si era semplicemente “messo a disposizione” della
consorteria.
Nel medesimo
provvedimento, inoltre, questa Squadra Mobile ha provveduto al sequestro
preventivo delle imprese “Omnia Calcestruzzi” di D’AGOSTINO Vincenzo
(P.Iva nr. 02580410807) attiva nel settore della produzione e lavorazione di
materiale inerte e, come riferito, il ristorante “New Orchidea” con sede
in Cologne (BS) via Roma 113 per l’ammontare complessivo pari a circa €
2.500.000,00.
Sono tutt’ora in corso perquizisioni domiciliari,
delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, a carico
dei soggetti indagati destinatari dell’odierna misura cautelare anche presso le
sedi carcerarie site sul territorio nazionale, in collaborazione con le Squadre
mobili di Milano, Benevento e Chieti.
Al termine del blitz avvenuto alle ore 4:00 di
stanotte, gli arrestati, dopo le formalità di rito sono stati associati presso
le case circondariali site nella Provincia di Reggio Calabria.
Reggio Calabria 24 novembre 2012
[1] Nato a Lucca (LU) il
09/10/1977, in atto detenuto.
[2] Nato a Rosarno (RC) il
22/02/1948, in atto detenuto.
[3] Nato a Rosarno (RC) il
04/07/1956, in atto detenuto.
[4] Nato
a Galatro (RC) il 23/06/1964, domiciliato nel Comune di Monzambano (MN).
[5] Nato a Cinquefrondi (RC)
il 01/08/1983, in atto detenuto.
[6] Nato a Milano (MI) il
27/12/1968, in atto latitante.
[7] Nato a Cinquefrondi (RC)
il 30/07/1989 e residente a Bulgarograsso (CO).
[8] Nato a Cinquefrondi (RC)
il 18/03/1985 e residente a Giffone in via G. Carducci nr. 1/C.
[9] Nato a Galatro (RC) il
24/10/1974 e residente a Misinto (MI) in via del Cavo nr. 5.
[10] Nato a Ivrea
(TO) il 15/12/1966 e residente a Vedano al Lambro (MB) in via XXIV Maggio nr.
8.
[11] Ovvero MOUSSAID Hanane
nata a Casablanca (Marocco) il 18/09/1982 e residente a Milano in via Emilio De
Marchi nr. 4.
[12] Nato a
Cinquefrondi (RC) il 11/06/1991.
[13] Nato a Palmi (RC) il
05/07/21980.
[14] Nata a Rosarno (RC) il
09/05/1959.
[15] Nato a Rosarno (RC) il
25/09/1952.
'NDRANGHETA: GIP, INDAGINI SU COSCA BELLOCCO COMPENDIO SU INFILTRAZIONI IN ECONOMIA
Reggio Calabria, 24 nov. - (Adnkronos) - Le indagini condotte dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dal Gico del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano nei confronti della cosca Bellocco rappresentano ''un vero e proprio compendio della metodologia con la quale le organizzazioni mafiose si infiltrano nel tessuto economico sano". Lo scrive il gip di Reggio Calabria Tommasina Cotroneo che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 23 indagati per associazione mafiosa. Secondo Cotroneo, "dimostrano, in particolare, come la cosca Bellocco abbia nel tempo assunto il controllo di numerose attivita' illecite, da una parte investendo capitali di provenienza illecita e dall'altra drenando le risorse delle societa' di cui ormai aveva assunto il controllo a beneficio del sodalizio e in danno dei creditori e dei concorrenti nell'ambito del sistema economico ormai artefatto''. Nell'indagine, aggiunge il gip, e' dimostrato anche ''come tale operazione in tanto e' stata possibile in quanto spregiudicati operatori economici estranei alla cosca, intendendo sottrarsi al normale gioco della concorrenza e rifiutando di operare secondo le regole dello stato di diritto, sono scesi a patti con soggetti appartenenti alla 'ndrangheta, facendo uso del loro denaro e giovandosi dei loro servizi''.
L’ASSESSORE RAO PROMUOVE LA COMMISSIONE FAUNISTICA PROVINCIALE: È il vero luogo di dialogo e concertazione. Avrà un ruolo centrale per le politiche di sviluppo del comparto faunistico venatorio
La
Commissione Faunistica Provinciale, di recente costituita, nei giorni scorsi è
tornata a riunirsi in modo operativo presso la sede dell’Assessorato
provinciale all’Agricoltura, Caccia e Pesca. Si tratta di un organismo
finalmente reso operativo, presieduto dallo stesso Assessore Provinciale al
ramo, Gaetano Rao, che vede la partecipazione attiva dei rappresentanti delle
associazioni venatorie, agricole ed ambientali.
Sul tavolo
le principali problematiche del comparto faunistico - venatorio della Provincia di Reggio
Calabria. Aperta e partecipata la discussione su tali tematiche emersa
dall’incontro, con il preciso intento tra le parti di sfruttare appieno le
opportunità derivanti dai lavori della Commissione Faunistica Provinciale. I
lavori, svoltisi in un clima di cordialità, hanno avuto ad oggetto la disamina
delle problematiche inerenti lo stato del comparto faunistico-venatorio della
Provincia di Reggio Calabria, su cui le parti presenti hanno avuto modo di
interloquire e confrontarsi.
“Per
quanto ci riguarda – sottolinea l’Assessore Rao – la Commissione Faunistica
provinciale assumerà di riunione in riunione un ruolo assolutamente centrale
nel processo decisionale per le scelte che interessano il comparto faunistico –
venatorio della Provincia di Reggio Calabria. È questo, infatti, il vero luogo
di confronto e concertazione delle azioni che come Amministrazione Provinciale
intendiamo mettere in campo in questo settore”.
Proprio
con tale spirito propositivo e collaborativo è lo stesso Assessore Rao a
presentare le linee guida programmatiche per le principali azioni in materia
che a breve saranno oggetto di approvazione da parte degli organi preposti. Su
tali linee programmatiche, vertenti in materia di progetti di miglioramenti
ambientali e di ripopolamento di selvaggina, la Commissione faunistica ha
avviato la discussione e l'analisi condividendone la logica programmatoria ed
il piano degli interventi di medio periodo, che potranno finalmente dare al
comparto un importante segnale di attenzione.
“Ringrazio
– conclude l’Assessore Rao - tutti i componenti della Commissione Faunistica
Provinciale ed esprimo vivo compiacimento, anche a nome del Presidente Raffa,
per il rinnovato spirito propositivo e collaborativo che sta finalmente
caratterizzando la dinamica dei rapporti in materia di politiche
faunistico-venatorie in Provincia di Reggio Calabria”.
COMUNI:REGGIO C.;COMMISSARI, MASSIMO IMPEGNO PAGARE STIPENDI
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 24 NOV - ''Gia' da alcuni giorni la Commissione straordinaria, su richiesta delle organizzazioni sindacali rappresentative del personale del Comune, ha fissato, per martedi' 27 novembre, un incontro per esaminare, tra l'altro, la questione relativa agli stipendi''. Lo afferma, in una nota, la Commissione straordinaria del Comune di Reggio Calabria. Il riferimento e' alla comunicazione fatta ai dipendenti dal settore organizzazione e risorse umane del Comune secondo cui ''la retribuzione relativa al mese di novembre subira' un ritardo imprecisato''. ''In quella sede - aggiungono - verranno fornite notizie aggiornate in vista del pagamento della mensilita' di novembre, per il quale c'e' il massimo impegno da parte della Commissione''
Regione: L'assessore alla cultura Mario Caligiuri ha incontrato i dirigenti scolastici calabresi che lavorano fuori regione
L'assessore alla cultura Mario Caligiuri - informa una nota
dell’Ufficio stampa della Giunta regionale - ha incontrato i dirigenti
scolastici calabresi che lavorano fuori regione. "La Calabria ha una
grande cultura da indirizzare per la promozione economica e civile della
Regione. Appunto per questo - ha evidenziato
l’assessore - il turismo scolastico rappresenta un'interessante occasione di
sviluppo, sia per valorizzare le nostre ingenti risorse e sia per ribadire che
la Calabria e' una terra di grande cultura, contrariamente a tanti luoghi
comuni. E' la prima volta che viene promossa un'iniziativa del genere - ha
aggiunto Caligiuri - che si collega nell'ambito del deciso rilancio delle
politiche turistiche e culturali portato avanti dal Presidente
Scopelliti". L'assessore ha poi illustrato ai dirigenti scolastici che
provenivano da numerose regioni d'Italia le iniziative che la Regione Calabria
sta impostando per il 2013, tra le quali l'anniversario dei 400 anni della
nascita di Mattia Preti, con una serie di mostre a Taverna, Malta e,
probabilmente, a Roma e Venaria Reale, e la presenza al Salone del libro di
Torino, con la Calabria come ospite d'onore. Caligiuri si e' poi soffermato sul
progetto di educazione all'archeologia "Calabria Jones" che ha visto
coinvolti circa 5 mila studenti, con risvolti notevoli non solo dal punto di
vista educativo ma anche sul piano turistico, con oltre 20 mila pernottamenti
nelle strutture alberghiere della regione, oltre alle ricadute per la
ristorazione, i trasporti, le agenzie di viaggio e i laureati calabresi, che a
decine sono stati utilizzati nel progetto. All'incontro hanno partecipato anche
il dirigente generale dell'assessorato alla cultura Massimiliano Ferrara e il
dirigente dell'assessorato al turismo Pasquale Anastasi, che ha illustrato le
opportunità di finanziamento per le scuole di fuori regione che intendono
svolgere i viaggi di istruzione in Calabria. Nel corso dell’incontro numerosi
sono stati gli interventi che hanno offerto utili indicazioni per perfezionare
le proposte regionali per la promozione del turismo scolastico. In conclusione
l'assessore Caligiuri ha espresso l'intenzione di promuovere, d'intesa con il
dipartimento regionale al turismo, un incontro con le agenzie di viaggio
calabresi per sollecitare la predisposizione di pacchetti calmierati e specializzati
da indirizzare verso il turismo scolastico e culturale. Tali proposte
potrebbero essere presentate non solo alla BIT di Milano nel prossimo mese di
febbraio ma anche alla borsa del turismo scolastico che si tiene ogni anno a
Genova.
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