Alle prime
ore della mattinata odierna, personale di questa Squadra Mobile e del Commissariato
di P.S. di Bovalino (RC), ha dato esecuzione all’ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa in data 19 luglio u.s. dal Giudice per le
Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, in accoglimento
della richiesta avanzata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia nei
confronti dei seguenti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio
di sostanze stupefacenti del genere cocaina, eroina e marijuana, tentata
estorsione, sequestro di persona e furto aggravato:
1. PERRE
Domenico nato a Platì (RC) l’8.01.1951, ivi residente in Via G. Carbone n. 15;
2. RUFFO
Domenico nato a Locri (RC) il 05.11.1978, residente a Bovalino (RC) in Vico
Garibaldi II n. 8;
3. SCHEPIS
Basilio nato a Milazzo (ME) il 24.12.1961, residente a Fiumedinisi (ME), Saliat
San Francesco;
4. SCHEPIS
Giovanni nato a Messina il 19.16.1966, residente a Messina Frazione Santa Lucia
sopra Contesse in c.da Fornace n. 40;
5. VERSACI
Stefano nato ad Africo (RC) il
30.01.1960, ivi residente in c.da Capo Bruzzano snc,
6. MAMMOLITI
Francesco nato a Locri (RC) il 13.02.1980, residente a Benestare (RC) c.da
Bosco n.14;
7. PIZZATA
Francesco nato a Melito Porto Salvo (RC) il 03.11.1965;
8. VADALA’
Salvatore nato a Condofuri (RC) il 09.02.1959, residente a Messina in Via
Camiciotti n.20.
L’articolata
attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. di
Bovalino (RC) che ha portato all’emissione della citata ordinanza applicativa
della custodia cautelare in carcere, trae origine dalle dichiarazioni rese a
personale della Polizia di Stato e alla Direzione Distrettuale Antimafia di
Reggio Calabria dai fratelli RUFFO Rosario e Pietro, all’inizio in veste di
dichiaranti e successivamente in quella di collaboratori di giustizia, e si basa
essenzialmente sugli esiti delle attività effettuate a riscontro delle
propalazioni collaborative e dell’attività di intercettazione svolta nei
confronti dei soggetti indagati.
I fratelli
RUFFO si erano determinati a collaborare con gli inquirenti per effetto di
gravi minacce poste in essere nei loro confronti da PERRE Domenico, trafficante
di droga di Platì (RC), a seguito di acquisiti di numerosi quantitativi di
sostanza stupefacente (200/300 grammi di cocaina, 3 kg di marijuana e 500
grammi di eroina) non pagata alla consegna e destinata al messinese SCHEPIS
Giovanni il quale, dal canto suo, non onorava il debito contratto con i
fornitori (quantificato in 30 mila euro e lievitato a 40 mila in ragione dei
ritardi dell’insolvenza) a causa del quale, Pietro RUFFO, per sfuggire alle
ritorsioni, si rendeva irreperibile.
Sulla spinta
di tali eventi, nel periodo a cavallo dei mesi di maggio e giugno 2011, Rosario
RUFFO decideva di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia,
dapprima rendendo dichiarazioni spontanee a personale della Polizia di Stato e
successivamente dichiarazioni auto ed etero accusatorie ai magistrati della DDA
di Reggio Calabria ai quali riferiva del proprio coinvolgimento e dei fratelli
Pietro e Domenico in traffici di sostanza stupefacenti in cui erano implicati
anche soggetti di Platì (RC) e Messina.
Nel
successivo mese di luglio, anche il fratello Pietro RUFFO decideva di
collaborare con la giustizia e ai magistrati della DDA di Reggio Calabria
riferiva di aver operato nel settore del traffico di sostanze stupefacenti sin
dagli anni ’90, rifornendo in maniera stabile la “piazza” di Messina
dove suo cognato SCHEPIS Giovanni, unitamente al fratello Basilio, provvedeva
allo smercio della droga.
Il
collaboratore RUFFO Pietro riferiva che PERRE Domenico inteso “micu di
patati” era il suo abituale fornitore di sostanze stupefacente dal quale
aveva acquistato diversi quantitativi di cocaina e di altri generi di droga
destinata al mercato peloritano.
L’insolvenza
di SCHEPIS Basilio, a cui il PERRE aveva ceduto una partita di sostanza
stupefacente nel 2010 con la mediazione e la garanzia di RUFFO Pietro, aveva
innescato una serie di rappresaglie del trafficante di Platì e di alcuni suoi
sodali nei confronti del mediatore Pietro RUFFO.
Ed invero,
nel mese di aprile 2011, RUFFO Pietro ed il fratello Domenico erano stati
condotti dal PERRE e da alcuni suoi congiunti, in una campagna dove avevano
fatto loro chiaramente intendere che il mancato pagamento della partita di droga
avrebbe comportato l’uccisione di entrambi. Pertanto, in ragione di tali gravi
minacce, nei primi giorni del mese di aprile, il fratello Rosario, aveva
corrisposto al PERRE 7.500 euro ricevuti in prestito da un amico.
Un secondo
episodio occorso nel mese di maggio 2011, quando RUFFO Pietro era riuscito a riparare a San Remo, vedeva
come protagonista il fratello Rosario il quale era stato fatto salire da PERRE
Domenico sulla sua autovettura al fine di farlo incontrare con una terza
persona. Temendo seriamente per la propria incolumità, RUFFO Rosario apriva la
portiera dell’autovettura e riusciva a fuggire nonostante il PERRE avesse
tentato di trattenerlo.
A causa della
gravi e continue intimidazioni subìte da PERRE Domenico, RUFFO Rosario e Pietro
iniziavano, come detto, a collaborare con la Giustizia, rivelando agli
inquirenti una serie di fatti delittuosi concernenti un vasto traffico di
sostanze stupefacenti ed altri delitti costituenti l’oggetto delle
contestazioni poste a fondamento della richiamata ordinanza di custodia
cautelare in carcere.
Nello
specifico:
·
PERRE Domenico è accusato
di aver ceduto a SCHEPIS Basilio, attraverso la mediazione di RUFFO Pietro, nel
mese di maggio 2010, 300 grammi di cocaina, 3 kg di marijuana e 500 grammi di
eroina, per lo spaccio al minuto a Messina, di aver sottratto a RUFFO Domenico,
fratello di Rosario e Pietro, un’autovettura VW Golf a parziale scomputo del
debito di droga, di aver tentato di estorcere con violenza fisica (consistita
nell’aver percosso RUFFO Pietro e Domenico con schiaffi e pugni) 40 mila euro
quale corrispettivo della partita di droga non pagata, e di aver tentato di
porre in essere il sequestro di persona nei confronti di RUFFO Rosario
facendolo salire sulla propria autovettura e trattenendolo contro la sua
volontà al fine di conseguire il pagamento dei 40 mila euro del quantitativo di
droga non pagato alla consegna;
·
RUFFO Domenico,
VERSACI Stefano, SCHEPIS Basilio e SCHEPIS Giovanni sono accusati, a vario titolo, di aver
detenuto al fine di spaccio 1 kg e mezzo di cocaina. In particolare, VERSACI
Stefano vendeva ai fratelli SCHEPIS il citato quantitativo di droga e RUFFO
Domenico fungeva da staffetta durante il trasporto;
·
SCHEPIS Basilio è accusato
di aver acquistato da PERRE Domenico con la finalità di spaccio 300 grammi di
cocaina, 3 kg di marijuana e 500 grammi di eroina, per lo spaccio al dettaglio
a Messina;
·
SCHEPIS Giovanni,
MAMMOLITI Francesco, PIZZATA Francesco, VADALA’ Salvatore, sono
accusati di aver detenuto al fine di spaccio 100 grammi di cocaina. In
particolare, il PIZZATA, su incarico del MAMMOLITI, cedeva il predetto
quantitativo di droga al VADALA’ che lo riceveva per conto di SCHEPIS Giovanni,
nel mese di settembre 2010.