Legambiente: “ Consegnando oggi una bandiera nera, ne lasciamo una sospesa per il Sindaco Guarna, affinché abbandoni ogni indugio e si impegni per lo stop immediato alla centrale al carbone. Lo sviluppo futuro della Calabria deve punture sul turismo di qualità e sulle energie sostenibili”
Archiviare ogni dissennato progetto di realizzazione della centrale a carbone a Saline Ioniche, un impianto di 1200 megawatt, che rappresenterebbe un pesante ipoteca sul futuro dell’area grecanica e per il sistema energetico del nostro Paese. La centrale, estremamente impattante per l’ambiente e la salute dei cittadini, comprometterebbe ulteriormente il futuro economico e occupazionale di una zona già provata da un passato industriale che ha lasciato in eredità opere incompiute e ferite profonde al territorio. L’ordine del giorno approvato ieri all’unanimità dal Consiglio Regionale contro la messa in funzione dell’impianto, raccogliendo il sentimento espresso dalla gran parte della popolazione, deve aprire un nuovo scenario per il territorio grecanico finalizzato alla riqualificazione del territorio tramite un attento e ben ragionato sviluppo sostenibile che veda nelle energie rinnovabili e nel turismo di qualità la chiave di volta per rilanciare l’occupazione e porre le basi per un futuro pulito per Saline Ioniche e per tutta la Calabria.
Questo il chiaro monito lanciato a Saline Ioniche da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente da ventisette anni è in prima linea contro i pirati del mare , ovvero chiunque sfrutti il bene comune a fini privati. La campagna ambientalista, ritorna oggi in questa zona della Calabria riprendendo il messaggio di riscossa del territorio che aveva affermato nella sua prima sosta nel 2006. Indicando proposte alternative e raccogliendo la vertenza storica di Legambiente, delle altre associazioni e comitati locali, Goletta Verde si è fatta ambasciatrice della denuncia contro quello che sarebbe un progetto insensato a danno dell’ambiente, della salute, nonché dello sviluppo economico a lungo termine della collettività.
“I pirati del mare non sono delle suggestioni dei romanzi di Salgari o delle recenti pellicole cinematografiche con Johnny Deep - afferma Stefano Ciafani, Vicepresidente di Legambiente - ma sono purtroppo rappresentati da chi minaccia realmente lo sviluppo del Paese e l’integrità ambientale delle coste, come nel caso della Società SEI, Saline Energetiche Ioniche, alla quale oggi assegniamo una bandiera nera, per l'arroganza coloniale con cui insiste nel portare avanti, con ogni mezzo ed in contrasto con ogni utilità sociale, il progetto di costruzione di una centrale a carbone nell'ex area industriale di Saline Ioniche. Tutto ciò - sottolinea Ciafani - in spregio alla volontà popolare, coralmente e costantemente manifestata, e nonostante il deciso pronunciamento contrario più volte espresso dagli Enti locali, a partire dalla Regione Calabria, anche alla luce di un piano energetico regionale centrato su efficienza e rinnovabili e che nulla ha a che vedere con l’impiego del carbone. Il secondo vessillo dei pirati - conclude Ciafani - indirizzato al Sindaco di Montebello Ionico, Antonio Guarna, è per il momento in stand–by con l’auspicio che il primo cittadino possa seguire alla decisione del Consiglio Regionale e, lasciando da parte qualunque esitazione, si ponga in maniera chiara e decisa contro qualunque investimento a sostegno della Centrale a carbone e diventi punto di riferimento amministrativo del progetto di rilancio sostenibile del territorio”.
La centrale voluto dalla SEI, di cui la multinazionale svizzera Repower è socio di maggioranza, appare come una imposizione esterna alla volontà politica locale, che continua a servirsi, in mancanza di ragioni credibili, con mistificazioni, slogan ingannevoli, promesse effimere, finanziamenti e servizi a pseudo comitati del sì, incontri e accordi a “porte chiuse”. Il progetto dell’impianto manifesta inoltre l'atteggiamento da “gallina dalle uova d'oro”, dimostrando di puntare cinicamente soprattutto sulla forza di convincimento del denaro a fronte della “fame occupazionale”, illudendosi di poter ribaltare i dati del dissenso. La Calabria, come tutto il sud Italia deve al contrario necessariamente intraprendere una strada innovativa di sviluppo, puntando sulle risorse naturali di cui è ricca e dando voce alla popolazione che chiede di poter essere artefice e partecipe di uno sviluppo economico sano che dia benefici a lungo termine. In questo senso, la politica deve riuscire ad interpretarne i bisogni per orientare conseguentemente gli investimenti.
“Il Consiglio Regionale di ieri sera sulla centrale a carbone di Saline è una conferma e una svolta per uscire dall'impasse causata dall'insensato progetto della SEI - dichiara Nuccio Barillà della Segreteria nazionale di Legambiente - . L'ordine del giorno approvato all'unanimità ribadisce il no alla centrale, impegna la giunta a procedere al ricorso in tutte le sedi contro il decreto di Via firmato da Monti e spinge l'amministrazione regionale a trovare risorse per uno sviluppo territoriale turistico alternativo. Dalla vertenza contro il carbone nell'area grecanica - sottolinea Barillà - si deve uscire con un'alternativa seria e concreta per chiudere definitivamente con la cattiva industrializzazione che uccide il territorio come già visto nel passato proprio a Saline, come da noi più volte proposto in passato con l'individuazione di puntuali idee progettuali"
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