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domenica 22 luglio 2012

'NDRANGHETA: GUP MINUTOLI, 'LOCALE' DI GENOVA IN STRETTO COLLEGAMENTO CON CALABRIA

Reggio Calabria, 22 lug. (Adnkronos) - La sentenza 'Il Crimine' pone un riconoscimento formale all'esistenza dei locali di 'ndrangheta fuori dalla Calabria. Uno di questi e' stato individuato a Genova, dove il gruppo 'ndranghetistico opera ''in stretto collegamento con il Crimine di Polsi'', scrive il gup di Reggio Calabria Giuseppe Minutoli nelle motivazioni della sentenza emessa al termine del rito abbreviato. In un'intercettazione riportata nelle 870 pagine, Domenico Gangemi, ritenuto al vertice del locale di Genova, parla con Domenico Oppedisano, riconosciuto come detentore della carica di capo crimine, e gli dice ''noi con la Calabria abbiamo tutta la massima collaborazione, tutto il massimo rispetto, sia-mo tutti una cosa, pare che la Liguria e' ndranghetista...noi siamo calabresi''. Nella conversazione chiede di essere avvisati di informazioni che partono dalla Calabria, poi prosegue ''noi...noi siamo in collaborazione con la Calabria...noi se gli dobbiamo dare qualcuno dalla Calabria...(inc)...noi con la Calabria e io personalmente ci riteniamo... tutti una cosa... tutti Calabresi''. Altro personaggio di rilievo sarebbe stato Domenico Belcastro (condannato a otto anni in primo grado col rito abbreviato). E' emerso inoltre, nel corso delle indagini, la presenza di una ''camera di passaggio'' a Ventimiglia, ovvero un organismo destinato a ''regolare i rapporti di cooperazione con i locali calabresi operanti in Costa Azzurra, rispetto ai quali si pone in posizione di sostanziale continuita' operativa''. Partendo da un'informativa dei carabinieri di Genova, il gup Minutoli scrive ''Puo', quindi, affermarsi con certezza che in quel territorio del Nord Italia esiste da lunghi anni una ''radicata e lontana nel tempo pre-senza mafiosa di matrice calabrese, che si e' sviluppata gradualmente, seguendo parallelamente l'evoluzione dell'organizzazione 'madre', passando dal contrabbando al sequestro di persona, dal traffico di sostanze stupefacenti all'interessamento nel settore dei pubblici appalti, consentendo altresi' un graduale inserimento nella vita pubblica di talune realta' rivierasche, che ha facilitato l'acquisizione di beni immobili quale possibile reinvestimento del patrimonio proveniente dalle attivita' illecite''.

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