Perché il ricordo della Lira dopo dieci  anni
La Lira è qualcosa  di familiare che fa parte di noi e che non si può dimenticare. Anzi, più il  tempo passa, più il ricordo si fa nitido: è con questo spirito - come commenta  il Coordinatore delle iniziative Sandro Sassoli – che viene dedicato a Roma un  omaggio alla vecchia moneta a dieci anni dal suo addio. «Dieci anni fa –  aggiunge - mi accorsi che la nostra valuta nazionale cedeva il passo all’Euro  senza un’attenzione particolare che le rendesse veramente onore. Diedi così vita  alle “Celebrazioni della Lira Italiana”, salutate con simpatia  dall’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi e praticamente da tutto il mondo  numismatico, dalla stampa e soprattutto dalla gente. I bagni di folla de  “L’Addio alla Lira” a Fontana di Trevi nel 2002 con l’indimenticabile Alberto  Sordi e Valeria Marini, e per il Monumento alla Lira inaugurato a Rieti l’anno  successivo da Sophia Loren, costituiscono le prove concrete di una grande  emozione nazionale. Oggi altri testimonial di eccezione, come Lino Banfi, ci  sostengono in una memoria doverosa, ma senza rimpianti, perché il mondo cambia e  si protende nel futuro».  
Dopo che lunedì 27  febbraio, alle ore 11, Miss Italia Stefania Bivone sarà protagonista di una  simbolica cerimonia a Fontana di Trevi, il giorno dopo, alle ore 15, in  Campidoglio, Sala Pietro da Cortona, ricorderanno l’evento, insieme a Lino  Banfi, le Miss Italia Stefania Bivone, Denny Mendez, Cristina Chiabotto, Gloria  Bellicchi, Claudia Andreatti e le miss vincitrici di titoli nazionali 2011  Ludovica Perissinotto, Sara Izzo, Eleonora Pierella, Sarah Baderna e Alessia  Tedeschi.  
Alcune di esse,  compresa Stefania, indosseranno abiti smaglianti dello stilista Gianni  Calignano. L’incontro sarà condotto dal giornalista Michele Cucuzza;  l’introduzione sarà affidata al coordinatore Sandro Sassoli. Sono previsti  interventi di esperti di costume, di numismatica e della Zecca, presenti  la  banda musicale della Polizia di Stato e il Centro Attività Musicali “Aureliano”  con i Piccoli Cantori dell’Eur. Sarà presentato anche il sito www.indimenticabilelira.it    
I  riconoscimenti  – I premi che saranno  assegnati riguardano naturalmente la Lira in varie riproduzione e, in  particolare, la prima, del 1951. Alcune sono in metallo dorato, altre in  ceramica di Faenza. L’Ente Ceramica Faenza è un’Associazione Culturale nata con lo scopo di  tutelare il marchio della ceramica di Faenza. Fondata nel 1977 da Alteo Dolcini,  si è costituita a Faenza con il Patrocinio dell'allora Sindaco Veniero Lombardi.  Le sue attività sono  finalizzate alla promozione e valorizzazione, sia in  Italia che all'estero, della produzione della ceramica di Faenza in tutte le sue  forme: tradizionale, contemporanea, d’arte e di design. Oggi Faenza, con oltre  30 realtà attive nel settore della produzione della ceramica artistica ed il suo  vasto panorama produttivo, costituisce una delle eccellenze del nostro Paese:  basta ricordare che è tuttora famosa nel mondo attraverso il termine “faience”  con il quale si identifica ovunque la  maiolica.
“La Via della  Lira” all’Eur
La finalità  dell’iniziativa è quella di trasformare uno spazio di corto tragitto, come  piazza Guglielmo Marconi nel quartiere Eur a Roma, in un museo a cielo aperto,  di sicuro richiamo per gli abitanti e turisti di ogni età. La strada sarà  arricchita dalla riproduzione in bronzo, diametro 30 centimetri, di 12  significative monete che hanno fatto la storia della Lira, disposte su due file  per tutta la sua lunghezza. All’inizio e alla fine del percorso saranno presenti  due eleganti totem con la storia della lira in italiano e in inglese, e  indicanti gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Una  più grande riproduzione della Lira del 1951, di 60 centimetri, spiccherà tra  tutte, mentre un’altra, della stessa dimensione della moneta da un euro starà a   significare la continuità e il futuro. Nella nuova “Via della Lira” sarà  presente anche il passato lontano, con un’altra moneta particolare, il Denarius  romano, che per tanto tempo, dalla sua coniazione nel 211 avanti Cristo, può  considerarsi uno dei precursori di valuta internazionale.
La “Via della Lira”  può essere replicata anche in altre località della Penisola, costituendo così un  ideale percorso nazionale, ognuno contraddistinto dalla variante di una  significativa antica moneta locale. All’inaugurazione della “Via della Lira”  sarà abbinata la Mostra “Indimenticabile Lira”.
 
Testimonianze di  oggi
 
Roberto  Napoletano, direttore del ‘Sole 24 ore’
Indimenticabile  Lira … ma il futuro è  con l’Euro. La Lira è stata molto più di una valuta. E’ stata un simbolo di  unità nazionale che ha accompagnato, nel bene e nel male, la storia d’Italia. Al  confronto l’euro non desta emozioni, nostalgie, ricordi. Forse perché è la  moneta di un’area monetaria, non la moneta di una nazione. Ma allo stesso  l’euro, con le sue crisi, sta spingendo l’Europa, come già preconizzò Jean  Monnet, a darsi sempre più i connotati di una nazione. E se la Lira è  indimenticabile, come recita il nome del Premio, è proprio perché ci ricorda  questo stretto connubio tra un Paese e la sua moneta. Un connubio che vorremmo  sempre più forte. La linea  editoriale del Sole - 24 ore ha sempre sostenuto - e  continuerà a sostenere –che il futuro dell’economia italiana sta in un sempre  più saldo radicamento in quella faticosa costruzione europea che ha nell’euro,  figlio di una nobile rinuncia alla nostra sovranità monetaria, la sua pietra  angolare.
 
Antonio Catricalà  
Sottosegretario alla Presidenza del  Consiglio
L’emozione legata alle prime compere  fatte da bambino con le monetine strette in mano, oppure quella del primo  stipendio, sono memorie che restano indelebili nel cuore di ognuno di noi. Oggi  la Lira è parte della storia del nostro Paese: infatti ogni collezionista o  appassionato può collegare le vicende storiche dell’Italia alle diverse  emissioni, dai primi esemplari della Repubblica Cisalpina alle emissioni del  Regno d’Italia, dalle “Am-lire” del secondo dopoguerra al sorgere e  all’evolversi della nostra Repubblica, fino alle ultime emissioni che già  preannunciavano l’unità tra le nazioni europee e l’inizio di una nuova era di  “globalizzazione”.
 
Mons. Liberio  Andreatta
Vice Presidente dell’Opera Romana  Pellegrinaggi
Ricordo gli anni cui, giovane sacerdote,  fui parroco in realtà di periferia e quartieri operai, dove certo il denaro era  fatica e sudore vero, ma non posso dimenticare il tintinnio di quelle povere  monete nella cassetta delle elemosine: ecco, quelle famiglie non ricche, non  agiate, non dimenticano mai di donare anche solo una moneta per chi era ancor  meno fortunato, tributo piccolo nella forma ma enorme nella sostanza e nel  significato, che mi ha sempre commosso. Voglio ricordare con un sorriso una  vecchia barzelletta in cui le monete, alla fine dei tempi, si presentano davanti  al Signore per essere giudicate. “Entrate pure, care cinque lire, 50 e 100 lire  …”, dice. Si presentano poi le  1000 e le 5000 lire, ma ad esse il Signore  sbarra il passo con espressione corrucciata, dicendo: “Mi spiace molto, care  banconote, ma voi in Paradiso non avrete asilo: io, in chiesa, non vi ho mai  visto!”
 
Testimonianze di dieci anni  fa 
 
Lina Wertmuller,  regista
Addio a quella  bella  signora con le torri in testa, con i pepli e la faccia tanto per bene, che ci  proteggeva simpaticamente simboleggiando l’Italia sulla vecchia Lirozza. Dove  andrà a finire? Somigliava anche a Mina…
 
Giorgio Armani,  Stilista
La vita ai tempi  dell’euro sarà diversa. Non più le lire, i cambi, il mito del Marco moneta  stabile, le abitudini di sempre: ma una moneta nuova che dovremo imparare a  conoscere. Penso al sacrificio della Germania, che intorno al Marco ricostruì un  paese terribilmente distrutto dalla guerra e che, sempre intorno al Marco, ha  realizzato la sua riunificazione. Eppure si è convertita all’Euro superando ogni  panico. E oggi siamo tutti più vicini.
 
Carla Fendi,  stilista
L’idea di entrare nella  stanza dei comandi di una nuova Europa, la soddisfazione di essere fra i  protagonisti, la consapevolezza di aver dato un contributo per questi traguardi:  tutto questo, e tanto di più, significa l’ingresso in Italia  dell’euro.
 
Franco Zeffirelli,  regista
Sono decisamente  contrario a questa sospetta imbarcata nella quale siamo costretti per calcoli  politici ed economici ad adottare una moneta comune per i Paesi della Comunità  Europea. L’idea originale di questa Comunità, quella di Adenauer, De Gasperi e  Shumann, avrebbe realizzato un sogno che la Storia ha cercato di perseguire  attraverso i secoli, quello dell’unificazione europea. E su questa linea mi sono  trovato sempre entusiasticamente partecipe. Ma la moneta di un Paese è  l’espressione della sua economia, la misurazione quotidiana della sua operosità  e creatività. E’ una follia rinunciarvi. Viva la vecchia Lira, dunque, e  facciamo ogni sforzo per far sì che si rinnovi, che si sviluppi nelle differenze  e diventi sempre più una nuova Lira.
 
Sofia Loren,  attrice
Alla cara, vecchia Lira  che va in pensione vanno i miei ricordi più belli e qualche  nostalgia.
La mia prima Lira,  quando avevo 5/6 anni, è stato il risultato dei tanti soldini di rame che mi  erano regalati di tanto in tanto dai miei parenti e per meritarli dovevo essere  “buona” a tutti i costi, senza potermi abbandonare a capricci infantili. Ricordo  che il mio primo giocattolo, comperato coi miei soldini, fu una piccola cucina,  sulla quale potevo pasticciare i pranzetti per la bambola.
 
Rita Levi Montalcini,  Premio Nobel per la Medicina nel 1986
Ritengo che il denaro  sia alla base dei mali che affliggono l’intero genere umano. Tragicamente noto è  il vantaggio finanziario nella produzione di armi che genera conflitti. Come  espresso dal poeta Lawrence Ferlinghetti: “Sono in attesa che l’Esercito della  Salvezza vada al potere… che gli umili siano beati ed ereditino la Terra senza  tasse”.
 
Giulio Andreotti, ex  presidente del Consiglio
Quando cominciai a  comprare il giornale, Il Messaggero e l’Osservatore Romano costavano 20  centesimi di lira. Il mio primo stipendio da avventizio all’ufficio Imposta nel  1937 fu di 480 lire. La “difesa della Lira” figurò in tutti i programmi di  governo. E, poi, le “mille lire al mese” che, nel titolo di un film con Elsa  Merlini, rappresentavano un obiettivo, se non di ricchezza almeno di benessere.  Anche la parafrasi di una canzoncina del periodo della guerra d’Africa si  riferiva alla lira: “Faccetta nera, bella abissina, a quattro lire hai fatto  crescer la benzina”. Del periodo fascista, memorabile e rara era la monetina  d’argento da 20 lire con la scritta mussoliniana: “E’ meglio vivere un giorno da  leone che cento anni da pecora”. Ormai la Lira sta andando in antiquariato.  L’Euro la seppellirà insieme a molte altre consorelle.