(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 FEB - Imponevano il pizzo alle imprese che operavano nel loro territorio, sia che fossero considerate ''amiche'' o meno. A variare era solo il costo della mazzetta: il 4% che diventava il 3% per le aziende ''amiche''. E' uno degli aspetti emersi dall'inchiesta ''San Giorgio'', condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria che stamani ha portato all'arresto di sei presunti affiliati alla cosca Caridi. L'indagine, che costituisce il seguito di una precedente inchiesta denominata ''Alta tensione'', si e' avvalsa dell'utilizzo di intercettazioni ambientali dalle quali e' emerso che la cosca Caridi imponeva il pizzo ad alcune imprese edili che operavano nella loro zona di influenza, quella dei quartieri Modena, Ceccarello, San Giorgio, compresa quella impegnata nei lavori di costruzione della bretella stradale del Calopinace. Dalle intercettazioni, inoltre, sarebbe emerso il ruolo che ognuno dei sei arrestati rivestiva all'interno della cosca.
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