(ANSA) - BRUXELLES, 22 OTT - Rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno attraverso una radicale revisione dell'uso delle risorse gia' messe a disposizione dall'Ue: questo l'obiettivo di Eurosud, il piano messo a punto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il ministro ha colto l'occasione offerta dalla sua partecipazione alle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin dedicate alla ricetta anticrisi per presentare il 'suo' programma per il Sud al presidente della Commissione Ue Jose' Manuel Barroso. In un momento in cui non passa giorno senza che dalla Commissione o dai Paesi partner richiamino l'attenzione del governo italiano sull'urgenza di adottare misure per il rilancio della crescita, Tremonti ha giocato d'anticipo rispetto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - atteso al varco dal vertice Ue che si tiene domani - illustrando al presidente dell'esecutivo comunitario un'iniziativa che potrebbe contribuire a ridare slancio allo sviluppo economico del Paese senza bisogno di reperire risorse aggiuntive. Tremonti avrebbe voluto incontrare Barroso a quattr'occhi nella sede della Commissione, giusto dall'altro lato della strada rispetto al palazzo dove si sono svolte oggi le riunioni dei ministri delle Finanze dei 27. Ma all'ultimo momento, causa il protrarsi dei lavori dell'Ecofin, la delicatezza e la complessita' degli argomenti trattati, l'incontro si e' trasformato in un colloquio telefonico. Eurosud, ha spiegato il portavoce di Tremonti, prevede una ''radicale revisione strategica dell'uso dei fondi anche con una regia rafforzata sia per interventi di lungo periodo che per quelli con effetti immediati e rapidi''. Al Sud, ha detto il ministro a Barroso, ''non c'e' sviluppo ma ci sono fondi strutturali comunitari per cui non servono risorse aggiuntive''. Quello del ritardo di alcune regioni italiane sull'uso dei fondi europei e' un problema che si trascina da anni. Per il periodo 2007-2013, il bilancio Ue ha messo a disposizione dell'Italia 28,8 miliardi, di cui 21,5 'dedicati' esclusivamente alle cinque regioni in ritardo economico, cioe' Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. Prima dell'estate Bruxelles ha lanciato l'ennesimo allarme, segnalando all'Italia il rischio di perdere fondi per 1,7 miliardi se non saranno stati utilizzati entro la fine dell'anno. Tremonti ha chiesto a Barroso che l'idea del piano per il Sud venga inserita nel paragrafo del documento conclusivo del vertice dei leader Ue di domani. Un documento nel quale, secondo le indiscrezioni che circolano a Bruxelles, saranno contenuti forti richiami all'Italia sulla necessita' di gestire al meglio la situazione critica in cui si trova. Barroso, a quanto si e' appreso, ha accolto con ''grande interesse'' il piano di Tremonti chiedendo all'Italia ancora una volta ''massima attenzione'' sui conti pubblici fino al 2013.
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sabato 22 ottobre 2011
'NDRANGHETA: SCOPELLITI, LAVORI CASA CONDELLO DOPO SGOMBERO
(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 OTT - ''Apprendo da alcuni organi di informazione che, durante la mia sindacatura, l'Amministrazione comunale di Reggio Calabria avrebbe avviato lavori di ristrutturazione di un immobile sito in via Mercatello, ad Archi, mentre risiedevano i familiari dei Condello''. Lo afferma il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di Reggio. ''Tale circostanza - prosegue - non risponde al vero. In base alla documentazione ed agli atti in nostro possesso e da tutti consultabili, dopo lo sgombero, avvenuto nel 2006, l'amministrazione ha indetto asta pubblica giorno 1 febbraio 2007. La determina di aggiudicazione dell'asta e' datata 11 aprile 2007 ed i lavori hanno avuto inizio nel mese di maggio 2007''.
Last News Calabria (ore 18:30)
CRISI: GOVERNATORI SUD,PERCORSO CONDIVISO E RISORSE PROMESSE (ANSA) - POTENZA, 22 OTT - ''La richiesta di un'attenzione di livello europeo al Mezzogiorno deve avere come condizione la necessita' di risorse aggiuntive. Cosi' come sarebbe meglio partire da un metodo condiviso che le Regioni hanno portato avanti con il governo ed il ministro Fitto per le infrastrutture del Piano Sud''. E' il commento, in una nota congiunta, dei presidenti delle Regioni Basilicata, Abruzzo, Calabria, Campania, Molise e Puglia, Vito De Filippo, Gianni Chiodi, Giuseppe Scopelliti, Stefano Caldoro, Michele Iorio, Nichi Vendola, alla proposta lanciata dal Ministro Tremonti col presidente della Commissione Europea Barroso. ''Il Sud - hanno detto i governatori del Sud - ha una storica carenza di infrastrutture, da quelle tradizionali, come strade e ferrovie, a quelle di nuova generazione, tra cui le reti per la banda larga ed infine alle immateriali. Nel contesto della crisi in atto, i fondi che dovevano servire ad affrontare queste necessita' sono stati piu' volte usati per altre finalita'. La macchinosita' delle procedure a nuovi fattori che si sovrappongono, quali gli obblighi di spesa e il patto di stabilita', non hanno sempre consentito gli obiettivi di spesa previsti''. ''In questo quadro - hanno aggiunto - rappresenta un precedente positivo il lavoro fatto con una parte residua dei Fas che ha visto le Regioni, d'intesa col Ministero per i Rapporti con le Regioni e la Coesione territoriale, individuare obiettivi strategici su cui concentrare le poche risorse disponibili con procedure certe. Il piano Sud - hanno concluso i governatori presidenti - dovra' prevedere l'impiego di tutte le risorse promesse e programmate a partire dalla quota di finanziamento dello Stato''.
LAVORO:PROTESTA SU CAMPANILE;FERRERO, PIENO SOSTEGNO A LOTTA (ANSA) - CATANZARO, 22 OTT - ''Do il mio pieno sostegno alla lotta portata avanti con gesti estremi dal Coordinamento dei disoccupati di Verbicaro e dell'Alto Tirreno cosentino, identificandomi nella loro ribellione al potere e nella rivendicazione dei loro diritti''. Lo afferma il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero esprimendo la sua solidarieta' ai tre disoccupati che da lunedi' scorso sono saliti, per protesta, sul campanile di Verbicaro. ''Si tratta di diritti - aggiunge - riconosciuti dalla nostra Costituzione ed invocati ad alta voce per ottenere un lavoro produttivo sulla base di progetti seri, presentati alla regione Calabria dai compagni, in larga parte del Prc, che amministrano quella comunita'''. ''Come ieri eravamo con i lavoratori della Fiom ed i ferrovieri in sciopero - dice ancora Ferrero - oggi siamo con i disoccupati di Verbicaro, che con forza rifiutano forme di assistenza clientelare pur vivendo in una regione martoriata dalla 'ndrangheta, da politicanti affaristi e dalla cattiva gestione di una destra inquisita ed inaffidabile''.
CALCIO: REGGINA-VARESE 3-2 (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 OTT - Reggina batte Varese 3-2 (1-0) in una gara valida per l'11/a giornata del campionato di serie B. La Reggina sblocca il risultato nel primo tempo con Ragusa (30') e raddoppia ad inizio ripresa (3') con Missiroli, su rigore concesso per un fallo di Grillo su Colombo. Il Varese accorcia al 14' st con Figliomeni, ma subisce nuovamente la marcatura dei calabresi ad opera di Colombo (41'). In pieno recupero (48') De Luca accorcia nuovamente le distanze. Al 49' della ripresa Figliomeni e' stato espulso per fallo da ultimo uomo.
COMUNI: SCOPELLITI INDAGATO; NUCARA, AGGRESSIONE FUORI LUOGO (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 22 OTT - ''L'aggressione di cui e' oggetto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, a noi sembra del tutto fuori luogo, impropria e propagandistica''. Lo sostiene, in una dichiarazione, il segretario del Pri Francesco Nucara, in relazione alle irregolarita' contabili nei bilanci del Comune di Reggio Calabria negli anni in cui Scopelliti era sindaco. ''Il tipo di reato di cui e' accusato il Governatore della Calabria - aggiunge - e' certamente, sul piano politico, molto meno grave di un falso in bilancio o di un abuso d'ufficio. Peraltro non sappiamo nemmeno se l'eventuale reato sia di natura colposa o dolosa. Dalla sinistra, che festeggia questo avviso di garanzia, ricordiamo quello che successe negli anni '90, quando da parte di autorevolissimi esponenti della sinistra reggina di allora incomincio' la caccia alla streghe di un intera classe politica. Evidentemente non avevano capito niente allora, visti i risultati politico-elettorali degli anni seguenti, e non capiscono nemmeno adesso''. ''I problemi politici - aggiunge il segretario del Pri - non si risolvono sugli eventuali problemi degli altri, ma proponendo soluzioni alternative che, purtroppo per il processo democratico, la sinistra non e' in grado di garantire. Siamo convinti, fino a prova contraria, dell'estraneita' di Scopelliti, rispetto alle accuse che si evincono dai giornali, come siamo altrettanto convinti sempre fino a prova contraria, dell'estraneita' di Penati, D'Alema e tanti altri uomini della sinistra, rispetto alle accuse loro rivolte''.
REGGIO CALABRIA: DUE MENSE SCOLASTICHE SOSPESE PER CARENZE IGIENICHE E STRUTTURALI Reggio Calabria, 22 ott. (Adnkronos) - Due mense scolastiche sono state chiuse temporaneamente dai carabinieri del Nas a Polistena e Palmi. Sia nella scuola materna ''Trieste'' di Polistena che all'istituto scolastico comprensivo statale non sono risultati rispettati i requisiti minimi igienico-sanitari e strutturali previsti dalla normativa. Il provvedimento di sospensione e' stato adottato dal dirigente del dipartimento di prevenzione dell'Asp 5 di Palmi.
Last News Calabria (13)
FOOD: COLDIRETTI, GIA' CENTO BOTTEGHE CON PRODOTTI 100% ITALIANI AGI) - Cernobbio (Como), 22 ott. - Sono gia' cento le Botteghe degli agricoltori di Campagna Amica aperte in un mese sul territorio nazionale per garantire ai consumatori prodotti agricoli al cento per cento italiani, provenienti esclusivamente da aziende agricole e cooperative. Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, in occasione dell'XI edizione del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, organizzato a Cernobbio. Dal Piemonte alla Lombardia, passando dalla Toscana e dalle Marche, fino alla Calabria e alla Puglia, si stanno moltiplicando i punti della prima catena di vendita diretta organizzata degli agricoltori italiani, un nuovo e moderno canale commerciale che si affianca alla Grande distribuzione e ai negozi di prossimita' e che va ad integrare la rete gia' attiva di quasi diecimila frantoi, cantine, malghe, cascine e aziende agricole trasformate in punti vendita e i quasi mille mercati degli agricoltori di Campagna Amica gia' presenti su tutto il territorio nazionale.
Strage ciclisti/ Difesa marocchino: no bici su strade veloci Procura chiede 10 anni di carcere per la morte degli 8 ciclisti - Lamezia terme (CZ), 22 ott. (TMNews) - Ringrazio Lamezia ed i familiari dei ciclisti morti, per il senso di civiltà che hanno dimostrato al Paese pur in questo tragico momento, considerato anche che la moglie di uno di loro ha saputo pronunciare la parola "perdono", a poche ore dalla tragedia". Così ieri mattina nella sua arringa difensiva Gregorio Ceravolo, uno dei legali di Chafik El Ketani, il marocchino ventunenne accusato di omicidio colposo plurimo, che il cinque dicembre dello scorso anno mentre era alla guida di una Mercedes provocò la morte di otto ciclisti. Accusato tra l'altro di guidare "sotto l'effetto di sostanze stupefacenti" sulla strada statale 18 tirrena inferiore alla periferia di Lamezia Terme, "con violazione, delle norme sulla circolazione stradale". A riportarlo oggi, è il quotidiano "Calabria Ora" nelle pagine regionali. L'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Domenico Galletta, che aveva chiesto dieci anni, verteva principalmente su quattro punti: l'infrazione del divieto di sorpasso; il superamento del limite di velocità; l'invasione della corsia di sorpasso; la guida del mezzo sotto gli effetti delle sostanze stupefacenti. Nelle controdeduzioni della difesa emergono quattro punti su cui, di fatto, è stata incentrata l'arringa. In particolare, si dice che le biciclette "non riportano tutti i dispositivi previsti" perché "non sono dotati di elementi per le segnalazioni acustiche (campanello) e per segnalazioni visive" e "non potevano circolare su di una strada a scorrimento veloce".
Strage ciclisti/ Difesa marocchino: no bici su strade veloci Procura chiede 10 anni di carcere per la morte degli 8 ciclisti - Lamezia terme (CZ), 22 ott. (TMNews) - Ringrazio Lamezia ed i familiari dei ciclisti morti, per il senso di civiltà che hanno dimostrato al Paese pur in questo tragico momento, considerato anche che la moglie di uno di loro ha saputo pronunciare la parola "perdono", a poche ore dalla tragedia". Così ieri mattina nella sua arringa difensiva Gregorio Ceravolo, uno dei legali di Chafik El Ketani, il marocchino ventunenne accusato di omicidio colposo plurimo, che il cinque dicembre dello scorso anno mentre era alla guida di una Mercedes provocò la morte di otto ciclisti. Accusato tra l'altro di guidare "sotto l'effetto di sostanze stupefacenti" sulla strada statale 18 tirrena inferiore alla periferia di Lamezia Terme, "con violazione, delle norme sulla circolazione stradale". A riportarlo oggi, è il quotidiano "Calabria Ora" nelle pagine regionali. L'accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Domenico Galletta, che aveva chiesto dieci anni, verteva principalmente su quattro punti: l'infrazione del divieto di sorpasso; il superamento del limite di velocità; l'invasione della corsia di sorpasso; la guida del mezzo sotto gli effetti delle sostanze stupefacenti. Nelle controdeduzioni della difesa emergono quattro punti su cui, di fatto, è stata incentrata l'arringa. In particolare, si dice che le biciclette "non riportano tutti i dispositivi previsti" perché "non sono dotati di elementi per le segnalazioni acustiche (campanello) e per segnalazioni visive" e "non potevano circolare su di una strada a scorrimento veloce".
Reggio Cal.: Carabinieri, sequestrato immobile a Giuseppe Buda
I Carabinieri del Comando Provinciale, del ros e G.I.C.O della Guardia di Finanza di Reggio Calabria nella mattinata odierna hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal tribunale di reggio calabria sezione giudice per le indagini preliminari nei confronti di:
buda giuseppe, nato a villa s. Giovanni, (rc), cl. 70, il provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria è conseguente all’operazione META che, tra l’altro ha delineato le articolazioni territoriali della ‘ndrangheta del capoluogo reggino, con particolare riferimento alle cosche “condello” e “de stefano-libri” per l’area cittadina e “buda-imerti” e “zito-bertuca” per villa san giovanni (rc) e fiumara di muro (rc).
Le indagini hanno accertato che buda giuseppe, cugino di primo grado di BUDA Pasquale cl. 56 e BUDA Natale cl. 63 già arrestati in Meta come capi cosca, aveva acquistato ad un’asta giudiziaria l’immobile oggi sequestrato per conto della stessa cosca buda come prestanome.
PdCI: attacco alla libertà di stampa!
Gli episodi di vera e propria intimidazione nei confronti di alcuni giornalisti ed operatori radiotelevisivi avvenuti durante lo svolgimento dell’odierno Consiglio comunale di Reggio Calabria, rappresentano una gravissima minaccia al normale esercizio della libertà di stampa. Libertà di stampa che, fino ad oggi, nonostante il comportamento anti-democratico tenuto dal sindaco Arena, è ancora costituzionalmente garantito. Anzi, è bene ricordare, si tratta di un pilastro della nostra democrazia.
Pertanto, la decisione, dispotica e intimidatoria, adottata da Arena, il quale ha inviato la Polizia Municipale per procedere all’identificazione di un giornalista del Corriere della Calabria e dell’operatore della troupe televisiva di Telereggio, rappresenta un episodio gravissimo ed inquietante. Si tratta di pericolosi segnali, tangibili e drammaticamente concreti, che evidenziano la mancanza del benché minimo rispetto delle basilari regole democratiche. Un triste punto di non ritorno.
Siamo arrivati ad un momento nel quale la libera stampa - colpevole, nei fatti, di informare la cittadinanza sull’enorme disastro amministrativo e sulla voragine finanziaria causati dal PDL di Scopelliti e Arena - non può svolgere la sua funzione e il suo ruolo.
Ci troviamo di fronte a fatti ed episodi di una gravità eccezionale che si inseriscono in una strategia, scientemente studiata, che mira a imbavagliare, anche a Reggio, la stampa e i giornalisti.
Ovviamente questo disegno non passerà, poiché troverà un muro invalicabile costituito dalla stragrande maggioranza del popolo libero, a partire dai Comunisti Italiani.
In tal senso, siamo vicini a tutti i giornalisti e a tutte le testate per quanto accaduto e li invitiamo a proseguire nel loro difficile impegno e nel duro lavoro quotidiano per informare ed informarci su tutto lo sfascio provocato dal decrepito “modello Reggio”: un modello utilizzato per truffare e rubare il denaro pubblico e della collettività.
Infine, suggeriamo al sindaco Arena, evidente particolarmente acerbo nella conoscenza della Costituzione, sulla quale, però, da sindaco, ha solennemente giurato, di andare a leggere e, eventualmente, imparare a memoria l’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana.
E’ evidente che ne ha tanto ed enorme bisogno.
Ufficio Stampa PdCI
venerdì 21 ottobre 2011
FINMECCANICA: ROSSI (TOSCANA), ANSALDOBREDA VA RAFFORZATA
(AGI) - Firenze, 21 ott. - La Regione sollecitera' l'intervento del governo per rafforzare Ansaldobreda chiedendo di modificare le intenzioni di vendita del gruppo da parte di Finmeccanica. Lo ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi a conclusione di una lunga riunione con la rappresentazione sindacali dell'azienda. E' quanto si legge in una nota della Regione. "Ho preso l'impegno di chiedere un incontro al ministro dello Sviluppo Economco, Romani e al ministro dei Trasporti Matteoli. Se vuole mantenere una politica industriale per questo settore, il governo puo' chiedere a Finmeccanica di mantenere la sua presenza nel settore ferroviario. In qualita' di azionista di riferimento di Finmeccanica ne ha piena facolta'. Occorre quindi pensare, non a una dismissione, ma a un piano di rilancio con precise garanzie per l'occupazione e il territorio: in ballo c'e' il futuro della piu' grande impresa ferroviaria italiana, di una azienda leader del settore anche a livello mondiale". Dal presidente e' giunto quindi un pieno sostegno alle istanze delle maestranze sintetizzate in un manifesto nel quale si chiede di modificare le scelte di Finmeccanica circa la vendita e la dismissione di Ansaldobreda sostenendo il ruolo strategico del settore della costruzione del materiale rotabile. "Mi e' stata chiesta l'adesione a questo manifesto e io l'ho data volentieri - ha ribadito Rossi - Condivido i contenuti dell'istanza presentata e ne parlero' anche con i presidenti delle Regioni che, come la nostra con la sede di Pistoia, sono interessate al problema, e cioe' Campania, Calabria e Sicilia". Rossi ha ricordato anche come la Regione sia stata concretamente presente nel sostenere i progetti di crescita e di innovazione del comparto: "Nel corso degli ultimi tre anni la Regione ha sostenuto con 13 milioni di euro i progetti di ricerca e di innovazione di societa' del gruppo Finmeccanica. Impegno che adesso rafforzeremo con l'avvio all'Osmannoro del centro di dinamica sperimentale e le attivita' sulla qualita' e la sicurezza dei materiali". Anche per questo, ora la Regione chiede chiarezza sul futuro: "Questa situazione di incertezza fa male ai lavoratori, alle loro famiglie e a un intero territorio, mette in difficolta' tutto l'indotto, e pregiudica anche le potenzialita' produttive dell'azienda che ha importanti commesse da parte di Trenitalia. Per questo e' necessario sbloccare, e rapidamente, la situazione. Ripeto quello che dissi a luglio davanti ai cancelli dell'azienda pistoiese: insieme ai lavoratori ci metteremo di traverso contro ogni ipotesi di ridimensionamento o svendita dell'azienda. Infine a Finmeccanica vorrei dire: abbiamo dato e abbiamo quindi il diritto di dire la nostra e di chiedere conto"
SVIZZERA: 'NDRAGHETA, TREDICI RINVIATI A GIUDIZIO
(ANSA) - GINEVRA, 21 OTT - La procura svizzera ha annunciato oggia Berna il rinvio a giudizio di 13 persone accusate per partecipazione o sostegno ad un'organizzazione criminale di stampo 'ndraghetistico. Fra gli imputati figura anche capo dell'organizzazione criminale indagata, il originario di Mesoraca ed ha acuisito al nazioanlita' svizzera. ''Il ministero pubblico della Confederazione (Mpc) - afferma una nota - ritiene di aver raccolto sufficienti elementi probatori atti a dimostrare l'esistenza di un'organizzazione criminale autonoma, attiva a partire almeno dal 1994, in Svizzera. La stessa operava sull'asse Zurigo-Ticino-Italia, principalmente nell'ambito di traffici internazionali di stupefacenti, di traffici internazionali di armi da fuoco verso l'Italia e del riciclaggio di denaro'' . Il Mpc promuove quindi l'accusa dinanzi al Tribunale penale federale di Bellinzona nei confronti di 13 persone per partecipazione o sostegno a un'organizzazione criminale, riciclaggio di denaro aggravato, grave infrazione alla Legge sugli stupefacenti, grave infrazione alla legge federale sul materiale bellico e altri reati. Dalle indagini - afferma la nota - emerge che ''il sodalizio criminale, di stampo 'ndranghetistico, e' duraturo'', la struttura ''opera autonomamente in Svizzera, ma e' strettamente collegata alle cosche originarie calabresi, in particolare la cosca Ferrazzo di Mesoraca. Mantiene inoltre rapporti di natura criminale con organizzazioni di stampo 'ndranghetistico egemoni in altri territori d'Italia, in particolare in Calabria e Lombardia, con cui condivide finalita' criminali''. Nel corso delle indagini sono state monitorate attivita' criminali riferite a traffici internazionali di stupefacenti per oltre 14 kg di cocaina, traffici internazionali di armi da fuoco per almeno 285 pezzi e attivita' di riciclaggio di denaro per un importo complessivo oltre i 12 milioni di euro. La Svizzera ha avviato l'inchiesta nel 2002, dopo una domanda d'informazioni della Direzione nazionale antimafia di Roma
Last News Calabria (16)
Droga/ Sequestrati 54 kg cocaina nel porto di Gioia Tauro Valore sul mercato oltre 13 milioni di euro Roma, 21 ott. (TMNews) - I funzionari dell`Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro, insieme ai finanzieri del gruppo operativo antifrode di Reggio Calabria e ai militari della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, hanno sequestrato circa 54 chili di cocaina purissima, confezionata in 45 panetti. La sostanza stupefacente, che avrebbe fruttato con la vendita al dettaglio circa 13 milioni di euro, era nascosta in un container proveniente dal Sud America e destinato in Spagna che trasportava fave di cacao. L`inchiesta è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con la Procura della Repubblica di Palmi.
'NDRANGHETA: PISANU, QUI AL NORD PREFERISCE MAZZETTE A MITRA (ANSA) - GENOVA, 21 OTT - A differenza di cio' che accade in Calabria ''qui la 'ndrangheta preferisce le mazzette al kalashnikov''. Lo ha detto il presidente della Commissione antimafia Giuseppe Pisanu riferendosi alle infiltrazioni dell'associazione malavitosa al centro-nord, a margine della seconda giornata di audizioni della Commissione in corso a Genova. ''Sul continente - ha detto Pisanu - la 'ndrangheta ha ridotto al minimo l'intervento militare e preferisce l'uso di forme piu' sofisticate come il guadagno facile e la partecipazione in societa' per future scalate''. Secondo Pisanu la 'ndrangheta e' ''la piu' forte delle altre organizzazioni criminali'' quella che ha ''maggiore capacita' di espansione. In Liguria si e' organizzata in 'locali' guidati da una camera di compensazione e controllo che coordina il sud del Piemonte e la Francia''.
ABORTO:PARROCO SUONA CAMPANE A MORTO;DIOCESI,DIFENDERE VITA (ANSA) - SAN GIOVANNI IN FIORE (COSENZA), 21 OTT - La diocesi di Cosenza-Bisignano ha deciso di sostenere l'iniziativa del Parroco della chiesa di Santa Lucia di San Giovanni in fiore, Emilio Salatino, che fa suonare le campane ogniqualvolta viene praticato un aborto nel locale ospedale. Dopo che la notizia dell'iniziativa di don Emilio e' stata diffusa dal Quotidiano della Calabria, a San Giovanni in Fiore si e' acceso un intenso dibattito. E nell'ambito della discussione oggi e' intervenuta la diocesi di Cosenza che, attraverso una nota, ha evidenziato che ''notiamo una strana meraviglia rispetto alla liberta' di proclamare l'inviolabilita' della vita, che e' sempre dono e dono di Dio. A questa meraviglia non ha corrisposto altrettanta energia mediatica quando la comunita' del popoloso capoluogo silano e' stata privata del punto nascita''. Il direttore dell'Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali, don Enzo Gabrieli, ha ricordato come ''il parroco del luogo ha inteso evidenziare, con un segno di antica tradizione cristiana, di chiara identita' e di invito alla preghiera, il pensiero cristiano con una simbologia e senza con cio' voler pronunciare una condanna nei confronti delle persone, ma sulla sbrigativa scelta di una pratica che e' cristianamente inaccettabile''. L'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano ritiene opportuno ribadire che ''la vita - conclude la nota - va custodita sin dal suo sbocciare fino al suo naturale tramonto. Nell'attuale panorama di riorganizzazione sanitaria sembrerebbe infatti che alcune scelte aziendali tengano conto piu' delle logiche economiche che della inviolabile dignita' della persona umana e della sua centralita', piu' del numero di prestazioni che della qualita' e della conformazione del territorio e del bisogno di chi vive lontano dalle citta'''.
REGGIO CALABRIA: SEQUESTRATI I DEPURATORI DI BOVA MARINA ERANO IN TOTALE STATO DI ABBANDONO E INATTIVI Reggio Calabria, 21 ott. - (Adnkronos) - La Guardia Costiera di Reggio Calabria e la delegazione di spiaggia di Melito Porto Salvo, hanno sequestrato i depuratori di Bova Marina in localita' Vena e San Pasquale. Al termine di un controllo eseguito su delega della Procura reggina, hanno rilevato che i due impianti continuano ad essere mantenuti in totale stato di abbandono e degrado, completamente inattivi a causa del mancato afflusso dei reflui che si riversano direttamente in mare senza alcuna depurazione. Gli uomini della Guardia Costiera hanno quindi proceduto al sequestro dei due depuratori ed all'affidamento in custodia al Comune che dovra' provvedere a bonificare le aree e ripristinare il ciclo depurativo. I due depuratori, spiegano dalla Capitaneria di Porto, erano stati gia' oggetto di verifica nel corso dell'attivita' svolta lo scorso anno, in occasione della quale erano stati gia' rilevati guasti e malfunzionamenti. L'attuale situazione ha evidenziato, tuttavia, un sensibile peggioramento al punto che gli impianti sono oggi del tutto abbandonati e non funzionanti. In tutta la Calabria la Direzione marittima ha rilevato un quadro grave delle condizioni del sistema depurativo che e' deficitario in tutta la regione. Sono 29 i Comuni privi di apparecchiature di depurazione o che di fatto dispongono di attrezzature dismesse e quindi inutilizzate; 39 gli impianti obsoleti o sottodimensionati rispetto alla reale portata della acque reflue da depurare; 53 quelli che pur essendo strutturalmente funzionati, presentano problemi manutentivi gravi tali da inficiare di fatto il risultato finale dei parametri delle acque depurate; 56 sono gli impianti senza autorizzazione.
Last News Calabria (11:30)
COMUNI:REGGIO C.;NAPOLI(FLI),GRAVE NOTIZIE PROCURA A SINDACO (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 21 OTT - ''E' estremamente grave che una relazione, contenente notizie di reato, in fase di indagine sia arrivata nelle mani dell'attuale sindaco Arena''. Lo sostiene, in un'interrogazione presentata ai Ministri della Giustizia e dell'Economia, la deputata di Futuro e Liberta' Angela Napoli facendo riferimento alla relazione redatta dai periti della Procura della Repubblica di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte irregolarita' nei bilanci del Comune. Secondo la parlamentare, ''la relazione della visita ispettiva della Procura della Repubblica contiene alcuni omissis nonche' notizie di reato, tanto che l'ex sindaco del Comune, Giuseppe Scopelliti, e' stato invitato a comparire. Nella giornata di ieri il sindaco, Demetrio Arena, nel corso di una conferenza stampa, ha mostrato e richiamato la relazione dei periti della Procura della Repubblica inviati per accertare la situazione finanziaria del Comune di Reggio, anche alla luce del suicidio della dirigente, Orsola Fallara. Sempre il sindaco Arena - aggiunge Angela Napoli - ha ritenuto di evidenziare le divergenze tra i contenuti della relazione prodotta dagli ispettori del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, dalla quale emergono pesanti irregolarita' nella contabilita' del Comune, e quelli della relazione prodotta dai periti della Procura della Repubblica di Reggio Calabria''. L'on.Napoli chiede, in particolare, ''qual e' il motivo che ha portato la Procura della Repubblica di Reggio Calabria a fare entrare in possesso della relazione in questione l' attuale sindaco, Demetrio Arena''.
Fisco, Svimez: al mezzogiorno l'11% in meno di quanto programmato Spesa per lo sviluppo: dal 2004 al 2006 al Sud 211 euro pro capite in meno del pro-grammato Il Presidente della Svimez: "Ridurre i divari tra le Regioni, non i residui fi-scali". Lo studio sull'ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno Roma, 21 OTT (il Velino/AGV) - Quanto e' fondato il luogo comune del Sud sprecone e inondato di risorse provenienti dai trasferimenti dal Centro-Nord? Secondo la Svimez dal 2004 al 2006 i cittadini meri-dionali hanno ricevuto l'11% di risorse in meno rispetto a quanto sarebbe stato trasferito con coerenti politiche redistributive e di sviluppo. Sul fronte della spesa per lo sviluppo, in particolare, ogni cittadino meridionale ha ricevuto 211 euro in meno del programma-to in base all'obiettivo del 45% del totale della spesa in conto capitale al Mezzogiorno. E' quanto sostiene uno studio di Adriano Giannola, Carmelo Petraglia e Domenico Sca-lera sui residui fiscali regionali pubblicato sul numero 1-2 della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez edito da Il Mulino, diretto da Riccardo Padova-ni. Nello studio di Giannola, Petraglia e Scalera vengono stimati per il biennio 2004-2006 i valori dei residui fiscali regionali (il saldo tra entrate e spese delle amministra-zioni pubbliche riconducibili ad un territorio) "teorici", cioe' coerenti con un'intensita' delle politiche redistributive e regionali corrispondente al grado di progressivita' delle aliquote IRPEF nel biennio considerato e all'obiettivo programmatico di erogare nel Sud il 45% della spesa pubblica totale in conto capitale. Dallo studio dei tre economisti emerge che per l'intero Mezzogiorno, il valore effettivo del residuo fiscale risulta piu' contenuto rispetto al suo valore teorico: il Sud ottiene dallo Stato piu' di quanto versa, per via dei redditi piu' bassi e della struttura economica piu' debole, ma molto meno di quanto dovrebbe. Dal 2004 al 2006 il residuo fiscale medio dei residenti meridionali e' stato si' negativo, ma di -2.712 euro anziche' i -3.040 dovuti (l'11% in meno). REGIONI: quelle piu' penalizzate sono Abruzzo, Puglia e Campania: a fronte di un resi-duo teorico di -1.680 euro, l'Abruzzo registra -1.173 euro pro capite di residuo effettivo (con uno scarto del 30%), la Puglia -2.294 euro rispetto a -3.090 euro (-25%), la Cam-pania -2.375 anziche' -2.967 euro (con una differenza del 20%). Solo il Piemonte contri-buisce alla redistribuzione piu' del dovuto mentre la Lombardia fornisce un contributo sostanzialmente coerente con il dettato costituzionale e gli obiettivi programmatici. Il primo raggiunge i 1.371 euro pro capite, il 46% in eccesso rispetto al residuo "teorico" di 939 euro, la seconda, invece con 4.602 di euro pro capite effettivi, supera solo del 3,7% il suo valore "teorico" di riferimento (4.437 euro). SPESA PER LO SVILUPPO - Secondo un'altra elaborazione contenuta nello studio, dal 2004 al 2006 ogni cittadino meridionale ha ricevuto effettivamente dallo Stato 1.015 euro a fronte dei 1.226 stabiliti dagli obiettivi di programma (cioe' con il 45% del totale della spesa al Mezzogiorno). Situazione capovolta al Centro-Nord: qui nello stesso pe-riodo ogni cittadino ha ricevuto 936 euro, 115 in piu' rispetto agli 821 programmati. Sardegna e Basilicata le piu' colpite. A livello regionale, con 1.705 euro pro capite, e' la Sardegna la piu' penalizzata: ha ottenuto 353 euro in meno, rispetto ai 2.058 programma-ti. A seguire, la Basilicata, con 331 euro di differenza, cioe' 1.591 rispetto ai 1.922 pre-visti. Segno negativo anche per le altre regioni meridionali: il Molise lascia sul tappeto 297 euro, la Calabria 266, l'Abruzzo 201, Campania e Sicilia 193, "solo" 149 per la Puglia.
"I residui fiscali negativi delle regioni meridionali", si legge nello studio, "non possono essere semplicisticamente considerati come necessariamente patologici o addirittura come una prova di iniqua sottrazione di risorse del Nord a beneficio dello sperpero del Sud", bensi' riflettono l'impegno (scarso al Sud) delle politiche regionali per lo sviluppo. Altrettanto sbagliato associare automaticamente residui fiscali negativi alla mala ammi-nistrazione. Agire sul sistema fiscale per distribuire meno risorse tra i cittadini, mette a rischio il sistema di perequazione tra le Regioni. Occorre quindi "ridurre i divari eco-nomici tra le Regioni, non i residui". Nel Sud i residui fiscali regionali sono tutti negativi, segnalando che le regioni del Mez-zogiorno beneficiano di notevoli trasferimenti interregionali. Ma questo non e' di per se' sufficiente a dimostrare che la redistribuzione cosi' realizzatasi sia patologicamente ele-vata e che vada pertanto drasticamente ridotta, come vorrebbero certi sostenitori della "questione settentrionale". I residui fiscali negativi delle regioni settentrionali, infatti, non sono altro che il riflesso della redistribuzione implicita nell'azione pubblica diretta all'attuazione dei principi costituzionali della progressivita' delle imposte, dell'universalita' della spesa pubblica e della perequazione dei territori in ritardo di svi-luppo. Ha poco senso dunque affermare che il Sud ha dei residui fiscali "troppo alti" se non si specifica quale sia il valore di riferimento "giusto", rispetto al quale il giudizio viene espresso. Solo residui fiscali regionali in eccesso rispetto a tale valore di riferi-mento possono essere portati a sostegno dell'argomento della presunta ingiustizia fisca-le sofferta dai cittadini settentrionali.
Regione: Stillitani sul progetto regionale borse lavoro
L’Assessore regionale al Lavoro e Politiche Sociali Francescantonio Stillitani – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale - ha scritto alla Segreteria regionale della Cgil in relazione ad alcune critiche rivolte sul progetto borse lavoro. “Leggendo la stampa – ha scritto l’Assessore Stillitani - sono rimasto meravigliato dalle dichiarazioni fatte da codesto sindacato in merito all'avvio del progetto borse lavoro. Innanzitutto convengo con i principi generali esposti nella vostra nota nella parte che rivendica la necessità di utilizzare le risorse, non per creare lavoro precario, ma una occupazione stabile. Quello che non condivido è l’attribuzione dell'etichetta di precario a chi usufruirà delle borse lavoro, infatti è sfuggito, magari involontariamente alla Vostra attenzione il fatto che l'impresa che attiva una borsa lavoro trascorsi i nove mesi della sua durata ha l'obbligo di procedere all'assunzione a tempo indeterminato del borsista e addirittura alcune imprese procederanno direttamente all’assunzione saltando il periodo di borsa lavoro. L'innovazione di questo bando consiste proprio nel non avere utilizzato la borsa lavoro finalizzata semplicemente alla formazione ma collegandola per la prima volta all'obbligo da parte delle aziende all'assunzione a tempo indeterminato. E' chiaro – ha proseguito Stillitani - che durante il periodo della borsa lavoro il rapporto tra azienda e borsista non costituisce rapporto di lavoro, come giustamente da voi evidenziato, questo e' conseguente alla natura giuridica della stessa borsa; voglio precisare, per tranquillizzare codesto sindacato, che all'avvio della borsa lavoro sorge automaticamente l'obbligo di instaurare da parte dell'impresa il rapporto di lavoro a tempo indeterminato quando la borsa finisce.
Nel caso in cui l'azienda non dovesse procedere all' assunzione a tempo indeterminato – ha spiegato ancora l’Assessore - sarà tenuta a restituire alla regione l'intera somma utilizzata. Ho ritenuto di dover fare queste precisazioni nell'ottica della collaborazione e concertazione che ritengo aver instaurato con tutte le organizzazioni sindacali compresa la Cgil della mia volontà di continuare questo rapporto di collaborazione che ritengo necessario.
A tale proposito mi permetto di ricordare che prima della pubblicazione del bando ho convocato le organizzazioni sindacali ricevendo il parere favorevole al bando stesso.
Per ultimo ritengo ingiusto che ci si accusi di voler giocare con il lavoro, il lavoro é una cosa seria e tale va considerato, ma sarebbe opportuno che sul lavoro non si facciano speculazioni da parte di nessuno a prescindere dei ruoli che si rivestono, perché l'emergenza lavoro in Calabria può essere affrontata solo se tutte le parti istituzioni, sindacati e datori di lavoro ci sediamo intorno ad un tavolo e affrontiamo il problema. A tale proposito, nelle prossime settimane, avrò il piacere di convocare un tavolo per discutere insieme il progetto del piano generale del lavoro che come regione stiamo predisponendo e che prevede le modalità di utilizzo di tutta le risorse a disposizione nell'ottica di uno di sviluppo concordato.
In quella sede – ha concluso Stillitani - saranno bene accette tutte le idee ed i suggerimenti che vorrete esprimere nella convinzione che se queste saranno migliori rispetto alla nostra proposta saranno recepite nell'interesse comune di favorire il più possibile l'occupazione stabile e duratura”.
Miss Italia Sport Diadora: dopo la vittoria, la squalifica
Miss Italia Sport Diadora 2011, Susanna Cicali è stata squalificata subito dopo aver vinto la gara K1 under 23 donne ai Campionati Mondiali di Canoa Maratona con l'accusa di avere danneggiato un'avversaria. La squadra italiana dell’atleta ha presentato un reclamo, che è stato però respinto.
A Marina Reservoir (Singapore), dove si stanno disputando i Campionati, Susanna sarà nuovamente in gara domenica nel K2 senior donne in coppia con l’atleta Anna Alberti.
FASCI' (PdCI) su situazione finanze comune di Reggio Calabria
Più volte abbiamo segnalato la situazione disastrosa delle finanze del comune
di Reggio Calabria, dopo i 10 anni di Governo Scopelliti. Abbiamo anche
attivato la “Legge sulla trasparenza” per avere copia degli atti di bilancio.
Ovviamente, la richiesta è rimasta totalmente inevasa.
Pur tuttavia la verità è venuta a galla lo stesso; anzi con più forza, in
quanto a dire che l’amministrazione comunale stà affogando nei debiti non lo ha
detto la PRAVDA, ma lo hanno detto gli Ispettori Ministeriali; certamente al di
sopra da ogni sospetto di essere “di parte”. Gli Ispettori, come hanno riferito
oggi i giornali, hanno riscontrato un debito comunale superiore a 170 milioni
di euro (350 miliardi di vecchie lire). Numeri che fanno spavento solo a
sentirli. C’è ragione per esser indignati?
Ma c’è di più e di più grave: i giornali hanno riportato una notizia inedita
e, per la verità, molto attesa poiché molti ritenevano che i comportamenti e le
decisioni assunte da chi è al Governo della città fossero non solo
spregiudicate manovre di palazzo, ma che assumessero le caratteristiche proprie
del codice penale.
Si è appreso, così, che la Procura ha aperto un’indagine nei confronti di
Scopelliti e di altri membri della Giunta cittadina in merito alla mancata
approvazione del bilancio consuntivo e conseguente anche ai fatti accertati
dagli ispettori ministeriali.
Alla luce delle nuove evenienze, vorremmo chiedere e lo chiediamo
pubblicamente attraverso i mass-media: egr. sig. Sindaco; ma quando ha
accettato la candidatura proposta da Scopelliti era cosciente di quali erano le
condizioni delle casse comunali? Ed ancora: come intende risanare l’enorme
debito?
Quante cose si potevano fare con tutti quei soldi per lo sviluppo della città
se invece non fossero state sperperati in feste e iniziative voluttuarie da una
classe dirigente incapace di amministrare.
Certo che se a creare un simile debito fosse stata una società privata, al
minimo sarebbe scattata la bancarotta fraudolenta; noi non siamo qui per fare i
Giudici e vogliamo limitarci a dare un giudizio politico, ma certo la vicenda,
al di là dei reati che verranno verificati ed accertati dalla Procura, pesa
comunque quanto un macigno in termini etico-morali.
Questione etico–morale che coinvolge prima di tutto Scopelliti al quale in
primo luogo va imputata la catastrofica situazione esistente; ma della quale
nessuno dei componenti di quel raggruppamento che ha gestito la città nell’
ultimo decennio si può sottrarre. Perché le scelte fatte in un’Amministrazione
sono condivise in primo luogo tra i componenti della Giunta ma anche i
consiglieri della maggioranza in Consiglio che ha approvato in tutti questi
anni i bilanci sottoposti all’esame del Civico consenso e che troppo
irresponsabilmente hanno fatto finta di non vedere. Sommessamente vorremmo
anche domandarci: ma dov’erano i revisori dei conti? E dov’era la Commissione
Consiliare al Bilancio e quella sulla Trasparenza?
Il tutto con l’aggravante che un pezzo di questa classe dirigente oggi si
trova al Governo della Regione Calabria. Speriamo che i catastrofici disastri
reggini non si estendano a livello regionale. A questo giudizio negativo non
può sottrarsi la nuova amministrazione Arena che, in fondo, non è altro che l’
esatta prosecuzione della giunta Scopelliti. Tant’è che invece di adoperarsi ad
ammettere gli errori fatti e trovare soluzioni ha impostato il bilancio
preventivo solo sull’evidente tentativo di mascherare la voragine esistente e
di coprire Scopelliti.
Ma se i cittadini hanno ragione di essere assai indignati, noi che abbiamo un
ruolo politico non possiamo limitarci a dare voce all’indignazione ma dobbiamo
ragionare su come far uscire la città dallo stato comatoso in cui versa e che
rischia di divenire irreversibile e che il centrodestra, che ha costituito la
struttura del Modello-Reggio, non può essere certo idoneo a risolvere il tumore
che essa stessa ha creato.
Noi abbiamo già lanciato tante idee in campagna elettorale e siamo pronti a
spiegare alla città quali sono le nostre strategie per far tornare “Reggio
bella e gentile”. Non ci rassegniamo, infatti, a vedere continuare il
decadimento della città che non è solo economico ma è anche culturale e sociale
e per questo avanzeremo il nostro progetto di città. Ma oggi, interveniamo non
per spirito di parte ma a difesa della città e dei cittadini, i quali in questi
anni sono stati vessati con tasse incredibili ed ai quali è stata nascosto il
fine che quei soldi versati hanno avuto. C’è insomma oltre che un problema di
bilancio, una questione offesa dei cittadini onesti e di legalità.
Nel contempo chiamiamo il sig. Prefetto ad assumere i poteri di Autorità di
Governo perché, crediamo sia giunta l’ora di un intervento autorevole e
sovraordinato. D’altronde ove ciò non avvenisse, ci meraviglieremmo molto,
visto che la Prefettura ed il Ministero degli Interni hanno inviato la
Commissione d’Acceso e poi hanno commissariato amministrazioni comunali per
carenze e manchevolezze di minor conto. Non approvare un bilancio consuntivo è
fatto in sé inescusabile. Ma al Comune di Reggio, purtroppo, il non aver
approvato il bilancio consuntivo è una delle cose di minor conto e di minor
preoccupazione sociale.
Il segretario provinciale del PdCI di Reggio Calabria
Lorenzo Fascì
di Reggio Calabria, dopo i 10 anni di Governo Scopelliti. Abbiamo anche
attivato la “Legge sulla trasparenza” per avere copia degli atti di bilancio.
Ovviamente, la richiesta è rimasta totalmente inevasa.
Pur tuttavia la verità è venuta a galla lo stesso; anzi con più forza, in
quanto a dire che l’amministrazione comunale stà affogando nei debiti non lo ha
detto la PRAVDA, ma lo hanno detto gli Ispettori Ministeriali; certamente al di
sopra da ogni sospetto di essere “di parte”. Gli Ispettori, come hanno riferito
oggi i giornali, hanno riscontrato un debito comunale superiore a 170 milioni
di euro (350 miliardi di vecchie lire). Numeri che fanno spavento solo a
sentirli. C’è ragione per esser indignati?
Ma c’è di più e di più grave: i giornali hanno riportato una notizia inedita
e, per la verità, molto attesa poiché molti ritenevano che i comportamenti e le
decisioni assunte da chi è al Governo della città fossero non solo
spregiudicate manovre di palazzo, ma che assumessero le caratteristiche proprie
del codice penale.
Si è appreso, così, che la Procura ha aperto un’indagine nei confronti di
Scopelliti e di altri membri della Giunta cittadina in merito alla mancata
approvazione del bilancio consuntivo e conseguente anche ai fatti accertati
dagli ispettori ministeriali.
Alla luce delle nuove evenienze, vorremmo chiedere e lo chiediamo
pubblicamente attraverso i mass-media: egr. sig. Sindaco; ma quando ha
accettato la candidatura proposta da Scopelliti era cosciente di quali erano le
condizioni delle casse comunali? Ed ancora: come intende risanare l’enorme
debito?
Quante cose si potevano fare con tutti quei soldi per lo sviluppo della città
se invece non fossero state sperperati in feste e iniziative voluttuarie da una
classe dirigente incapace di amministrare.
Certo che se a creare un simile debito fosse stata una società privata, al
minimo sarebbe scattata la bancarotta fraudolenta; noi non siamo qui per fare i
Giudici e vogliamo limitarci a dare un giudizio politico, ma certo la vicenda,
al di là dei reati che verranno verificati ed accertati dalla Procura, pesa
comunque quanto un macigno in termini etico-morali.
Questione etico–morale che coinvolge prima di tutto Scopelliti al quale in
primo luogo va imputata la catastrofica situazione esistente; ma della quale
nessuno dei componenti di quel raggruppamento che ha gestito la città nell’
ultimo decennio si può sottrarre. Perché le scelte fatte in un’Amministrazione
sono condivise in primo luogo tra i componenti della Giunta ma anche i
consiglieri della maggioranza in Consiglio che ha approvato in tutti questi
anni i bilanci sottoposti all’esame del Civico consenso e che troppo
irresponsabilmente hanno fatto finta di non vedere. Sommessamente vorremmo
anche domandarci: ma dov’erano i revisori dei conti? E dov’era la Commissione
Consiliare al Bilancio e quella sulla Trasparenza?
Il tutto con l’aggravante che un pezzo di questa classe dirigente oggi si
trova al Governo della Regione Calabria. Speriamo che i catastrofici disastri
reggini non si estendano a livello regionale. A questo giudizio negativo non
può sottrarsi la nuova amministrazione Arena che, in fondo, non è altro che l’
esatta prosecuzione della giunta Scopelliti. Tant’è che invece di adoperarsi ad
ammettere gli errori fatti e trovare soluzioni ha impostato il bilancio
preventivo solo sull’evidente tentativo di mascherare la voragine esistente e
di coprire Scopelliti.
Ma se i cittadini hanno ragione di essere assai indignati, noi che abbiamo un
ruolo politico non possiamo limitarci a dare voce all’indignazione ma dobbiamo
ragionare su come far uscire la città dallo stato comatoso in cui versa e che
rischia di divenire irreversibile e che il centrodestra, che ha costituito la
struttura del Modello-Reggio, non può essere certo idoneo a risolvere il tumore
che essa stessa ha creato.
Noi abbiamo già lanciato tante idee in campagna elettorale e siamo pronti a
spiegare alla città quali sono le nostre strategie per far tornare “Reggio
bella e gentile”. Non ci rassegniamo, infatti, a vedere continuare il
decadimento della città che non è solo economico ma è anche culturale e sociale
e per questo avanzeremo il nostro progetto di città. Ma oggi, interveniamo non
per spirito di parte ma a difesa della città e dei cittadini, i quali in questi
anni sono stati vessati con tasse incredibili ed ai quali è stata nascosto il
fine che quei soldi versati hanno avuto. C’è insomma oltre che un problema di
bilancio, una questione offesa dei cittadini onesti e di legalità.
Nel contempo chiamiamo il sig. Prefetto ad assumere i poteri di Autorità di
Governo perché, crediamo sia giunta l’ora di un intervento autorevole e
sovraordinato. D’altronde ove ciò non avvenisse, ci meraviglieremmo molto,
visto che la Prefettura ed il Ministero degli Interni hanno inviato la
Commissione d’Acceso e poi hanno commissariato amministrazioni comunali per
carenze e manchevolezze di minor conto. Non approvare un bilancio consuntivo è
fatto in sé inescusabile. Ma al Comune di Reggio, purtroppo, il non aver
approvato il bilancio consuntivo è una delle cose di minor conto e di minor
preoccupazione sociale.
Il segretario provinciale del PdCI di Reggio Calabria
Lorenzo Fascì
CARBURANTI - Incontro Consumatori-Ministero Sviluppo Economico . Negli ultimi 12 mesi, 380 euro in più per fare il pieno
È diventato veramente insopportabile questo continuo aumento dei carburanti - dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale di Adiconsum - senza che nessuno ed in particolare il Governo ponga un freno agli aumenti di un prodotto che è essenziale non solo per gli automobilisti, ma anche per i servizi di trasporto pubblico e privato, per gli autotrasportatori di merci, per le aziende artigiane e non, ecc..
Un bene che pesa enormemente nel paniere che calcola l’inflazione e che – unitamente al recente aumento dell’IVA, produrrà – a giudizio di Adiconsum - un tasso di inflazione, nel mese di ottobre, ben superiore al 3%, e prossimo al 4%, entro la fine dell’anno. Ciò farà lievitare il costo del denaro determinando un’ulteriore erosione dei redditi delle famiglie italiane, il ridimensionamento dei consumi già ai minimi storici, e quindi meno produzione di beni e servizi con conseguente chiusura di aziende e inevitabile aumento della disoccupazione.
Dall’inizio dell’anno la benzina è aumentata di 17 cent, negli ultimi 12 mesi di 38. Ogni centesimo al litro di aumento produce un costo aggiuntivo di 10 euro in media all’anno per automobile posseduta e così le famiglie italiane, dal 20 ottobre 2010 ad oggi, hanno avuto un costo annuo medio aggiuntivo di 380 euro per auto.
Adiconsum, nell’incontro odierno, con il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, on. Stefano Saglia, chiederà interventi rapidi e incisivi per eliminare questo scandalo che oscilla tra la speculazione e la tassazione vessatoria:
- abbattere la tassazione (accise ed IVA) sui carburanti che incidono per più del 50% sul prezzo della benzina;
- dare potere di proposta reale e vincolante al tavolo convocato da Mister Prezzi, con Associazioni dei Consumatori, Associazioni imprenditoriali ISTAT e Guardia di Finanza;
- analizzare in maniera congiunta la variazione periodica del prezzo della benzina, per bloccare le speculazioni;
- rendere trasparente il prezzo, soprattutto nel caso di sconti pubblicizzati su un prezzo di riferimento sconosciuto ai consumatori;
- Bloccare, almeno con cadenza quindicinale, la variazione al rialzo del prezzo della benzina.
Un bene che pesa enormemente nel paniere che calcola l’inflazione e che – unitamente al recente aumento dell’IVA, produrrà – a giudizio di Adiconsum - un tasso di inflazione, nel mese di ottobre, ben superiore al 3%, e prossimo al 4%, entro la fine dell’anno. Ciò farà lievitare il costo del denaro determinando un’ulteriore erosione dei redditi delle famiglie italiane, il ridimensionamento dei consumi già ai minimi storici, e quindi meno produzione di beni e servizi con conseguente chiusura di aziende e inevitabile aumento della disoccupazione.
Dall’inizio dell’anno la benzina è aumentata di 17 cent, negli ultimi 12 mesi di 38. Ogni centesimo al litro di aumento produce un costo aggiuntivo di 10 euro in media all’anno per automobile posseduta e così le famiglie italiane, dal 20 ottobre 2010 ad oggi, hanno avuto un costo annuo medio aggiuntivo di 380 euro per auto.
Adiconsum, nell’incontro odierno, con il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, on. Stefano Saglia, chiederà interventi rapidi e incisivi per eliminare questo scandalo che oscilla tra la speculazione e la tassazione vessatoria:
- abbattere la tassazione (accise ed IVA) sui carburanti che incidono per più del 50% sul prezzo della benzina;
- dare potere di proposta reale e vincolante al tavolo convocato da Mister Prezzi, con Associazioni dei Consumatori, Associazioni imprenditoriali ISTAT e Guardia di Finanza;
- analizzare in maniera congiunta la variazione periodica del prezzo della benzina, per bloccare le speculazioni;
- rendere trasparente il prezzo, soprattutto nel caso di sconti pubblicizzati su un prezzo di riferimento sconosciuto ai consumatori;
- Bloccare, almeno con cadenza quindicinale, la variazione al rialzo del prezzo della benzina.
PdCI sul buco di bilancio a Reggio
Le pesantissime macerie provocate dal disastro finanziario e dal fallimento del “modello Reggio” di Scopelliti e Arena, con il pesantissimo buco di oltre 170 milioni di euro rilevato ufficialmente dagli ispettori del Ministero dell’Economia e Finanze, rischiano di travolgere ed affossare definitivamente la città e tutti i soggetti che, a qualsiasi titolo, hanno avuto rapporti con l’amministrazione comunale.
E’, assolutamente, insopportabile, sotto ogni punto di vista, il vergognoso “trattamento” che stanno subendo i lavoratori della Multiservizi.
Come noto i lavoratori della Multiservizi non percepiscono gli stipendi dal lontano mese di agosto. Si tratta di una situazione assurda e inammissibile. Un’insostenibile condizione di difficoltà e disperazione che sta drammaticamente mettendo in ginocchio centinaia di famiglie che non hanno alcuna fonte di reddito.
La prima richiesta che formuliamo è che tutti i lavoratori vengano pagati immediatamente, liquidando le spettanze dovute, che ammontano ormai a tre mensilità di stipendio.
Ma ciò non basterà perché ormai è un susseguirsi di ritardi, inadempienze, sprechi e buchi di bilancio.
E’, quindi, venuto il momento di fare definitivamente chiarezza rispetto a questi carrozzoni clientelari che sono state le società miste. Società come la Multiservizi che, secondo quanto accertato dalla Procura della Repubblica Italiana di Reggio Calabria, in una recente inchiesta, aveva tra i soci privati, addirittura, le cosche della ‘ndrangheta reggina.
Vale a dire, una vergogna politica e morale: senza se e senza ma.
Insomma, fatti ed episodi gravissimi che ci impongono di dire, una volta per tutte, basta.
In tal senso, i Comunisti Italiani chiedono, ufficialmente, che si chiuda, rapidamente, la tristissima stagione delle società miste, a partire da Multiservizi, Leonia, Reges e Recasi.
Si proceda, pertanto, alla necessaria salvaguardia di tutti i posti di lavoro, nessuno escluso, attraverso l’assunzione e il rapido assorbimento di tutti i lavoratori negli organici del Comune di Reggio e, contestualmente, alla formalizzazione dell’uscita del Comune da queste società. Non c’è più tempo da perdere.
E’, infatti, inaccettabile che il Comune di Reggio continui a mantenere in vita società che, nei fatti, hanno provocato costi, esorbitanti e ingiustificati, per la collettività a fronte di servizi insufficienti o, in alcuni casi, inesistenti.
La grande mangiatoia sulla pelle dei reggini deve immediatamente finire.
Con il ritorno alla gestione diretta dei servizi comunali che noi chiediamo ci sarà sicuramente una fortissima riduzione delle spese enormi ed ingiustificabili che sono state causate dal saccheggio di risorse pubbliche operato dalle società miste.
Si apra, quindi una nuova stagione che rimetta al centro i reali interessi della città, dei reggini e degli esausti lavoratori che attendono gli stipendi. Stipendi che servono, semplicemente, per sopravvivere.
E’ questa la limpida e lineare posizione del Partito dei Comunisti Italiani che, come la stragrande maggioranza dei reggini, è stanco di assistere al disastro amministrativo provocato dal centrodestra e dal Pdl di Scopelliti e Arena e sulla quale chiede il consenso e l’adesione di tutta la cittadinanza.
Se la nostra richiesta non sarà accolta, il PdCI proporrà alle altre forze della sinistra di promuovere congiuntamente un referendum popolare per l’abolizione delle società miste e per rompere un sistema di potere clientelare e affaristico che taglieggia i lavoratori e mortifica la città.
UFFICIO STAMPA PdCI
Carabinieri: operazione a Reggio Nord
I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del ros ieri pomeriggio, presso casa circondariale di reggio calabria (rc) e palmi (rc), hanno dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal tribunale di reggio calabria sezione giudice per le indagini preliminari nei confronti di:
1. Bertuca pasquale, nato a villa s. Giovanni (rc) il 18.11.1957 ed ivi residente in via fontana vecchia cannitello 10 – detenuto;
2. Favara gianluca ciro domenico, nato a milano il 07.05.1967 e residente a rosarno (rc) in via nazionale nord nr. 100 – detenuto;
3. Siclari pietro, nato a reggio calabria il 23.12.1947 ed ivi residente in via riparo cannavò nr. 23 – detenuto;
4. Condello domenico, nato ad archi (rc) il 04.11.1956 – latitante inserito nella lista dei 30 latitanti di massima pericolosità del ministero interno.
Gli elementi gravemente indiziari rilevati dalla DDA reggina nei confronti degli indagati, già detenuti, hanno costituito per il GIP una solida piattaforma probatoria per l’emissione del provvedimento cautelare. Le investigazioni hanno consentito di delineare le posizioni degli arrestati tutti appartenenti alla ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate cosche “condello”, “tegano”, “libri”, “garonfolo” e “zito-bertuca”, operanti nell’area nord del capoluogo e nei comuni di campo calabro e villa san giovanni, tutti indagati per associazione di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni aggravato dall’aver favorito un sodalizio mafioso
La misura coercitiva ha consentito di confermare l’unitarietà della ‘ndrangheta, dimostrare per la prima volta dal 1991 l’operatività criminale del latitante condello domenico, incidere sul circuito dei suoi favoreggiatori e disarticolare le principali locali di ‘ndrangheta dell’area nord del mandamento del centro.
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