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giovedì 20 ottobre 2011

CRISI: Decalogo Adiconsum per lo sviluppo sostenibile, la solidarietà ed il bene comune


Pietro Giordano, Adiconsum: “Accogliamo il messaggio di Todi e chiediamo: più politica sana, più società, più sussidiarietà, più partecipazione, più produzione e produttività, più liberalizzazioni, meno finanza improduttiva”


Miliardi di euro di utenze domestiche non pagate dai consumatori, tassazione diretta ed indiretta oltre il 50%, primato europeo di disoccupazione giovanile. È questo il quadro del Paese Italia.
Di fronte a questo quadro, è illusorio, demagogico e falso - dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum - immaginare che lo Stato possa garantire un welfare pubblico ai cittadini italiani, continuando a tassare i "soliti noti" - lavoratori dipendenti e pensionati. Welfare pubblico che, stante la crisi, non può assicurare nessun Governo, sia esso di centro-destra o di centro-sinistra.
È tempo - continua Giordano - che la sussidiarietà e la partecipazione dei lavoratori e dei consumatori, secondo l'insegnamento della Caritas in Veritate, diventino obiettivi condivisi delle forze sociali, civili, imprenditoriali e della parte sana, cattolica e laica, della politica che attraversa orizzontalmente tutti i partiti. Povertà, inflazione, crisi in crescita sono sfide che devono essere colte e piegate in una logica di sviluppo e di riscatto di un Paese che ha risorse umane, sociali, imprenditoriali e intellettuali invidiate in tutto il mondo.
Per questo Adiconsum - continua Giordano - propone un “Decalogo per lo sviluppo sostenibile, la solidarietà ed il bene comune”:
1) sviluppo di stili di vita basati sulla sobrietà dei consumi, tagliando gli sprechi e le spese superflue, recuperando il piacere ed il valore dei beni duraturi e qualitativamente positivi;
2) riduzione del debito pubblico, (taglio dei costi della politica; vendita del patrimonio immobiliare pubblico; contrasto delle rendite di posizione, dell'evasione e dell'elusione fiscale; reintroduzione di una patrimoniale sui beni immobili (tranne la prima casa);
3) promozione del risparmio energetico, attraverso incentivi e detrazioni fiscali;
4) sviluppo di un welfare sociale, in un sistema mutualistico e solidaristico;
5) recupero della centralità della famiglia, grande vero ammortizzatore sociale del Paese e reale luogo di solidarietà;
6) sviluppo e investimenti nelle reti a banda larga di nuova generazione, attraverso le quali passerà l'informazione, lo sviluppo economico e la stessa Democrazia.
7) riforma della fiscalità con abbattimento della tassazione in busta paga e degli oneri a carico delle aziende, liberando così risorse per i consumi;
8) fiscalità di vantaggio per le aziende che investono al Sud e nelle aree deboli del Paese;
9) investimenti in infrastrutture, liberando dalla burocrazia spesso clientelare le risorse esistenti;
10) investimenti misti (privati e pubbllci) in formazione e ricerca

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