COMUNI:REGGIO C.;NAPOLI(FLI),GRAVE NOTIZIE PROCURA A SINDACO (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 21 OTT - ''E' estremamente grave che una relazione, contenente notizie di reato, in fase di indagine sia arrivata nelle mani dell'attuale sindaco Arena''. Lo sostiene, in un'interrogazione presentata ai Ministri della Giustizia e dell'Economia, la deputata di Futuro e Liberta' Angela Napoli facendo riferimento alla relazione redatta dai periti della Procura della Repubblica di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte irregolarita' nei bilanci del Comune. Secondo la parlamentare, ''la relazione della visita ispettiva della Procura della Repubblica contiene alcuni omissis nonche' notizie di reato, tanto che l'ex sindaco del Comune, Giuseppe Scopelliti, e' stato invitato a comparire. Nella giornata di ieri il sindaco, Demetrio Arena, nel corso di una conferenza stampa, ha mostrato e richiamato la relazione dei periti della Procura della Repubblica inviati per accertare la situazione finanziaria del Comune di Reggio, anche alla luce del suicidio della dirigente, Orsola Fallara. Sempre il sindaco Arena - aggiunge Angela Napoli - ha ritenuto di evidenziare le divergenze tra i contenuti della relazione prodotta dagli ispettori del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, dalla quale emergono pesanti irregolarita' nella contabilita' del Comune, e quelli della relazione prodotta dai periti della Procura della Repubblica di Reggio Calabria''. L'on.Napoli chiede, in particolare, ''qual e' il motivo che ha portato la Procura della Repubblica di Reggio Calabria a fare entrare in possesso della relazione in questione l' attuale sindaco, Demetrio Arena''.
Fisco, Svimez: al mezzogiorno l'11% in meno di quanto programmato Spesa per lo sviluppo: dal 2004 al 2006 al Sud 211 euro pro capite in meno del pro-grammato Il Presidente della Svimez: "Ridurre i divari tra le Regioni, non i residui fi-scali". Lo studio sull'ultimo numero della Rivista Economica del Mezzogiorno Roma, 21 OTT (il Velino/AGV) - Quanto e' fondato il luogo comune del Sud sprecone e inondato di risorse provenienti dai trasferimenti dal Centro-Nord? Secondo la Svimez dal 2004 al 2006 i cittadini meri-dionali hanno ricevuto l'11% di risorse in meno rispetto a quanto sarebbe stato trasferito con coerenti politiche redistributive e di sviluppo. Sul fronte della spesa per lo sviluppo, in particolare, ogni cittadino meridionale ha ricevuto 211 euro in meno del programma-to in base all'obiettivo del 45% del totale della spesa in conto capitale al Mezzogiorno. E' quanto sostiene uno studio di Adriano Giannola, Carmelo Petraglia e Domenico Sca-lera sui residui fiscali regionali pubblicato sul numero 1-2 della Rivista Economica del Mezzogiorno, trimestrale della Svimez edito da Il Mulino, diretto da Riccardo Padova-ni. Nello studio di Giannola, Petraglia e Scalera vengono stimati per il biennio 2004-2006 i valori dei residui fiscali regionali (il saldo tra entrate e spese delle amministra-zioni pubbliche riconducibili ad un territorio) "teorici", cioe' coerenti con un'intensita' delle politiche redistributive e regionali corrispondente al grado di progressivita' delle aliquote IRPEF nel biennio considerato e all'obiettivo programmatico di erogare nel Sud il 45% della spesa pubblica totale in conto capitale. Dallo studio dei tre economisti emerge che per l'intero Mezzogiorno, il valore effettivo del residuo fiscale risulta piu' contenuto rispetto al suo valore teorico: il Sud ottiene dallo Stato piu' di quanto versa, per via dei redditi piu' bassi e della struttura economica piu' debole, ma molto meno di quanto dovrebbe. Dal 2004 al 2006 il residuo fiscale medio dei residenti meridionali e' stato si' negativo, ma di -2.712 euro anziche' i -3.040 dovuti (l'11% in meno). REGIONI: quelle piu' penalizzate sono Abruzzo, Puglia e Campania: a fronte di un resi-duo teorico di -1.680 euro, l'Abruzzo registra -1.173 euro pro capite di residuo effettivo (con uno scarto del 30%), la Puglia -2.294 euro rispetto a -3.090 euro (-25%), la Cam-pania -2.375 anziche' -2.967 euro (con una differenza del 20%). Solo il Piemonte contri-buisce alla redistribuzione piu' del dovuto mentre la Lombardia fornisce un contributo sostanzialmente coerente con il dettato costituzionale e gli obiettivi programmatici. Il primo raggiunge i 1.371 euro pro capite, il 46% in eccesso rispetto al residuo "teorico" di 939 euro, la seconda, invece con 4.602 di euro pro capite effettivi, supera solo del 3,7% il suo valore "teorico" di riferimento (4.437 euro). SPESA PER LO SVILUPPO - Secondo un'altra elaborazione contenuta nello studio, dal 2004 al 2006 ogni cittadino meridionale ha ricevuto effettivamente dallo Stato 1.015 euro a fronte dei 1.226 stabiliti dagli obiettivi di programma (cioe' con il 45% del totale della spesa al Mezzogiorno). Situazione capovolta al Centro-Nord: qui nello stesso pe-riodo ogni cittadino ha ricevuto 936 euro, 115 in piu' rispetto agli 821 programmati. Sardegna e Basilicata le piu' colpite. A livello regionale, con 1.705 euro pro capite, e' la Sardegna la piu' penalizzata: ha ottenuto 353 euro in meno, rispetto ai 2.058 programma-ti. A seguire, la Basilicata, con 331 euro di differenza, cioe' 1.591 rispetto ai 1.922 pre-visti. Segno negativo anche per le altre regioni meridionali: il Molise lascia sul tappeto 297 euro, la Calabria 266, l'Abruzzo 201, Campania e Sicilia 193, "solo" 149 per la Puglia.
"I residui fiscali negativi delle regioni meridionali", si legge nello studio, "non possono essere semplicisticamente considerati come necessariamente patologici o addirittura come una prova di iniqua sottrazione di risorse del Nord a beneficio dello sperpero del Sud", bensi' riflettono l'impegno (scarso al Sud) delle politiche regionali per lo sviluppo. Altrettanto sbagliato associare automaticamente residui fiscali negativi alla mala ammi-nistrazione. Agire sul sistema fiscale per distribuire meno risorse tra i cittadini, mette a rischio il sistema di perequazione tra le Regioni. Occorre quindi "ridurre i divari eco-nomici tra le Regioni, non i residui". Nel Sud i residui fiscali regionali sono tutti negativi, segnalando che le regioni del Mez-zogiorno beneficiano di notevoli trasferimenti interregionali. Ma questo non e' di per se' sufficiente a dimostrare che la redistribuzione cosi' realizzatasi sia patologicamente ele-vata e che vada pertanto drasticamente ridotta, come vorrebbero certi sostenitori della "questione settentrionale". I residui fiscali negativi delle regioni settentrionali, infatti, non sono altro che il riflesso della redistribuzione implicita nell'azione pubblica diretta all'attuazione dei principi costituzionali della progressivita' delle imposte, dell'universalita' della spesa pubblica e della perequazione dei territori in ritardo di svi-luppo. Ha poco senso dunque affermare che il Sud ha dei residui fiscali "troppo alti" se non si specifica quale sia il valore di riferimento "giusto", rispetto al quale il giudizio viene espresso. Solo residui fiscali regionali in eccesso rispetto a tale valore di riferi-mento possono essere portati a sostegno dell'argomento della presunta ingiustizia fisca-le sofferta dai cittadini settentrionali.
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