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lunedì 17 ottobre 2011

ADICO: le news

In Autostrada senza biglietto

16 ottobre 2011
Perdere il biglietto del pedaggio autostradale: per molti è uno dei peggiori incubi di quando si è in viaggio e non crediate sia un evento così raro. Basta semplicemente ritirare il biglietto al casello e poggiarlo troppo vicino al finestrino in modo che durante il viaggio o alla prima sosta, il prezioso tagliando possa “prendere il volo”.
Come comportarsi allora in quest’infausta eventualità? Fermarsi e cercare il dispettoso pezzo di carta è possibile, ma solo nel caso ci si trovi ancora nel punto dove abbiamo effettuato la sosta, mentre è ovviamente da escludere qualora ci si trovi in piena marcia, troppo pericoloso! Preso atto che il nostro biglietto non è più tra noi, sorge (inevitabile) il ragionevole timore di come effettuare il pagamento una volta giunti al casello d’uscita. Senza contare lo spauracchio del leggendario “casello più distante”; minaccia con la quale sono cresciute intere generazioni di automobilisti: chi entrava a Firenze arrivando a Roma sprovvisto di biglietto, doveva in ogni caso pagare da Milano!
La brutta notizia è che la norma non è cambiata: infatti secondo l’Art.176/16 CdS, per l’utente che “è sprovvisto del titolo di entrata, il pedaggio da corrispondere è calcolato dalla più lontana stazione di entrata per la classe del suo veicolo”. A livello pratico, al casello d’uscita, previo intervento dell’operatore, ci verrebbe quindi consegnato uno scontrino di “mancato pagamento” con tutti i dati del veicolo (classe e targa), di transito (data, ora e casello di uscita) e l’importo da versare calcolato secondo quanto previsto dal Codice della Strada.C’è però un buona, anzi ottima notizia: tutte le autostrade italiane prevedono la possibilità di compilare un’autocertificazione riguardante il casello effettivo di entrata, così che si possa pagare il corrispettivo realmente dovuto, il tutto senza alcuna maggiorazione anche online con carta di credito. Se qualcuno però pensa di poter il furbo per risparmiare sul pedaggio allora è il caso che raffreddi gli entusiasmi: le Società che gestiscono le autostrade possono infatti verificare che quanto dichiarato nell’autocertificazione corrisponda al vero; operazione semplice considerato il gran numero di telecamere presenti in ogni casello. Ovviamente, gli autori di “falsa testimonianza” vanno incontro a conseguenze ben poco piacevoli, anche penali.

Emiliano Caretti


Bimbi in auto, una strage. Aiutateci

15 ottobre 2011
Sono la cosa più cara che abbiamo, i nostri figli. Eppure, se guardiamo alla sicurezza stradale, proprio non si direbbe. Quanti bambini viaggiano senza essere assicurati ai seggiolini, come prevede il Codice, o alle cinture dei sedili posteriori, quando sono un po’ più grandicelli? La risposta è quasi 7 su 10. Quanti, addirittura, viaggiano su quello anteriore, magari in braccio a mamma o papà, probabilmente convinti che il piccolo sia più sicuro (quando la fuoriuscita dell’airbag potrebbe addirittura rivelarsi letale). L’ignoranza è ancora molto diffusa. Troppo. Da una ricerca dell’Aci, nell’ambito della campagna nazionale TrasportACI sicuri, finalizzata alla sensibilizzazione dei genitori sull’importanza dei dispositivi per il trasporto dei figli, il 62.2% dei bambini viaggia in auto senza un seggiolino, mentre l’88% degli adulti indossa regolarmente le cinture di sicurezza.
Un paradosso spaventoso. Oltre 10mila bambini all’anno — l’equivalente di 30 al giorno — sono convolti in incidenti stradali; il mancato utilizzo del seggiolino e delle cinture aumenta di sette volte il rischio di gravi conseguenze in caso di sinistro. Secondo l’Oms, se correttamente installati ed utilizzati, i sistemi di ritenuta dei bambini possono ridurre del 70% la probabilità di decesso e dell’ 80% il rischio di lesioni gravi.
Fuor di retorica la strada è una giungla d’asfalto piena di insidie per i più piccoli, perché la loro sicurezza è nelle mani degli adulti. L’Asaps di Giordano Biserni, da anni, ne ha fatto il suo cavallo di battaglia. E quello della sicurezza dei bambini è un tema forte anche per il nostro giornale che con questa inchiesta invita i lettori a segnalare pericolose negligenze, documentandole con foto e filmati che pubblicheremo anche online.
«Nei primi 9 mesi del 2011 il più crudele dei nostri Osservatori, quello che raccoglie i dati delle giovani vittime della strada nella fascia cha va da 0 a 13 anni, ha registrato 379 incidenti gravi nei quali hanno già perso la vita 52 bambini (13 quelli di origine straniera, cioè il 25%) e 425 sono rimasti feriti», rammenta Biserni. Dallo studio dell’associazione emerge una radiografia precisa del fenomeno.
SONO LE STRADE delle aree urbane quelle più a rischio: ben 254 dei 379 incidenti (67%) sono avvenuti nei centri abitati con un tragico bilancio: 22 morti (42%) e 280 feriti (66%).
Fra le più giovani vittime della strada il maggior numero riguarda i piccolissimi. Infatti nella fascia d’età che va da 0 a 5 anni l’Osservatorio ha registrato 29 decessi (56%), 15 i lenzuoli bianchi (29%) nella fascia che va da 6 a 10 anni, 7 in quella da 11 a 13 anni (13%).
Dall’Asaps all’Aci i numeri non cambiano; lo studio BimbiSicuramente evidenzia come l’uso dei sistemi di sicurezza per i più piccoli si dimezzi per i brevi spostamenti in città, dove invece si concentra il 70 per cento degli incidenti stradali. È il secondo, raccapricciante, paradosso: la sicurezza cala dove il rischio è maggiore. Il mancato utilizzo del seggiolino è spesso correlato alla fretta, alla brevità del tragitto, alla poca pazienza di fronte alle rimostranze dei pargoli. Gli stessi numeri ricordano che anche sul tema della sicurezza stradale ci sono due Italie: in una l’obbligatorietà del casco in moto, o delle cinture in auto, non è mai entrata in vigore. Come in una vecchia pellicola del neorealismo capita ancora di vedere a bordo dello stesso scooter l’intera famigliola, papà, mamma e due bei bambini. Felici e contenti.

Di Lorenzo Sani

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