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giovedì 20 ottobre 2011

'Ndrangheta/ La cosca Tegano intratteneva rapporti con i politici Un pentito fa i nomi dei politici che "venivano dai miei zii"

Reggio Calabria, 20 ott. (TMNews) - "Abbiamo avuto sempre ottimi rapporti con il comune di Reggio Calabria. Abbiamo raccolto voti in ogni periodo perché i miei zii aiutavano sempre qualcuno. Ultimamente appoggiavamo Nino De Gaetano per la sinistra, ma da sempre loro appoggiavano quelli del centro destra". A raccontarlo ieri in aula, durante il processo d'appello nel procedimento "testamento" che vede alla sbarra la cosca Libri ed un ex poliziotto e consigliere comunale, Massimo Labate, è stato il collaboratore di giustizia Roberto Moio nipote del "mammasantissima" Giovanni Tegano, temuto boss della medesima cosca, latitante per oltre dieci anni e finito in manette lo scorso anno. Lo si legge nelle pagine regionali del quotidiano "Calabria Ora". Chiamato a rispondere alle domande del sostituto procuratore generale Franco Mollace il pentito ha raccontato come la politica reggina facesse la "fila" a casa degli zii. Secondo la testimonianza del pentito riportata dal quotidiano, i Meduri, ma anche Franco Cellini, Antonio Franco, Michele Raso, "tutti sono venuti a casa dei miei zii in via Corvo ad Archi. Queste cose - racconta il collaboratore secondo quanto riporta il quotidiano - le ho apprese direttamente perché stavo sempre a casa dei miei zii, Pasquale e Giovanni Tegano". Ad una precisa domanda di Mollace il pentito ha risposto: "Ci hanno sempre indicato chi votare, ed abbiamo votato sempre a destra. "Ricordo - prosegue ancora Moio - che per le comunali abbiamo appoggiato il Sindaco Scopelliti, tramite Peppe Agliano. Quest'ultimo, voglio precisare, aveva degli ottimi rapporti con noi, ed ad Archi prendeva sempre voti, qualche volta pure lui è salito nel palazzo dei miei zii". Moio è un fiume in piena e fa altri nomi di particolare rilievo: "prima del mio arresto nel 2010, abbiamo sostenuto alle regionali Alessandro Nicolò (attuale vice presidente del Consiglio regionale ndr)a lui lo hanno aiutato anche Totò Polimeni e Ciccio Trimboli". Ma nel calderone di Moio finiscono anche i nomi di Demetrio Berna, Paolo Gatto, è un non meglio precisato Nucera. Ma l'attenzione del pentito si concentra anche sulle società miste del comune reggino, che a suo dire e secondo quanto riporta il quotidiano, erano gestite dalle cosche.

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