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domenica 22 luglio 2012

'NDRANGHETA: LATITANTE COSCA PESCE ARRESTATO A CATANZARO ERA IN CASA ATTIGUA A STUDIO SUO LEGALE. DEVE SCONTARE 10 ANNI

(di Alessandro Sgherri) (ANSA) - CATANZARO, 22 LUG - Lo cercavano da un anno, ma era sempre riuscito a sfuggire alla cattura. Fino a stasera, quando e' stato bloccato all'interno di un lussuoso appartamento nel quartiere Lido di Catanzaro, lontano dal suo territorio d'influenza, Rosarno (Reggio Calabria). Per Domenico Arena, di 58 anni, indicato come uno dei capi della potente cosca dei Pesce, la latitanza si e' conclusa davanti all'azzurro del mare Ionio, tra una folla festante che ha tributato un'applauso scrosciante ai carabinieri che lo portavano via in manette. Una reazione che ha colpito positivamente gli stessi carabinieri, rimasti piacevolmente sorpresi dall'atteggiamento della gente che batteva loro le mani mentre conducevano via in manette il latitante. Arena era ricercato dal 20 settembre 2011, quando fu condannato, in abbreviato, a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa. Per lui, che allora era libero, il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria chiese subito l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma Arena fece perdere le sue tracce prima che potesse essere eseguita. Da allora il pm, insieme al procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Michele Prestipino, ha continuato a coordinare le indagini che oggi hanno portato i carabinieri del Ros di Reggio Calabria e Catanzaro, del Comando provinciale di Reggio e dello squadrone eliportato cacciatori all'interno di una palazzina sul lungomare di Catanzaro Lido. Gia' da qualche giorno i militari tenevano d'occhio l'edificio ed oggi, avuta la certezza che Arena era all'interno, sono intervenuti. Il latitante e' stato bloccato in un appartamento attiguo allo studio del suo legale, l'avv. Stefania Rania. Domenico Arena e' considerato dagli inquirenti reggini un elemento di spicco della cosca. Cognato di Vincenzo Pesce, detto ''u pacciu'', aveva ricevuto proprio da quest'ultimo l'incarico di gestire il settore dell'autotrasporto in mano ai Pesce. Prima di riuscirci, pero', secondo quanto emerso dall'inchiesta All Inside che ha portato alla sbarra capi e gregari della cosca, Vincenzo ha avuto un violento litigio con nipote Francesco. Solo dopo l'intervento dal carcere di Antonino ''testuni'' Pesce, ritenuto il capo indiscusso della cosca, fratello di Vincenzo e padre di Francesco, fu raggiunto l'accordo.

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