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lunedì 23 luglio 2012

'NDRANGHETA: GUP, NO INSIEME COSCHE MA STRUTTURA UNITARIA MOTIVAZIONI SENTENZA CRIMINE.NO CONFUSIONE DE STEFANO-OPPEDISANO

(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 21 LUG - La 'ndrangheta non puo' essere vista in maniera parcellizzata come un insieme di cosche scoordinate tra loro. Ormai ha assunto ''una strutturazione unitaria, tendente a superare il tradizionale frazionamento ed isolamento tra le varie 'ndrine''. E' questa la conclusione a cui e' giunto il gup di Reggio Calabria Giuseppe Minutoli che nel marzo scorso, al termine del processo Crimine, ha condannato 94 tra boss e gregari a pene variabili dai 14 anni agli otto mesi di reclusione. Il perche' e' giunto a quelle condanne, il giudice lo scrive nelle 860 pagine di motivazione depositate ieri, nelle quali parla di ''elemento di dirompente novita' apportato dall'attivita' di indagine'', dando atto alla Dda di Reggio Calabria di avere centrato l'obiettivo di delineare la struttura dell'organizzazione. Quindi la 'ndrangheta, per quanto emerso dall'inchiesta Crimine che, insieme a quella Infinito condotta dalla Dda di Milano, porto' all'arresto di oltre 300 persone nell'estate del 2010, per il gup ''e' un 'arcipelago' che ha una sua organizzazione coordinata ed organi di vertice dotati di una certa stabilita' e di specifiche regole''. L'azione dell'organismo di vertice denominato Crimine o Provincia, scrive il gup definendola come la ''novita''' del processo, ''seppur non sembra intervenire direttamente nella concreta attivita' gestita in autonomia dai singoli locali di 'ndrangheta, svolge indiscutibilmente un ruolo incisivo sul piano organizzativo''. Ed in questa organizzazione, per il gup, non e' possibile ''nessuna confusione'' tra la carica di 'Capo Crimine' di Polsi, attribuita a Domenico Oppedisano, e la carica di Crimine che si attribuisce nell'indagine Meta a Giuseppe De Stefano, uno dei massimi esponenti della 'ndrangheta. I De Stefano, cosi' come i Tegano ed i Piromalli, non erano imputati, ma solo perche' il processo ''non puo' certo abbracciare l'intero panorama criminale reggino'', ma il gup parla ugualmente del boss. Per sottolineare che l'inchiesta Meta lo tratteggia come colui che per volere di tutti i capi-locale ha avuto ''attribuito il ruolo di responsabile per le attivita' criminali''. Oppedisano, d'altro canto, ''emerge prepotentemente quale personaggio di assoluto spessore nell'ambito della 'ndrangheta che fa capo al Crimine di Polsi''. Nelle motivazioni, il gup recupera anche un famoso scritto di Giovanni Falcone per dire che ''non esiste la 'vecchia mafia' e la 'nuova mafia'''. ''La 'ndrangheta, anche quella che importa cocaina o che ricicla nei mercati finanziari mondiali ingenti risorse economiche - spiega il gup - e' quella che ha come substrato imprescindibile rituali e cariche, gerarchie e rapporti che hanno il loro fondamento in una subcultura ancestrale e risalente nel tempo, che la 'globalizzazione' del crimine non ha eliminato ma che, probabilmente, costituisce la forza di quella organizzazione ed il suo 'valore aggiunto'''.

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