Gli ambientalisti accolgono
positivamente la proposta di razionalizzazione degli enti sub-regionali che
prevede la chiusura degli istituti calabresi creati per la salvaguardia delle
biodiversità
Tagli
oculati agli sprechi e più investimenti sulle eccellenze. Legambiente Calabria
commenta positivamente la proposta – maturata nel quadro di una generale
revisione e razionalizzazione degli enti subregionali e cristallizzata in un
progetto di legge – di giungere al taglio dei cosiddetti “carrozzoni”
mangiasoldi, in particolare dei parchi marini, un istituto giudicato inutile e
ingiustificato. I cinque parchi calabresi sono operativi dal 2009, si tratta
del parco Riviera dei Cedri (CS), del parco “Baia di Soverato” (CZ), del parco “Costa dei Gelsomini” (RC), del parco “Scogli di Isca” (CS), e del parco
“Costa degli Dei” (VV). Cinque parchi, cinque consigli di amministrazione,
cinque presidenti, cinque bilanci che gravano sui contribuenti calabresi.
“Nel
generale quadro di tagli e razionalizzazione disegnato dal centrodestra
regionale – ha commentato il presidente di Legambiente Calabria, Francesco Falcone – oggetto della
proposta di legge, riteniamo positivo rivedere l’istituto dei parchi marini,
enti che assorbono risorse pubbliche senza assolvere compiutamente al compito
per il quale sono stati creati, in particolare la salvaguardia della
biodiversità marina e la promozione di un turismo sostenibile. In tal senso –
continua Falcone – riteniamo indispensabile allargare il dibattito a tutte le
forze politiche e all’associazionismo e, sempre nell’ottica di una riduzione
degli sprechi, giungere a una rimodulazione degli investimenti regionali in
difesa dell’ambiente, delle coste, del mare, dei fiumi, del risparmio
energetico, della gestione del ciclo integrato dei rifiuti e dell’acqua e a
sostegno della green economy”.
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