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mercoledì 21 novembre 2012

Regione: Tribunale di Rossano, depositato il ricorso alla Corte Costituzionale


E’ stato depositato il ricorso alla Corte Costituzionale - informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale – proposto dalla Regione, dagli avvocati regionali  Paolo Arillotta e Benito Spanti, per ottenere la declaratoria della illegittimità costituzionale del decreto legislativo n.155/2012  in base al quale è stato disposto l’accorpamento degli Uffici Giudiziari di Rossano a quelli di Castrovillari.
La Regione sostiene “l’illegittimità delle norme relative al riordino degli uffici giudiziari muovendo dalla ricostruzione dell’iter legislativo che ha portato al conferimento della delega al Governo disposto con la legge 14 settembre 2011, n. 148, di conversione  del decreto legge 13 agosto 2011, n.  138, recante norme per la stabilizzazione finanziaria ed il contenimento della spesa pubblica. La delega al Governo, per la riorganizzazione delle sedi giudiziarie, è il risultato  di un emendamento, presentato dallo stesso Governo, e sul quale è stata posta la questione di fiducia  impedendo così ogni valutazione e discussione da parte del Parlamento sui contenuti di merito del provvedimento”.
Nel ricorso della Regione si evidenzia che “l’iter  seguito dal Governo è in contrasto con gli articoli 70, 72, 76 e 77 della Costituzione in quanto per l’approvazione delle leggi contenenti la delega al Governo è prevista la  “procedura normale” di approvazione, che comporta, secondo quanto prescrive l’articolo 72, un doppio esame del disegno di legge: in Commissione prima, in aula dopo, con discussione e approvazione articolo per articolo e con votazione finale. Per le leggi delega, quelle cioè che attribuiscono in via eccezionale al Governo l’esercizio della funzione legislativa, è prevista perciò una sorta di “riserva di legge di assemblea” per consentire al Parlamento una discussione approfondita in ordine ai contenuti del potere delegato al Governo. Discussione tanto più necessaria tenuto conto che il tema della riorganizzazione degli uffici giudiziari incide direttamente ed immediatamente su diritti che assumono pregnanza fondamentale quali il diritto al giudice naturale precostituito per legge, l’esigenza di un rapporto cittadino/giustizia basato sulla tempestività della risposta alle esigenze della comunità. Esigenza questa particolarmente avvertita in quelle realtà che più di altre soffrono della presenza pervasiva della criminalità organizzata”.
Altro profilo di illegittimità costituzionale posto in luce dal ricorso della Regione è quello riferibile  alla “mancanza di omogeneità tra decreto legge n. 138/2011 presentato alle Camere per la conversione e contenuti dell’emendamento per il conferimento al Governo  della delega per il riordino delle sedi territoriali degli uffici giudiziari”.
Su tali aspetti il ricorso richiama la sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2012  che ha riconosciuto l’illegittimità, ai sensi dell’articolo 77 della Costituzione nonché dell’articolo 15 della legge n. 400/1988, in  conseguenza dell’inserimento di norme eterogenee ed estranee all’oggetto ed alle finalità del decreto legge presentato per la conversione.
Nel caso dell’emendamento presentato dal Governo, la sua estraneità all’oggetto ed alle finalità del decreto legge n. 138/2011, comporta altresì la mancanza di ogni elemento tale da giustificare  la sussistenza dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza per la disciplina introdotta dalla legge di conversione relativamente alla riorganizzazione degli uffici giudiziari.
Ulteriore vizio  indicato nel ricorso è quello relativo all’assoluta genericità  dei criteri sulla base dei quali il Governo doveva ridefinire l’assetto territoriale degli uffici giudiziari, con evidente violazione dell’articolo 76 della Costituzione.
“Ma anche a voler ammettere  la  coerenza, l’omogeneità e la completezza   logico-giuridica dei criteri fissati dal Parlamento, nel caso specifico dell’accorpamento degli Uffici Giudiziari  di Rossano con  quelli di Corigliano, il Governo non si è attenuto  neppure ai criteri indicati nella relazione ministeriale di accompagnamento alla proposta di revisione  delle circoscrizioni  giudiziarie, non ha tenuto conto dei pareri delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, disattendendo quindi le indicazioni del Parlamento, non ha tenuto conto della specificità del territorio ricadente nel circondario del Tribunale di Rossano”.
Il ricorso della Regione mette in luce altresì  che  “le  Commissioni Giustizia di Camera e Senato, nell’esprimere i loro pareri hanno sottolineato la necessità di non sopprimere nessuno dei  Tribunali di Rossano, Castrovillari, Paola e Lamezia, tenuto conto della densità criminale delle aree territoriali interessate”.
“Anche con riferimento a quest’ultimo profilo, il provvedimento del Governo presenta dunque tali manchevolezze  idonee ad interrompere ogni collegamento logico-giuridico tra contenuti dei criteri approvati dal Parlamento  con la legge delega e contenuti del provvedimento poi formulato dal Governo”.

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