(AGI) - Reggio Calabria, 23 dic. - Il Pdl fa quadrato attorno al Comune di Reggio, dopo le richieste di scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose. "E' straordinario il tempismo con cui puntualmente vengono diffusi gli interventi degli onorevoli Lo Moro, Napoli e Laratta quando devono commentare le vicende che riguardano il Comune di Reggio", affermano, in una nota, i parlamentari del Pdl Giovanni Dima e Jole Santelli. "Ovviamente il fine e' quello di attaccare il presidente Scopelliti - affermano i deputati - e pur di screditare la sua azione amministrativa, che ha portato la citta' ad essere tra le piu' belle d'Italia, si ricorre a qualunque mezzo. Questi signori dovrebbero ricordare il principio secondo cui le responsabilita' sono personali: prima lasciamo che la giustizia faccia il suo corso e poi ognuno fara' le proprie valutazioni. Le azioni di un singolo non possono ricadere su un Ente: sarebbe come affermare che l'errore di un magistrato dovrebbe gettare ombre su tutta la giustizia, ed e' un'assurdita'. Ma quando si tratta di Pdl o di Scopelliti questi parlamentari sfoggiano tutto il proprio repertorio: gli onorevoli Lo Moro e Laratta, invece - concludono i parlamentari del Pdl Giovanni Dima e Jole Santelli -, farebbero bene a dedicarsi maggiormente alle vicende che riguardano gli esponenti del proprio partito". Vicino al Sindaco Arena e ai cittadini di Reggio Calabria si dice Pietro Mancini, ex sindaco di Cosenza, padre di Giacomo, assessore regionale al Bilancio. "Considero errata e strumentale - dice - la sortita di qualche esponente, non di primo piano, del Pd, che ha sollecitato alla ministra dell'Interno, Annamaria Cancellieri, lo scioglimento del Consiglio comunale. Non ci azzecca nulla - osserva - il civico consesso con l'arresto di un consigliere. Il sindaco, peraltro, aveva risposto "niet" alla richiesta, avanzata dal signor Plutino, di una poltrona di assessore. Come, in Regione, aveva fatto, correttamente, nel 2010, il governatore, Scopelliti, con un consigliere del Pdl, il signor Morelli, all'epoca "chiacchierato" e poi colpito da un provvedimento di custodia cautelare. Provvedimento che, ovviamente, non equivale alla condanna. Anche nell'aspra Calabria, infatti, e' in vigore la Costituzione e il principio, introdotto su proposta del senatore socialista, Pietro Mancini, secondo cui una persona inquisita - conclude - va considerata non colpevole fino alla sentenza definitiva".
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