La violenta, bestiale e ignobile
aggressione subita, qualche giorno fa, dal medico in servizio presso il Pronto
Soccorso degli Ospedali Riuniti rappresenta l’ultimo episodio temporale che
evidenzia un pesante, quanto inaccettabile, degrado civile che, purtroppo,
coinvolge la nostra realtà.
In primo luogo desideriamo esprimere
all’incolpevole medico, unanimemente riconosciuto come persona mite e
professionista disponibile, i nostri sinceri sentimenti di solidarietà e
vicinanza umana.
E’ del tutto ovvio che l’episodio
accaduto all’interno del nosocomio reggino non può e non deve passare
inosservato o, peggio, cadere nel dimenticatoio, poiché è inammissibile che un
medico ospedaliero o un’infermiere, nell’esercizio delle loro funzioni, debbano
addirittura temere per la loro incolumità.
Siamo alla follia e alla barbarie:
uno scenario incredibile e fuori da ogni logica che per la gravità eccezionale
che lo ha caratterizzato esige una ferma e implacabile risposta da parte delle
Istituzioni.
Pertanto, auspichiamo che la
Magistratura e le Forze dell’Ordine possano, rapidamente, procedere
all’identificazione e alla severa punizione degli aguzzini che hanno commesso
la violenta aggressione contro il medico del Pronto Soccorso.
Non ci possono essere scuse o
attenuanti.
Contestualmente è necessario
predisporre un progetto complessivo per la messa in sicurezza degli Ospedali
Riuniti. Uno specifico e puntuale piano che deve coinvolgere tutti i reparti e
i locali del nosocomio reggino.
In tal
senso, ci auguriamo che il nuovo Questore dr. Longo, persona attenta e
sensibile, predisponga la presenza di un posto fisso di Polizia. Un presidio,
oggettivamente indispensabile, in un Ospedale con oltre 500 posti letto e che
ha un’utenza quotidiana di molte migliaia di persone. A nostro avviso, però,
l’eventuale attività di Polizia non dovrà avere solo un mero e asettico
carattere burocratico e amministrativo. Sarebbe, addirittura, inutile e
controproducente. Purtroppo, quanto accaduto lascia attoniti, esterrefatti e
con l’amaro in bocca, poiché pone in maniera cruda un serio decadimento delle
basilari regole della convivenza civile.
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