Alle prime
ore della mattinata odierna, personale della Squadra Mobile e del Commissariato
di P.S. di Bovalino (RC), ha dato esecuzione ad un’ordinanza di
custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nei
confronti di CARABETTA Antonio nato a Casignana (RC) il 19.09.1952 e della
figlia CARABETTA Sonia nata a Locri (RC) il 21.01.1982, ritenuti responsabili
del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso per il quale sono
stati entrambi condannati in primo grado alla pena di anni 9 di reclusione.
L’ordinanza
applicativa della misura cautelare della custodia in carcere è divenuta
esecutiva e definitiva in data 4 luglio u.s. a seguito del rigetto della
Suprema Corte di Cassazione del ricorso proposto dagli interessati.
Le indagini
condotte dalla Squadra Mobile nell’ambito della nota Operazione “Fehida”
avevano permesso di ricostruire il ruolo criminale dei predetti CARABETTA
Antonio e Sonia, rispettivamente, padre e sorella di Michele, considerato
l’armiere della cosca PELLE-VOTTARI.
Nei primi mesi del 2007, nel pieno
svolgimento della “Faida di San Luca” Michele CARABETTA, si era recato più
volte nella provincia di Roma per acquistare fucili mitragliatori del tipo kalashnikov
su mandato di VOTTARI Santo cl. 72 e PELLE Antonio cl. 62 “’U vancheddu”
o “La Mamma”, entrambi attualmente latitanti di spicco dell’omonimo
sodalizio mafioso contrapposto ai NIRTA (Versu) - STRANGIO (Janchi).
Dalle attività
investigative era emerso come Antonio e Sonia CARABETTA, padre e sorella di
Michele, fossero a conoscenza dei motivi del viaggio effettuato a Roma dal
congiunto nei confronti del quale avevano operato con condotte agevolatrici, in
qualità di soggetti organici al medesimo cartello ‘ndranghetistico.
Com’è noto, nel
corso degli anni, la “Faida di San Luca” ha fatto registrare momenti
drammatici, come nel 2007 con la cd. “Strage di Duisburg”, verificatasi
in territorio tedesco a ferragosto di quell’anno, allorquando venivano
assassinati 6 cittadini italiani attinti da numerosi colpi di arma da fuoco
mentre si trovavano all’esterno del “ristorante da Bruno”.
A distanza di
pochi giorni dall’eccidio, grazie ad una rigorosa ricostruzione dei fatti operata
dagli inquirenti, il delitto veniva ricondotto alle funeste vicende dell’annosa
“faida di San Luca” e nella notte del 30 agosto 2007 venivano eseguiti 43
provvedimenti di fermo a carico di altrettanti affiliati alle consorterie
mafiose di San Luca, tra i quali, per l’appunto, CARABETTA Antonio e la figlia
Sonia.
Grazie a quei
riscontri giudiziari è stato possibile raccogliere gravi elementi di reità a
carico delle famiglie VOTTARI-PELLE, ritenute direttamente coinvolte
nell’agguato del Natale 2006, e tracciare una nuova mappa di quegli
schieramenti mafiosi, con particolare riguardo alle loro proiezioni estere.
Dopo le formalità di rito, CARABETTA Antonio veniva associato alla Casa
Circondariale di Reggio Calabria, mentre la figlia Sonia al momento è
piantonata presso l’ospedale di Locri (RC) dove risultava ricoverata.
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