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sabato 7 luglio 2012

ADICO: LE NEWS


SPENDING REVIEW: OSPEDALI, CANCELLATI 18 MILA POSTI LETTO. VIA LIBERA IN CDM AL TAGLIO DEI TRIBUNALI


7 luglio 2012
Niente taglio ai mini-ospedali ma una revisione del rapporto tra abitanti e posti letto che entro il 30 novembre dovrà raggiungere lo standard di 3,7 per 1000 abitanti, arrivando a un taglio stimato in circa 18mila letti tra pubblico e privato accreditato, con una quota di pubblico ‘puro’ che deve essere “non inferiore al 40% del totale”. Inoltre revisione delle circoscrizioni giudiziarie e taglio dei tribunali. 26 miliardi di risparmi in tre anni e aumento dell’Iva di due punti percentuali evitato almeno fino a luglio 2013. Eccolo, in sintesi, il risultato del Consiglio dei ministri fiume, iniziato alle 18 e concluso oltre sette ore dopo, che ha approvato il decreto legge sulla spending review, pubblicato già oggi in Gazzetta ufficiale dopo la firma del presidente della Repubblica.
Il decreto approderà nell’aula della Camera il 31 luglio. “Prevediamo nelle prossime settimane – ha detto Monti in conferenza stampa – un terzo provvedimento sulle agevolazioni fiscali, la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base delle analisi effettuate da Amato e Giavazzi”.
Il presidente del Consiglio Monti e il commissario Enrico Bondi hanno spiegato che “non si tratta di tagli lineari” e che per gli acquisti sono state individuate e analizzate72 categorie di merce, sulla base del quale è stato estrapolato un benchmark di riferimento, così da allineare le amministrazioni meno virtuose a quelli più efficente. Il governo poi ha ringraziato i cittadini che hanno segnalato gli sprechi della pubblica amministrazione.
I NUMERI DEL DECRETO
Il provvedimento garantirà risparmi da 4,5 miliardi nel 2012, da 10,5 nel 2013 e da 11 nel 2014. Da qui stanziati due miliardi (uno nel 2013 e uno nel 2014) per la ricostruzione del terremoto in Emilia, Lombardia e Veneto. Confermati anche i fondi per salvaguardare altri 55.000 lavoratori ‘esodati’. L’importo complessivo è di 1,2 miliardi a partire dal 2014.
Ma gran parte dei fondi servirà ad evitare l’aumento dell’Iva. Il dl ottiene la sospensione sino al 30 giugno 2013 dell’incremento dell’Iva e riduzione dell’incremento dell’Iva a decorrere dall’anno 2014. Il provvedimento prevede l’eliminazione dell’ulteriore incremento di 0,5 punti dal 2014. “L’obiettivo – ha detto il viceministro Grilli è di riuscire a far sparire l’aumento dell’Iva e quindi di riuscire a trovare nelle prossime misure altri 6 miliardi”.
TAGLI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
-20% dirigenti, -10% altro personale e uffici più piccoli. Nella Pubblica amministrazione è previsto un taglio degli uffici dirigenziali di almeno il 20% e delle risorse destinate al personale non dirigenziali di almeno il 10%. Inoltre è prevista una riduzione dello spazio previsto per ogni impiegato: tra i 12 e i 20 metri quadrati a persona nei palazzi di nuova costruzione e tra i 20 e i 25 negli altri. Prevista anche la riduzione degli spazi degli archivi.
Buoni pasto. A decorrere dal 1° ottobre 2012 il valore dei buoni pasto attribuiti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione non può superare il valore nominale di 7 euro. Eventuali disposizioni normative e contrattuali più favorevoli cessano di avere applicazione a decorrere dal 1 ottobre 2012.
Obbligo di ferie e riposi. Le ferie e i riposi spettanti al personale, anche dirigenti, sono obbligatoriamente fruiti e in nessun caso “danno diritto alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi”.
Acquisti della Pa. Le pubbliche amministrazioni potranno “rescindere contratti di lungo periodo non più convenienti che dovessero risultare troppo onerosi” per quanto riguarda l’acquisto di beni e servizi. Nel decreto si prevede anche un rafforzamento di Consip, la società del ministero dell’Economia che ha per legge il ruolo di “centrale acquisti”, visto che – come risulta dall’analisi di Bondi – gli acquisti fatti in autonomia dalle amministrazioni sono meno convenienti di quelli attraverso Consip.
Eccessi di spesa e auto. Per i Ministeri e gli enti sono stati eliminati eccessi di spesa per 1,5 miliardi nel 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013. Taglio del 50% rispetto al 2011 per i fondi relativi al parco auto. Tra gli interventi la soppressione dell’Isvap e della Covip (saranno accorpate nell’Irvap) e di altri enti e società.
Locazioni ed edifici. Stop all’adeguamento degli affitti pagati dallo Stato e avvio della rinegoziazione delle locazioni per ridurre del 15% i canoni. Inoltre, si accelera la procedura di vendira degli alloggi di servizio di proprietà del ministero della difesa.
Personale in soprannumero. E’ prevista la “risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro nei confronti dei dipendenti che, in base alla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore dell’ultima riforma introdotta dal decreto legge n. 201 del 2011, avrebbero ottenuto la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 dicembre 2014″. Questi individui avranno la pensione da subito ma riceveranno il trattamento di fine rapporto solo alla data in cui avrebbero maturato il diritto ad andare in pensione. Gli ulteriori dipendenti pubblici in esubero andranno in mobilità.
Consulenze. Stop alle consulenze per i dipendenti pubblici che andranno in pensione. Il viceministro Grilli parla di “una clausola di impedimento a dare consulenze al personale in quiescenza”.
Società pubbliche. Stretta sulle società pubbliche e su quelle in house. Previsto il taglio ai cda delle società a totale partecipazione pubblica: avranno solo tre membri.
Forze armate. La spending review del ministero della Difesa comporterà tagli di un miliardo di euro complessivi nel biennio 2013-2014, mezzo miliardo per anno. A questi si aggiungono i risparmi derivanti dalla cessione di tutti gli immobili della Difesa al fondo del demanio e dalla decurtazione del 10% del personale. Le Forze armate ridurranno il totale generale degli organici in misura non inferiore al 10%.
SCUOLA
Libri scolastici. Confermata, rispetto agli scorsi anni, la spesa di 103 milioni di euro per garantire l’acquisto di libri scolastici da distribuire gratuitamente agli studenti.
Scuole e atenei non statali. Saltano i fondi per scuole non statali, mentre 10 milioni vanno alle Università non statali, con un taglio del 50%. Sono le spese autorizzate per il 2013. È anche previsto un incremento di 90 milioni di euro per il Fondo di intervento integrativo per la concessione dei prestiti d’onore e l’erogazione delle borse di studio da ripartire tra le regioni.
Più visite fiscali. Trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni che consentiranno alle scuole di poter usufruire delle visite fiscali senza oneri finanziari e amministrativi.
Voti telematici. Da quest’anno la pagella sarà online, così come le iscrizioni alle istituzioni scolastiche (però per gli anni successivi), i registri dei professori e tutte le comunicazioni fra insegnanti e famiglie. Lo prevede la versione finale del dl sulla spending review.
Bidelli salvi. Salta la stretta sui bidelli delle scuole: nell’ultimo testo della spending review è cancellata la nornma che prevedeva che, a partire dal primo settembre del 2012 non ci saranno state altre immissioni nel ruolo di collaboratore scolastico finché il relativo personale a tempo indeterminato fosse stato ridotto al 50% dell’organico.
GIUSTIZIA
Tribunali. Soppressione di 37 tribunali e di 38 procure, cancellate le 220 sezioni distaccate esistenti in tutta Italia. Questo il contenuto del provvedimento in materia di revisione delle circoscrizioni giudiziarie messo a punto dal Guardasigilli Paola Severino e approvato dal Consiglio dei ministri. Nessun taglio agli organici: i dipendenti amministrativi e i magistrati saranno “redistribuiti sul territorio”.
Giudici di Pace. A questa riorganizzazione si aggiunge quella degli uffici dei Giudici di Pace che ha già portato all’individuazione di 674 sedi che saranno soppresse e rispetto alle quali è atteso il parere delle commissioni competenti.
Intercettazioni. Tagli ai costi delle intercettazioni con risparmi stimati per 20 milioni nel 2012. “Il ministero della Giustizia adotta misure volte alla razionalizzazione, rispettivamente, dei costi dei servizi di intercettazione telefonica – si legge in modo da assicurare risparmi non inferiori a 20 milioni di euro per l’anno 2012″.
Le cifre. La riduzione degli uffici giudiziari comporterà anche risparmi di spesa, pari a circa 2.889.597 Euro per il 2012, 17.337.581 Per il 2013 e 31.358.999 Per il 2014. I costi per questa operazione di razionalizzazione saranno di entità di gran lunga inferiore rispetto ai vantaggi e ai risparmi che si otterranno a regime e che connoteranno il sistema giudiziario per i prossimi decenni.
Il ministro. Per Paola Severino, “si è parlato di provvedimento legato alla spending review”, ma così non è “per un criterio cronologico e di origine: deriva dalla delega che aveva il precedente governo e che questo governo ha ereditato, una delega che consentiva la riorganizzazione dei tribunali e delle aree giudiziarie, per rendere efficiente giustizia anche attraverso la redistribuzione giudiziaria” con l’obiettivo di “mantenere in piedi solo quei presidi con dimensione necessaria e sufficiente a dare risultati”. Poi aggiunge: “Possono rimanere aperti i tribunali con un numero di magistrati da 20 a 28 magistrati ma solo se si trova in una zona di criminalità organizzata o il cui spostamento porterebbe dei disagi di trasporto”.
ENTI LOCALI
Province. Via all’accorpamento delle province, secondo due criteri: popolazione ed estensione. Il Consiglio dei ministri fisserà entro dieci giorni le soglie minime per la sopravvivenza di una provincia, per poi passare la palla agli enti locali. Il processo dovrebbe essere completato entro la fine del 2012. “Questo processo potrà portare presuntivamente ad un numero che si aggira intorno alle 50 province”, ha stimato il ministro Patroni Griffi. Saranno salve le province degli attuali capoluogo e entro il primo gennaio saranno istituite 10 città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. In questi casi saranno soppresse le province.
Trasferimenti a enti locali. Si riducono di 700 milioni di euro per il 2012 e di 1 miliardo di euro dal 2013 i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. Per i Comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per il 2012 e 2 miliardi di euro dal 2013. Per le Province la riduzione è di 500 milioni di euro per quest’anno e 1 miliardo di euro dal 2013.
SANITÀ
Liberato il campo dalla chiusura indiscriminata degli ospedali più piccoli, la riduzione dei posti letto, si legge nel decreto, “è a carico dei presidi ospedalieri pubblici per una quota non inferiore al 40 per cento del totale dei posti letto da ridurre ed è conseguita esclusivamente attraverso la soppressione di unità operative complesse. Nelle singole regioni, fino ad avvenuta realizzazione del processo di riduzione dei posti letto e delle corrispondenti unità operative complesse, è sospeso il conferimento o il rinnovo di incarichi ai sensi dell’articolo 15-septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni. Nell’ambito del processo di riduzione, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano operano una verifica, sotto il profilo assistenziale e gestionale, della funzionalità delle piccole strutture ospedaliere pubbliche, anche se funzionalmente e amministrativamente facenti parte di presidi ospedalieri articolati in più sedi, e promuovono l’ulteriore passaggio dal ricovero ordinario al ricovero diurno e dal ricovero diurno all’assistenza in regime ambulatoriale, favorendo l’assistenza residenziale e domiciliare”.
Confermato il taglio di tre miliardi di euro per il fondo sanitario nazionale nel 2012-2013, con un miliardo in meno quest’anno e due miliardi a decorrere dal 2013. “Il livello del fabbisogno del servizio sanitario nazionale e del correlato finanziamento, previsto dalla vigente legislazione – si legge nel testo – è ridotto di 1.000 milioni di euro per l’anno 2012 e di 2.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013″.
Tagliati del 5% gli appalti di fornitura di beni e servizi in sanità. “Gli importi e le connesse prestazioni relative a contratti in essere di appalto di servizi e di fornitura di beni e servizi – si legge nel testo – con esclusione degli acquisti dei farmaci, stipulati da aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale, sono ridotti del 5 per cento a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto per tutta la durata dei contratti medesimi; tale riduzione per la fornitura di dispositivi medici opera fino al 31 dicembre 2012″
Sulla spesa per i farmaci, il governo ha decisio un aumento dello sconto obbligatorio che farmacie (fino al 2014) ed aziende farmaceutiche ( solo per il 2012) praticano al Servizio sanitario nazionale. Per gli anni successivi saranno invece aggiornate le regole che prevedono un tetto di spesa per la farmaceutica territoriale e quella ospedaliera. Meccanismo simile per l’acquisto di dispositivi medici: per il resto del 2012 deciso un abbattimento del 5%, ma dal prossimo anno sarà fissato un tetto di spesa.
Prevista anche la riduzione dell’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati.

Fonte: repubblica.it



CANONE SPECIALE RAI, NUOVA INFORMATA DI SOLLECITI: «CHI HA PC SENZA SINTONIZZATORE NON DEVE PAGARE»


6 luglio 2012
Adico mette a disposizione la modulistica per far cessare le richieste indebite.Garofolini: «Due su tre senza fondamento, consumatori infuriati»
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La Rai riprende la campagna di riscossione dell’abbonamento speciale alla televisione, quello dovuto, cioè, per la ricezione delle trasmissioni televisive fuori dall’ambito famigliare. Ma secondo le stime di Adico Associazione Difesa Consumatorit, 2 destinatari su 3 non sono tenuti a pagarlo. In altre parole, le lettere di sollecito di pagamento vengono spedite a tappeto troppo spesso senza fondamento, gettando nella confusione tanti consumatori che talvolta pagano sentendosi dalla parte del torto. Ma non è così: secondo la legge è obbligato a pagare solo chi possiede un apparecchio munito di sintonizzatore. Negozi, associazioni, enti che possiedono monitor senza sintonizzatore utilizzati solo per diffondere messaggi registrati, studi e professionisti che lavorano anche dal proprio domicilio con un semplice pc e una connessione Internet, non sono quindi tenuti a pagare.
E per venire incontro alle esigenze di tutte le imprese che in queste settimane si sono viste recapitare la lettera della Rai con la richiesta di regolarizzazione della posizione, l’ufficio legale di Adico ha predisposto la modulistica di risposta da inviare a Viale Mazzini, per comunicare una volta per tutte che non si è tenuti ad alcun pagamento. Il materiale sarà a disposizione gratuitamente per tutti i soci di Adico che ne faranno richiesta (si ricorda che Adico è un’associazione indipendente che si sosiene unicamente con le quote sociali).
Tra i casi segnalati ad Adico c’è ad esempio quello di una ditta di autotrasporti della provincia di Venezia che non ha nemmeno una connessione Adsl (il titolare ha un pc portatile e va in rete con una chiavetta prepagata), o liberi professionisti che lavorando da casa. Anche la stessa Associazione Difesa Consumatori ha ricevuto il sollecito di pagamento, senza avere nemmeno un monitor tv.
«L’iniziativa della Rai sorprende non poco, visto il polverone sollevato su questa stessa questione solo pochi mesi fa – spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini – già a inizio 2012 infatti era stata inviatauna prima lettera a tutte le imprese, affermando che le norme di legge in materia di “abbonamenti alle radioaudizioni” imporrebbero l’obbligo del pagamento di un canone di abbonamento speciale anche a chi detenga, al di fuori dell’ambito familiare, apparecchi quali computer collegati in rete (del tipo “digital signage e similari”, si leggeva nella lettera della Rai, cioè la cosiddetta segnaletica digitale), indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti, come ad esempio visione di messaggi promozionali, dvd, televideo, filmati di aggiornamento, eccetera. Ma le polemiche seguenti erano state talmente accese da aver portato il Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo economico a fornire chiarimenti in merito all’Agenzia delle Entrate».
Nella nota si spiegava che un apparecchio si intende atto a ricevere le radioaudizioni solo se include fin dall’origine gli stadi di radioricevitore completo, sintonizzatore radio, decodificatore e trasduttori audio/video per i servizi televisivi, solo audio per i servizi radiofonici. Un apparecchio invece si intendeadattabile a ricevere le radiodiffusioni solo se inlcude almeno uno stadio sintonizzatore radio ma è privo del decodificatore e/o dei trasduttori che, collegati esternamente all’apparecchio, realizzerebbero insieme a esso un radioricevitore completo. Di conseguenza un apparecchio privo di sintonizzatori radio operanti sulle bande destinate al servizio di radiodiffusione non è ritenuto né atto né adattabile alla ricezione delle radioaudizioni, e di conseguenza per esso non va pagato alcun canone tv.
In sintesi, a quest’ultima categoria appartengono ad esempio i pc senza sintonizzatore tv, i monitor di computer, le casse acustice e i videocitofoni (per informazioni complete sulle categorie, far riferimento al sito della Rai all’indirizzo http://www.abbonamenti.rai.it/Speciali/IlCanoneSpeciali.aspx).  
«Probabilmente la Rai si è sentita autorizzata a procedere con questa nuova infornata di solleciti dall’entrata in vigore della norma che dal 2012 prevede che le imprese e le società indichino nella relativa dichiarazione dei redditi il numero di abbonamento speciale alla radio o alla televisione per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive – spiega ancora Garofolini – ma il fatto resta inaccettabile, visto anche il tono perentorio e minaccioso e la mancanza di informazioni complete. Non è da escludere, infatti, che per questo molte imprese vengano indotte a pagare anche se non ne hanno il dovere, ed è esattamente quello che vogliamo evitare».
Per ulteriori informazioni su come poter ottenere il modulo e per iscriversi all’Associazione, Adico è a disposizione allo sportello di via Volturno 33 a Mestre, all’indirizzo mail info@associazionedifesaconsumatori.it o al numero di telefono 041.5349637 per fornire tutte le informazioni e l’assistenza del caso».

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