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domenica 1 aprile 2012

ADICO: le news

Odissea di 1 anno per rinnovare la patente e referto medico scambiato cardiotrapiantato di Mogliano Veneto denuncia le vicende ad Adico


1 aprile 2012
Quasi 400 euro di costi vivi, ulteriori spese non quantificabili per trasporto pubblico, taxi e passaggi da amici e parenti, e 11 mesi passati impigliato nelle maglie della burocrazia. Il tutto per un semplice – si fa per dire – rinnovo della patente. È successo a un cittadino di Mogliano Veneto (Treviso), L.N., che ha denunciato ad Adico Associazione Difesa Consumatori l’incredibile vicenda di cui è stato protagonista, e che iniziata nell’aprile 2011 si è conclusa solo il 14 marzo scorso. E nel frattempo il cittadino ha subìto un secondo disservizio dall’Ulss 9: la consegna di un referto sbagliato a suo nome. Che riportava la diagnosi di una grave malattia, e che gli ha fatto passare la notte peggiore della sua vita.
L.N. ha subito un trapianto di cuore nel 1994, e da allora si deve sottoporre ogni due anni circa a una visita medica alla Commissione Patenti dell’Ulss 9 di Treviso. Nell’aprile dello scorso anno il trevigiano si accorge che la patente gli sarebbe scaduta 7 mesi dopo, a novembre 2011, e quindi chiama il Centro di prenotazione per avere l’appuntamento per la visita medica. E i disservizi iniziano già qui: la prima data utile è infatti il 5 dicembre 2011, quindi a documento già scaduto. In quella data comunque il cittadino si reca alla visita, ma le cose vanno diversamente dal solito: il medico infatti gli ordina ulteriori accertamenti per patologie passate e in realtà già risolte, quindi la trafila si allunga. L’uomo prenota le due visite, e verso fine dicembre le sostiene rispettivamente all’ospedale di San Donà di Piave e al Giustinian di Venezia, entrambe strutture non esattamente dietro l’angolo per l’uomo che risiede in provincia di Treviso. E, quindi, nuove spese per le visite e nuove spese e disagi per i trasporti, visto che – a patente scaduta – restavano solo taxi, mezzi pubblici o la disponibilità di amici e parenti automuniti per raggiungere gli ospedali.
Ma nemmeno queste due ulteriori visite sono state sufficienti: il risultato di una delle due lo costringe a un ricorso alla Commissione medica delle Ferrovie dello Stato di Mestre, dalla quale viene chiamato il 22 febbraio scorso. E qui nuovi accertamenti e nuove spese, per un totale di altri 250 euro, oltre alla richiesta di presentare tutti i referti più recenti relativi alle visite sostenute al dipartimento di Cardiochirurgia. Dopo un attesa di tre settimane, il 13 marzo viene recapitato a L.N il tanto agognato esito di idoneità per un anno per la guida dei veicoli. Peraltro per un errore la scadenza della patente viene fissata al 3 febbraio 2013 anziché 3 marzo 2013, e così il cittadino perde anche un mese di idoneità così difficoltosamente conseguita.
Il 14 marzo quindi il protagonista di questa odissea si reca agli uffici della Motorizzazione di Treviso per regolarizzare la posizione: ma la patente va rifatta ex novo e ciò comporta due versamenti postali per un totale di quasi 40 euro, due foto e fotocopie di documenti e certificati medici vari. Alla fine, tra marche da bollo, versamenti postali, visite mediche, fax e fotocopie le spese vive sfiorano i 400 euro. Senza contare che durante i 4 mesi in cui l’auto di L.N. è rimasta ferma senza che lui la potesse utilizzare, le spese fisse di bollo e assicurazione di certo non gli venivano scalate.
«Lascio trarre ad altri le conclusioni, ricordando solo che sono invalido civile nella misura dell’80% in quanto cardiopatico – commenta L.N. – e che avendo pure la madre invalida al 100% e residente in altra località ho potuto visitarla assai di rado dovendo ricorrere all’aiuto di una signora. Spero che questo mio caso possa essere di interesse soprattutto perché non debba ripetersi a danno di altri malcapitati».
Ma non è questa l’unica disavventura capitata al consumatore di Mogliano: il 29 dicembre scorso L.N. si reca al Cup dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso per il ritiro del referto di un esame effettuato un paio di settimane prima. Ma all’apertura del plico, la scoperta è sconvolgente: la diagnosi è quella di una gravissima patologia. Dopo aver trascorso una notte pressoché insonne – si ricorda che il trevigiano è un cardiotrapiantato – il giorno seguente si reca dal suo medico curante ancora sotto choc. Ma lo specialista, dopo aver confrontato il primo foglio con i dati anagrafici e i successivi due con la diagnosi, e dopo averli letti con estrema attenzione, lo rassicura: il secondo e terzo foglio appartenevano infatti a un’altra persona. «Ho riportato subito i documenti che non mi riguardavano all’ospedale e, su mia richiesta, mi veniva detto di segnalare il fatto all’Ufficio dei rapporti con il pubblico della Ulss 9 di Treviso. Ho ricevuto una lettera di scuse, ma ritengo sia giusto segnalare questi fatti come ulteriore invito a prestare estrema attenzione perché si gioca con la salute delle persone» è l’ultimo, amaro commento del consumatore.
«Quella raccontata dal consumatore trevigiano è veramente una storia al limite dell’assurdo – è il commento del presidente di Adico Associazione Difesa Consumatori Carlo Garofolini – ma è purtroppo l’esempio lampante di come la burocrazia possa non solo complicare la vita ai cittadini, ma a volte addirittura rendergliela impossibile. Noi consigliamo sempre a chi si trova a subìre le inefficienze o le lungaggini della pubblica amministrazione o della sanità di fare la voce grossa e denunciare l’accaduto scrivendoci a info@associazionedifesaconsumatori.it o chiamando allo 041.5349637 o ancora venendo di persona alla sede di via Volturno 33 a Mestre, dove ci sarà sempre qualcuno pronto ad ascoltare: Adico provvederà a renderla pubblica nel modo migliore e metterà a disposizione l’assistenza del proprio ufficio legale nei casi in cui l’intervento di un avvocato sia possibile – continua Garofolini – solo così si possono smascherare i difetti della macchina, sperando che prima o poi si intervenga per snellirla». E in merito alla vicenda dello scambio dei referti, Garofolini è ancora più duro: «Si tratta sicuramente di uno sbaglio umano, conseguente a un momento di distrazione, stanchezza o leggerezza: ma così come un chirurgo non può permettersi di sbagliare, nemmeno il personale che gestisce i referti è giustificato – chiude il presidente di Adico – cosa sarebbe successo se il cuore del nostro consumatore non avesse retto allo choc di una diagnosi impronunciabile? E in egual modo, con che coraggio si è poi consegnato un referto così difficile a una persona che il giorno prima, aprendo il proprio plico, si era convinta di godere di perfetta salute? Sono errori imperdonabili che, per fortuna, non hanno portato a conseguenze, ma su cui è opportuno riflettere attentamente».

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 Benzina e luce, dieci strategie anti rincari


1 aprile 2012
La bolletta della luce che in un anno è rincarata cinque volte più dell’inflazione (+16,4%). Il pieno di benzina aumentato sei volte (+18,6%) rispetto al carovita. E quello di gasolio addirittura più di sette volte (+22,5%) nel confronto con il marzo 2011. E le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti: l’Authority per l’Energia ha già messo le mani avanti, preannunciando che da maggio sulla bolletta elettrica potrebbe essere scaricato l’«aggiornamento per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili», che in soldoni significa un ulteriore +4%. Ai prezzi attuali, siamo già nell’ordine di un aggravio di spesa di circa 27 euro l’anno per la famiglia tipo.
E anche fare il pieno all’auto, con la verde ormai abbondantemente sopra 1,90 euro al litro (mentre il gasolio è intorno a 1,80 euro), costa oggi 18 euro in più rispetto a un anno fa. Con lo spauracchio che, con l’avvicinarsi delle festività pasquali, la benzina possa anche raggiungere la fatidica soglia psicologica dei 2 euro al litro. Secondo l’associazione dei benzinai Figisc-Confcommercio, ci sono ci sono infatti tuttel le premesse per un nuovo rincaro di 1 centesimo al litro per la benzina. Ecco allora qualche suggerimento per adottare consumi più consapevoli: dieci consigli orientati al risparmio.
Le compagnie petrolifere
Confrontare i listini esposti
Con il prezzo della benzina che proprio questo mese ha superato il record degli ultimi 50 anni (compreso il precedente massimo storico del 1977: 1,84 euro al litro a valori attualizzati, segnato dopo il secondo shock petrolifero), fare il confronto dei listini esposti dalle diverse stazioni di servizio diventa il primo passo obbligato per scegliere il punto di rifornimento più conveniente. È vero che in Italia il mercato petrolifero, per dirla con i tecnici, è concentrato nelle mani di poche compagnie (sette), «presenta scarsa concorrenza ed è caratterizzato da un oligopolio asimmetrico», ma è altrettanto vero che nelle zone limitrofe ai punti vendita aperti all’interno degli ipermercati (dove si possono risparmiare anche 10 centesimi al litro), anche gli altri benzinai che operano sotto l’insegna delle grandi compagnie si sono visti costretti ad adeguarsi, tenendo la mano leggera sui listini.
Le nuove abitudini
Utilizzo di impianti self service
L’uso del self service è una buona abitudine che gli automobilisti italiani dovrebbero adottare con sempre maggiore frequenza, quantomeno in nome del risparmio. Dieci centesimi in meno al litro, come valore medio rilevato per questo sistema di distribuzione su scala nazionale, potrebbero anche sembrare poca cosa, soprattutto per chi vuole «farsi servire» anziché «servirsi da solo», ma per un veicolo di media cilindrata su 60 litri di pieno significa quasi 6 euro di risparmio. Certo, per avvicinarci alla media europea, dove circa il 90% delle vendite di carburante viene effettuato con le pompe automatiche (in Italia gli ultimi dati indicano una percentuale ribaltata: 90% al «servito» e 10% ai self service), occorre anche un adeguamento della rete distributiva: in Germania il 99% degli impianti è automatizzato, il 96% in Francia, mentre il Italia siamo al 33%.
Gli sconti
Alla ricerca delle «no logo»
Risparmiare fino a 15 centesimi al litro senza varcare il confine (svizzero o sloveno, per chi abita nelle province vicine) è possibile. Basta andare alla ricerca delle cosiddette stazioni «no logo» o «pompe bianche». In pratica quei distributori che operano senza l’insegna di una grande compagnia, e che stanno numericamente crescendo a vista d’occhio. L’ultima rilevazione indicava 2.217 punti vendita di questo tipo (l’elenco completo, suddiviso regione per regione, si può consultare sul sito internet www.pompebianche.it). In Lombardia e Veneto c’è la maggiore presenza, rispettivamente con 46 e 42 impianti. Ma sono le Marche, con 41 impianti, uno ogni 38mila abitanti, la regione più servita.
La pressione dei pneumatici
Automobile in piena efficienza
Un risparmio sui consumi di carburante si può anche conseguire tenendo sempre sotto controllo la perfetta efficienza della propria automobile. È questo un aspetto spesso trascurato, ma che conviene tenere sempre presente, soprattutto considerando che, secondo le rilevazioni fatte dall’Aci, l’età media delle auto in circolazione è ancora elevata (con punte tra gli 8 e i 10 anni nell’Italia del Sud). Oltre a fare periodici controlli al motore e al sistema di alimentazione, per verificare il livello di efficienza dei diversi componenti, un suggerimento elementare (ma da molti ancora sottovalutato) che arriva dai tecnici riguarda il controllo della pressione dei pneumatici, che deve essere sempre ai valori indicati dal produttore.
No alle «sgommate»
Al volante una guida «soft»
Lo stile di guida determina consumi di carburante più o meno elevati, tanto per l’utilitaria da città e tanto più per la sportiva dalle grandi prestazioni. Con l’attuale prezzo della benzina, ecco tornare utili le stesse indicazioni di allora per un comportamento «risparmioso» al volante. Premesso che le indicazioni sui consumi date dalle case automobilistiche per un determinato modello sono raramente riscontrabili nella realtà e nell’uso quotidiano dell’auto, tutti gli esperti sono concordi nel consigliare una guida «morbida», senza brusche accelerazioni e «sgommate» alle partenze ai semafori. Addirittura c’è chi si lancia in consigli suggestivi (ma sempre utili), come la «guida con l’uovo»: immaginando cioè di avere tra la suola della scarpa destra e il pedale dell’acceleratore un uovo, e poi accelerare e decelerare evitando però di romperne il guscio.
Le liberalizzazioni
Il «Trova offerte» su Internet
Anche sull’energia elettrica, come per i carburanti, il peso delle imposte incide per circa il 40% sul prezzo finale della bolletta. Quindi ogni discorso su possibili risparmi (comprese le offerte che vengono pubblicizzate dai diversi operatori del settore) riguarda il rimanente 60% della spesa complessiva. È partendo da questa considerazione — da tenere sempre presente —che ogni utente può andare alla ricerca di un nuovo fornitore, grazie alla liberalizzazione del mercato elettrico che in Italia si è completata nel luglio del 2007 e che ha spalancato le porte alla concorrenza. Ma come scegliere l’operatore più conveniente per le nostre necessità? Per agevolare i consumatori nel confronto e nella valutazione delle diverse offerte di fornitura, l’Autorità per l’energia (www.autorita.energia.it) ha messo a punto il «Trova offerte» un sistema di ricerca via Internet.
Attenzione agli orari
Consumi dopo le 7 di sera
Al di là del prezzo che è possibile trovare tra i diversi fornitori di energia elettrica, dal giugno 2010 le famiglie italiane possono anche scegliere l’applicazione della «tariffa bioraria»: cioè con prezzi differenziati a seconda dei diversi momenti della giornata e dei giorni della settimana in cui si utilizza l’elettricità. Con questa tariffa il vantaggio è assicurato a quanti riescono a organizzarsi concentrando più di due terzi (oltre il 66%) dei propri consumi di elettricità negli orari più convenienti: dalle 19 di sera alle 8 del mattino dei giorni feriali, e in tutte le ore dei sabati e dei giorni festivi. Per inciso, quello dei prezzi differenziati per fasce orarie è un meccanismo applicato da tempo nel settore industriale.
L’iniziativa del governo
«Bonus elettrico» per le famiglie
Pochi lo conoscono (e lo utilizzano), ma il risparmio (per quanti ne hanno diritto) è consistente. Si tratta del «Bonus elettrico», uno strumento introdotto dal governo e reso operativo dall’Authority per l’energia con la collaborazione dei Comuni per garantire alle famiglie numerose e a quelle in condizioni di disagio economico una bolletta elettrica più leggera: circa il 20% in meno della spesa annua presunta (al netto delle imposte) per un famiglia tipo. Il valore è differenziato a seconda del numero dei componenti della famiglia (da 63 euro a un massimo di 155 euro per i soggetti in gravi condizioni di salute). Per altre informazioni basta consultare il sito www.autorita.energia.it.
Caccia agli sprechi
Lo «standby» delle apparecchiature
La scelta di lampade ad alta efficienza energetica consente di ridurre dell’80% il consumo di energia rispetto alle lampadine tradizionali a incandescenza. Ma questo è solo il primo passo per alleggerire la bolletta elettrica. La maggior parte degli apparecchi elettrici consuma corrente anche quando è in modalità d’attesa (il cosiddetto standby), che può raggiungere anche il 10% del consumo elettrico complessivo di una famiglia-tipo. Un esempio concreto: è stato calcolato che in Svizzera, in questo modo, si sprecano più di 2 miliardi di chilowattora all’anno (cifra pari ai consumi elettrici dell’intero Canton Ticino). Attenzione anche a scaldabagni e frigoriferi, che pesano rispettivamente per il 20% e il 18% sui consumi totali. E poi ci sono i «piccoli» apparecchi elettrici, i cui consumi, in ambito familiare, sono i più elevati in assoluto: 660 chilowattora all’anno per una famiglia di quattro persone.
L’esempio inglese
Il contatore in cucina
La consapevolezza dei propri consumi elettrici è lo strumento principale per ottenere risparmi importanti sulla bolletta. A questo proposito l’esempio inglese è uno dei più significativi: da quando il governo di Sua Maestà ha installato i contatori elettrici nelle cucine delle case popolari, il solo fatto di poter constatare in tempo reale l’andamento del consumo di elettricità ha portato a un risparmio di circa il 15% di energia. Nel nostro Paese i contatori continuano a essere relegati in cantina o in locali difficilmente accessibili. Un aiuto in questa direzione, per sapere quantomeno il livello di efficienza (o di spreco) degli elettrodomestici che usiamo in casa, arriva sempre dall’Autorità per l’energia, che mette a disposizione il «Pesa consumi» e che si può trovare sul sito Internet dell’ente: www.autorita.energia.it.

Gabriele Dossena
fonte:corriere.it

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