Dei tre "italiani d'America", Marco Belinelli è quello più "USA Style". Lui, l'NBA, l'ha sempre seguita, anche quando calcava i campi italiani. Oggi sta vivendo il suo sogno. Sportal.it lo ha intervistato, in esclusiva, per fare il punto della sua carriera nell'affascinante mondo NBA...
Quella attuale è la tua quinta stagione nell'NBA, ormai sei un veterano. Che effetto ti fa?
"A dispetto di quello che alcuni potevano pensare, sono qui, gioco e posso contare sulla stima delle persone che mi circondano. Sono stati cinque anni molto intensi, in cui ho lottato e continuo a lottare per il mio sogno realizzato".
Ti esalti ancora al pensiero che sei un giocatore NBA?
"Ogni volta che scendo in campo 'mi esalto', o meglio: sono felice. Giocare a basket è ciò che amo fare fin da bambino. Poterlo fare qui in NBA è il massimo".
Dopo la partenza di CP3, gli Hornets hanno perso molto. Quanto contava per voi?
"Ovviamente CP3 è il miglior play della lega, una vera star. Giocare con lui mi ha fatto crescere tantissimo, mi ha fatto scoprire anche aspetti del mio gioco e delle mie capicità che non conoscevo ancora. Soprattutto mi ha dato fiducia e avere la fiducia di CP3... non è da tutti".
Giochi quotidianamente, senza pause, come gestisci così tante partite in così tanto tempo? Come ti rilassi?
"Fino ad ora ho giocato tutte le partire si qui disputate. E' vero che capita di giocare anche tre giorni di seguito in trasferta, quindi con dei voli da affrontare, ma non è così pesante come si possa credere. Il problema forse è, per una squadra come gli Hornets, in cui è cambiato così tanto dall'anno scorso, non c'è stato tempo per allenarsi, per conoscersi sul campo".
Giochi nelle arene più prestigiose al mondo, quale è la tua preferita e perché?
"Hanno tutte un fascino particolare. Forse lo Staple Centre di Los Angeles e il Madison Square Garden di New York sono le più affascinanti".
Quest'anno chi vedi favoriti per la corsa all'anello di Campioni NBA e perché?
"Secondo me Miami, quest'anno, potrebbe farcela, perchè si conoscono meglio, hanno più equilibri e perchè hanno meno pressione rispetto allo scorso anno".
James, Bryant, Durant, Rose e Paul, chi prenderesti di questi cinque nella tua squadra ideale?
Ovviamente ne puoi prendere uno solo...
"Beh una scelta quasi impossibile (ride). ... Kobe. Perchè rimane il mio giocatore preferito in assoluto".
Ad oggi quale è il tuo momento indimenticabile nell'NBA? Una serata che ti è rimasta nella mente...
"Il debutto con la maglia di Golden State".
Quando affronti le franchigie degli altri due italiani che vi dite prima del match? A fine partita capita di andare a cena insieme?
"Prima delle partite ci facciamo il classico in bocca al lupo. A volte capita che ci si vede, dipende dai programmi delle squadre".
Segui la pallacanestro italiana, chi vincerà lo Scudetto? Sarà ancora l'anno di Siena?
"La seguo poco quest'anno, vedo comunque che Siena è sempre la squadra da battere. Faccio il tifo per Milano del mio amico Mancio".
Alle Olimpiadi ci sarà il predominio degli USA o vedi degli outsiders?
"Eh, gli americani sono davvero forti...".
Quando rivedremo Belinelli nel campionato italiano o, magari, in Europa? Ci pensi mai?
"No mai. Io voglio stare qui".
Quella attuale è la tua quinta stagione nell'NBA, ormai sei un veterano. Che effetto ti fa?
"A dispetto di quello che alcuni potevano pensare, sono qui, gioco e posso contare sulla stima delle persone che mi circondano. Sono stati cinque anni molto intensi, in cui ho lottato e continuo a lottare per il mio sogno realizzato".
Ti esalti ancora al pensiero che sei un giocatore NBA?
"Ogni volta che scendo in campo 'mi esalto', o meglio: sono felice. Giocare a basket è ciò che amo fare fin da bambino. Poterlo fare qui in NBA è il massimo".
Dopo la partenza di CP3, gli Hornets hanno perso molto. Quanto contava per voi?
"Ovviamente CP3 è il miglior play della lega, una vera star. Giocare con lui mi ha fatto crescere tantissimo, mi ha fatto scoprire anche aspetti del mio gioco e delle mie capicità che non conoscevo ancora. Soprattutto mi ha dato fiducia e avere la fiducia di CP3... non è da tutti".
Giochi quotidianamente, senza pause, come gestisci così tante partite in così tanto tempo? Come ti rilassi?
"Fino ad ora ho giocato tutte le partire si qui disputate. E' vero che capita di giocare anche tre giorni di seguito in trasferta, quindi con dei voli da affrontare, ma non è così pesante come si possa credere. Il problema forse è, per una squadra come gli Hornets, in cui è cambiato così tanto dall'anno scorso, non c'è stato tempo per allenarsi, per conoscersi sul campo".
Giochi nelle arene più prestigiose al mondo, quale è la tua preferita e perché?
"Hanno tutte un fascino particolare. Forse lo Staple Centre di Los Angeles e il Madison Square Garden di New York sono le più affascinanti".
Quest'anno chi vedi favoriti per la corsa all'anello di Campioni NBA e perché?
"Secondo me Miami, quest'anno, potrebbe farcela, perchè si conoscono meglio, hanno più equilibri e perchè hanno meno pressione rispetto allo scorso anno".
James, Bryant, Durant, Rose e Paul, chi prenderesti di questi cinque nella tua squadra ideale?
Ovviamente ne puoi prendere uno solo...
"Beh una scelta quasi impossibile (ride). ... Kobe. Perchè rimane il mio giocatore preferito in assoluto".
Ad oggi quale è il tuo momento indimenticabile nell'NBA? Una serata che ti è rimasta nella mente...
"Il debutto con la maglia di Golden State".
Quando affronti le franchigie degli altri due italiani che vi dite prima del match? A fine partita capita di andare a cena insieme?
"Prima delle partite ci facciamo il classico in bocca al lupo. A volte capita che ci si vede, dipende dai programmi delle squadre".
Segui la pallacanestro italiana, chi vincerà lo Scudetto? Sarà ancora l'anno di Siena?
"La seguo poco quest'anno, vedo comunque che Siena è sempre la squadra da battere. Faccio il tifo per Milano del mio amico Mancio".
Alle Olimpiadi ci sarà il predominio degli USA o vedi degli outsiders?
"Eh, gli americani sono davvero forti...".
Quando rivedremo Belinelli nel campionato italiano o, magari, in Europa? Ci pensi mai?
"No mai. Io voglio stare qui".
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