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giovedì 5 aprile 2012

RIGASSIFICATORE: IL PORTO DI GIOIA TAURO SUBIREBBE UN PERICOLOSO CONTRACCOLPO


Cinquefrondi, 04.04.2012
 
Il prossimo 16 aprile il consiglio provinciale discuterà il mio ordine del giorno contrario alla costruzione del rigassificatore di San Ferdinando ed in queste settimane è opportuno che tutti si documentino su quelle che saranno le ricadute che il mega impianto provocherà nel nostro territorio, meta solo per investimenti dannosi che in altre aree dell’Italia o della Calabria non si è riusciti a realizzare.
Il 27 Gennaio scorso, ad esempio, l’arenile sabbioso di Boccasette - a 15 km dal rigassificatore offshore di Adriatic LNG di Rovigo - è stato invaso da una coltre di schiuma ghiacciata e vischiosa lunga 9 km e spessa mezzo metro. Ovviamente l’Adriatic LNG ha escluso ogni responsabilità dell’impianto di rigassificazione ma la vicenda è sul tavolo del Ministero dell’Ambiente poiché i sospetti esistono per il fatto che la Bora di quei giorni ha fatto spiaggiare la schiuma e una barriera di contenimento che si era staccata dal rigassificatore. Proprio per questo fenomeno, che potrebbe aver danneggiato l'ecosistema marino, pare siano indagati due dirigenti di Adriatic Lng (che gestisce il rigassificatore), per danneggiamento aggravato.
Ma ciò su cui voglio maggiormente concentrare l’attenzione è la questione occupazionale, che il fronte del SI sta utilizzando, a mio pare specularmente come si fece per la centrale a carbone, per tentare di convincere l’opinione pubblica, in un periodo di forte crisi, sulla bontà del progetto.
Le cifre occupazionali prospettate sono se non altro discutibili, dal momento che i dati resi dalla stessa ditta investitrice riportano che “sono previsti circa 100 addetti per l’esercizio e la manutenzione dell’impianto”, probabilmente ripartiti per i 33 Comuni della Piana, tra i quali parecchi di alta professionalità provenienti certamente da fuori regione.
Pertanto, in aggiunta a questo dato irrisorio da mettere a confronto con i grandi rischi di natura ambientale, sul fronte occupazionale mi preme evidenziare che diversi studi dimostrerebbero gli effetti indiretti che il rigassificatore potrebbe comportare sulle attività dello scalo gioiese, con il serio rischio che il Porto potrebbe subire dalla costruzione del rigassificatore il colpo di grazia con tutti i conseguenti contraccolpi economici e sociali sull’intero comprensorio.

Infatti, L’IMO- International Maritime Organisation ha stabilito che la zona di interdizione della navigazione deve avere un raggio di 1,5 miglia nautiche (2,8 km) e quella di sicurezza un raggio di 2 Km (Circolare IMO n°SN1/Circ.257 in data 11 Dicembre 2006) ed a queste misure si devono assolutamente attenere sia le Capitanerie di porto che le direzioni marittime.

In esercizio, è previsto l’arrivo di circa 120 navi/anno per un arrivo di una gasiera ogni 3 giorni circa. Si consideri che le operazioni di scarico durano dalle 20 alle 23 ore, nelle quali, per ragioni di sicurezza, nessuna operazione di arrivo/partenza di portacontainer nell’area portuale è possibile.
Questo fatto significherebbe il blocco di tutte le operazioni del Porto di Gioia Tauro per circa 120 giorni lavorativi l’anno.

Per queste ragioni invito tutti ad una seria riflessione, in quanto l’incontro richiesto dall’Associazione “San Ferdinando in Movimento” al Presidente Raffa, che a giorni auspico sia concesso, potrebbe essere una buona occasione di confronto per portare la discussione in consiglio provinciale con delle conoscenze più approfondite, per chiarire una volta per tutte i paradossi, tecnicamente documentati, sui quali l’impianto è fondato.
 
Giuseppe Longo - Consigliere provinciale Prc

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