(di Alessandro Sgherri) (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 3 APR - Un bonifico di circa sei milioni all'estero, a Cipro e in Tanzania, che potrebbe nascondere un'operazione di riciclaggio da parte di una delle cosche di 'ndrangheta tra le piu' potenti, quella dei De Stefano di Reggio Calabria. E' l'ipotesi su cui lavora la Dda di Reggio Calabria e che ha fatto finire nel registro degli indagati, per riciclaggio, il tesoriere della Lega Nord ed ex sottosegretario nel governo Berlusconi Francesco Belsito. La Dda reggina - d'intesa con la Procure di Milano e Napoli, che indagano a loro volta sul conto del tesoriere del Carroccio - stamani ha mandato gli investigatori della Dia a compiere una serie di perquisizioni (14 quelle del filone calabrese nel corso delle quali sono stati sequestrati migliaia di documenti), una anche nella sede storica del partito di Umberto Bossi in via Bellerio, a Milano. L'inchiesta reggina ruota attorno a Romolo Girardelli, un faccendiere genovese di 53 anni, legato, per la Dda, ad elementi di primissimo piano dei De Stefano per i quali gia' in passato avrebbe svolto l'attivita' di riciclatore grazie alle sue capacita' di ''monetizzazione di 'strumenti finanziari atipici' di illecita provenienza''. Girardelli era finito nel mirino della Dda nel 2002 perche' considerato legato ad elementi di spicco dei De Stefano, che operavano anche in Liguria e in Francia, tra i quali Paolo Martino e Antonio Vittorio Canale. Adesso gli inquirenti lo hanno ritrovato socio di Belsito, attraverso il figlio Alex Girardelli, nella Effebi Immobiliare, societa' con sede a Genova e attiva nel settore immobiliare e commerciale. Non solo. Girardelli e' risultato anche essere responsabile dello sportello genovese di un'altra societa', la Polare Scarl riconducibile all'imprenditore veneto Stefano Bonet, un altro dei personaggi su cui ruota l'inchiesta insieme all'avv. Bruno Mafrici, calabrese d'origine ma trapiantato a Milano dove ha lo studio, ed a Paolo Scala, considerato il promotore finanziario di fiducia del gruppo Bonet, specializzato nella gestione di articolate operazioni finanziarie a Cipro, dove risiede. Sono loro, secondo le indagini della Dia, i protagonisti del trasferimento dei sei milioni. E' di Scala, infatti, il conto corrente su cui vengono trasferiti i fondi. Una ulteriore conferma gli inquirenti l'hanno avuta leggendo un articolo su Cipro sul sito voglioviverecosi'.com, portale ''per chi sogna di cambiare vita'', ricondotto a Scala ed in cui raccontava di avere aperto una societa', la stessa cui e' intestato il conto. Bonet prova a chiedere a Scala se il denaro inviato da Belsito a Cipro e in Tanzania provenga dalla Lega nord, ma la risposta e' lapidaria: ''non so cosa sia, lui mi ha detto che vengono da lui''. Dall'inchiesta sono emersi anche passaggi di denaro nascosto in un cappello da Bonet a Belsito ed anche di una Porsche Panamera. Bonet secondo l'accusa, pagava anche l'avv. Mafrici per la sua attivita' professionale, pur se non ne era contento. Ed alla sua segretaria che gli faceva notare che alcune voci di una parcella non sembravano congrue l'imprenditore rispondeva secco: ''evidenzia che e' un'operazione politica e bisogna pagare. Fine della questione''. Ma l'attenzione degli inquirenti e' concentrata anche su altre operazioni condotte dal gruppo Bonet per un importo di circa 12 milioni con la societa' Siram, operante nel settore degli impianti tecnologici e del riscaldamento con la quale la Polare, scrivono gli investigatori, ''ha stipulato un accordo commerciale nel settore dell'innovazione e della ricerca, giovandosi del patrocinio politico di Belsito''. Accordo che ha dato origine ad una serie di trasferimenti di denaro tutt'altro che chiari per gli investigatori. Dato per accertato, come scrive il gip nel decreto di perquisizione, l'esistenza di ''un gruppo di soggetti variamente inseriti in contesti imprenditoriali, professionali ed istituzionali, in cui operano Stefano Bonet, Paolo Scala, Francesco Belsito e Bruno Mafrici, dipendenti o collegati alla figura di Girardelli'', gli inquirenti adesso vogliono capire se tra il denaro movimentato ci sono anche i proventi delle innumerevoli attivita' illecite dei De Stefano.
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