Nichi
Vendola, candidato alle primarie del centrosinistra, domani giungerà nella
provincia di Reggio Calabria. Esattamente un mese fa annunciava la sua candidatura
scegliendo come luogo di partenza Ercolano: un luogo del sud tanto
straordinariamente bello, per il patrimonio storico e archeologico, quanto
abbandonato. Oggi l’Italia e in particolare il Mezzogiorno appaiono così: dimenticati
nella loro bellezza, abbandonati al crollo. Pezzo dopo pezzo, nel corso
dell’ultimo ventennio, abbiamo perso un pezzetto di noi, quasi senza
accorgercene. Oggi abbiamo di fronte, nitida, la tragedia di un Paese devastato
da una crisi economica senza precedenti e una risposta fintamente tecnica, ma
in realtà politica, che fa del rigore la sua unica ricetta, in una spirale
recessiva che non da ossigeno e che nega diritti, speranza e futuro,
soprattutto alle nuove generazioni. Già, i giovani: gli stessi che ogni anno,
dopo aver concluso i propri percorsi formativi, scelgono di abbandonare la
propria terra. Accade anche in Calabria alla quale, ogni anno, viene a mancare
un’intera generazione: neo-diplomati, neo-laureati, oppure lavoratori che hanno
perso il posto di lavoro. Così anche la Calabria continua a perdere
costantemente un pezzetto si sé stessa. Si sceglie di andar via spesso
costretti dalla ricerca di una condizione lavorativa accettabile. Ma si sceglie
di andar via anche perché rassegnati, di fronte a un cambiamento che stenta ad
arrivare, in un eterno e rigido inverno della politica.
Del
resto, con quale credibilità può apparire ai cittadini una classe politica
travolta dagli scandali, incapace di amministrare e di immaginare soluzioni, ma
pienamente capace di costruire consenso attraverso meccanismi distorti,
barattando i diritti con i favori, i favori con i voti, i voti con il potere?
Che democrazia è quella in cui il voto non è libero ma sempre condizionato? Che
libertà ci può essere in un territorio dominato dalla ‘ndrangheta con la quale
spesso la politica non esita a trattare? Che credibilità può avere una classe politica
che sperpera il denaro pubblico generando debiti come voragini, costringendo i
cittadini a non avere servizi, tutele, diritti e a ripianare un debito generato
da altri? Che credibilità può avere una classe politica che, a fronte di tale
inadeguatezza, riceve fiumi di denaro pubblico?
Ecco, anche i calabresi perdono ogni giorno un pezzetto di sé stessi:
diritti, libertà, speranza.
La
candidatura di Nichi Vendola è il segno di una rottura e di un’inversione di
marcia, è la fine del rigore e l’inizio di una crescita, è la ricostruzione
dopo il crollo. Ma soprattutto è il tentativo, estremamente concreto, di ridare
all’Italia la speranza perduta, il sentimento necessario per ripartire insieme
verso un obiettivo comune. Con sé Nichi Vendola porta in dote gli eccellenti risultati
della Regione Puglia da lui governata i cui indicatori, in controtendenza
rispetto a tutto il Sud, segnalano in maniera evidente che è una Regione che
resiste alla crisi e che continua a crescere. Con sé porta anche uno stile
diverso di intendere e praticare la politica, mai come mezzo per risolvere
interressi privati bensì come strumento a servizio del bene comune, con onestà,
trasparenza e con quel senso di responsabilità che, se necessario, deve
portarti a fare sempre un passo indietro anziché due avanti.
Siamo davvero felici, domani, martedì
6 novembre, di avere Nichi Vendola a Rosarno prima (ore 17 – Auditorium comunale)
e a Reggio Calabria poi (ore 19 - Piazza Camagna).
Luoghi simbolo di una Calabria attraversata da donne uomini dalle mille
provenienze, dilaniata dalla ‘ndrangheta, dove lo Stato è chiamato non solo a
segnare la sua presenza ma a costruire sviluppo; e dove oggi, più che mai, è
necessario restare, per resistere e per cambiare questa terra.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.