(AGI) - Catanzaro, 7 nov. - "Appare davvero inconcepibile che a fronte di una situazione estremamente penalizzante che vede la Calabria priva dell'Alta velocita', caratterizzata da una situazione viaria con gli annosi problemi dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e quelli della statale ionica 106, con Trenitalia che continua a dequalificare il servizio trasporto passeggeri di media e lunga percorrenza, si vadano a sperperare ulteriori finanziamenti non utili sicuramente all'attuazione del Ponte sullo Stretto di Messina". Lo afferma, in una interpellanza rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai ministri dello Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti , dell'Economia e Finanze, dell'Ambiente Tutela del Territorio e del Mare e dell'Interno, la deputata del Fli Angela Napoli, dopo la proroga dei termini per l'esecuzione del progetto decisa dal consiglio dei ministri. Secondo la parlamentare calabrese sarebbe necessario "avviare un'adeguata indagine per far piena luce su tutta l'attivita' della societa' Stretto di Messina S.p.A.". Napoli chiede inoltre al capo del governo d ai ministri interpellati "se non ritengano, anche alla luce del contenuto della relazione di chiusura del bilancio di esercizio 2011 della societa' in questione, di dover procedere allo scioglimento della stessa, e attenzionare con le risorse disponibili la situazione delle infrastrutture calabresi e siciliane". La parlamentare fa anche rilevare, fra l'altro, che "nelle mozioni sulla Calabria, la cui approvazione appare continuamente dilatata nel tempo, sembrava fosse stato raggiunto l'accordo tra le forze politiche ed il Governo per un impegno di quest'ultimo ad assumere in tempi ragionevoli una posizione definitiva in merito al progetto del Ponte sullo Stretto, mantenendo, in ogni caso la destinazione delle somme al sistema infrastrutturale calabrese e siciliano". Nell'interpellanza, Napoli fa inoltre rilevare che "qualche settimana fa un pentito, durante l'audizione del processo 'Meta', in corso a Reggio Calabria, ha dichiarato che le cosche si erano gia' mobilitate per gli appalti relativi al Ponte sullo Stretto", dichiarazione che dimostra - afferma Napoli - come per qualsiasi grande appalto pubblico, anche questo del Ponte non puo' non far gola alla 'ndrangheta e a cosa nostra e, quindi, e' inimmaginabile che le due organizzazioni criminali non si siano gia' organizzate per il lauto affare". Napoli infine segnala i problemi "di natura ingegneristica e ambientale, che fino ad oggi hanno destato grande perplessita' sulla possibile costruzione della mega opera in questione, non va sottovalutato quello sismico: lo stretto di Messina e' infatti noto per essere una delle zone a piu' alto rischio sismico del mondo".
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