Nell’ambito delle attività finalizzate al
contrasto della microcriminalità diffusa dà i suoi frutti la neo costituita
“Sezione Falchi”, fortemente voluta dal Questore di Reggio Calabria, Guido LONGO,
ed inserita nella relativa sezione della Squadra Mobile – “Reati contro il
patrimonio”. Infatti, nella tarda mattinata di ieri, gli investigatori hanno tratto in arresto in flagranza di reato i
sottoelencati soggetti:
1) TICAN Ioan
Marius, nato a Brasov (Romania) l’ 11/09/1989 e res.te in Reggio Calabria in
Via Trumbacà nr.15 in località Croce Valanidi - pregiudicato
2) TUCULEASA
Costel, nato a Calarasi (Romania) il 19/09/1978, senza fissa dimora -
pregiudicato
in quanto responsabili del delitto di cui agli
artt.110 e 628 comma 1 e 3 nr.1 cod. pen., perché, in concorso tra loro, per
procurarsi un ingiusto profitto, mediante violenza consistita nello sferrare un
pugno alla vittima, strappavano dal collo della stessa una collana d’oro;
con l’aggravante di avere agito approfittando dell’età
avanzata della vittima, tale da ostacolarne la capacità di difesa;
con l’aggravante, per il solo TICAN, di avere commesso
il fatto delittuoso durante la detenzione domiciliare, misura alternativa al
carcere cui era stato sottoposto da appena un giorno, in data 06 novembre c.a.,
a seguito di condanna per il reato di furto aggravato e, quindi, di avere
perpetrato la rapina aggravata allontanandosi dal proprio domicilio per
consumare la stessa.
Preliminarmente
deve dirsi che i soggetti summenzionati, alle ore 12.00 circa, transitando
appiedati in questa Via Sbarre Centrali, si avvicinavano frontalmente
all’anziana vittima che percorreva la medesima via in senso opposto ed, una
volta giunti in prossimità della malcapitata, il TICAN le sferrava un violento
pugno al petto, bloccandola nei movimenti, facendole perdere il respiro e
vincendo, così, ogni sua possibile reazione. Nel medesimo frangente, il TICAN,
approfittando della minorata capacità di difesa della vittima, brutalmente
afferrava la collanina d’oro che la stessa portava al collo e, dopo averla
strappata violentemente, si allontanava repentinamente dal luogo del delitto,
unitamente al complice TUCULEASA, il quale, avvalendosi della sua superiorità
fisica, aveva suscitato nella vittima un forte senso di paura.
La
vittima, quindi, spaventata e dolorante, urlava richiamando l’attenzione di
alcuni passanti che immediatamente la soccorrevano ed avvisavano le Forze di
Polizia. Personale di quest’Ufficio, giunto prontamente sul posto, raccoglieva
la precisa rappresentazione di quanto accaduto e la descrizione dettagliata dei
malviventi fornita dall’anziana signora, agevolata dalla circostanza che
l’episodio delittuoso era stato perpetrato in pieno giorno, in una strada
trafficata ed in luogo perfettamente illuminato, da due malviventi che avevano
agito a volto scoperto.
Alla
luce degli elementi prontamente acquisiti, il personale intervenuto avviava
tempestive ricerche e,dopo pochi minuti, notava su questo Corso Garibaldi, con
provenienza dalla Via Tripepi, due giovani corrispondenti alle descrizioni
fornite. Gli stessi venivano fermati, identificati e sottoposti a perquisizione
personale, a conclusione della quale gli operatori rinvenivano la somma in
contanti di euro 270, di cui non fornivano alcun chiarimento circa la legittima
provenienza. Condotti negli uffici di questa Squadra Mobile, gli stessi
venivano riconosciuti dalla vittima che, nelle more, era stata dapprima
sottoposta alle necessarie cure sanitarie e, subito dopo, aveva formalizzato la
dettagliata ricostruzione delle fasi repentine della consumazione dell’evento
delittuoso ai suoi danni, confermando perfettamente la felice intuizione degli
investigatori.
Pertanto, visti gli inequivocabili elementi probatori raccolti, i due
giovani rumeni venivano tratti in arresto in flagranza di reato per il delitto
di rapina aggravata. Stretti dalle evidenze acquisite, gli stessi rendevano
spontanee dichiarazioni, ammettendo le loro precise responsabilità, perfettamente
combaciando con la dinamica descritta dalla vittima, nonché specificando che la
somma in contanti rinvenuta nella loro disponibilità era il provento della
repentina vendita della collana sottratta, senza tuttavia aggiungere ulteriori
particolari in merito.
Successivi
accertamenti consentivano a quest’Ufficio di acclarare che entrambi i malviventi erano gravati da precedenti di
polizia, nello specifico di plurimi reati contro il patrimonio ed, inoltre, che
il TICAN era in atto sottoposto al regime degli arresti domiciliari, per cui a
quest’ultimo veniva contestato anche il reato di evasione, al contempo
aggravante specifica della rapina appena consumata eludendo gli obblighi
connessi alla detenzione domiciliare.
Degli
avvenuti arresti veniva notiziato il Sostituto Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Reggio Calabria, P.M. dott. CRISTILLO, il quale ne
disponeva l’immediata traduzione presso la locale casa circondariale, ove gli
stessi venivano condotti dopo avere esplicato le formalità di rito.
La
locale Procura della Repubblica, pertanto, accoglieva in toto le conclusioni
delle indagini condotte da quest’Ufficio, che hanno evidenziato come i due
rapinatori abbiano scientificamente individuato la propria vittima, scelta dettata
dalla minorata capacità di difesa della stessa considerata l’età avanzata, il
tutto adottando una tecnica di intervento rapido e coordinato, elementi tutti
indicativi di sperimentate capacità nello specifico settore illecito dei reati
di aggressione al patrimonio, dato confermato anche dai precedenti specifici
degli stessi. Quanto detto vale anche in merito alle aggravanti contestate ai
rapinatori, cioè la recidiva specifica e reiterata, la minorata capacità di
difesa della vittima e la commissione del fatto-reato eludendo gli obblighi
connessi al beneficio della detenzione domiciliare.
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