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venerdì 9 novembre 2012

ADICO: le news


SANITÀ, A RISCHIO 20MILA POSTI LETTO NEGLI OSPEDALI: ECCO IL PIANO DEL MINISTRO BALDUZZI


9 novembre 2012
Forse 18-20mila posti-letto in meno per i ricoveri ordinari, almeno un migliaia di reparti doppione o poco (e male) impiegati che saltano, altrettanti primariati e poltrone di baroni della medicina che tremano. E piccoli ospedaletti in bilico. È pronta la grande dieta per gli ospedali italiani, sia pubblici che privati. Dopo la spending review di questa estate, arrivano le regole applicative che il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha appena inviato alle Regioni. Che dovrebbero tradurle in propri provvedimenti entro fine anno.
Ma già i governatori sono pronti a frenare. Non accettano ultimatum – ovvero che le misure siano ordinative, non indicative – lamentando un’invasione di campo e il mancato coinvolgimento nella messa a punto del documento. Insomma, sarà un nuovo testa a testa. Anche perché il regolamento predisposto dal ministro della Salute insieme all’Economia interviene pesantemente per riorganizzare dopo decenni e dare un senso compiuto a livello nazionale alla rete ospedaliera nazionale. Con l’obiettivo dichiarato di garantire livelli di assistenza omogenei in tutta Italia sia per l’adeguatezza delle strutture, sia per le risorse umane impiegate in rapporto ai pazienti “serviti” e al livello di complessità delle singole strutture e dell’interazione con la rete di assistenza sul territorio.
Un intervento poderoso e necessario, anche se ciascuna Regione potrà lamentare le proprie specificità e qualcuna rivendicare gli interventi già attuati. Le ricadute pratiche in termini di tagli di posti letto, di reparti, primariati e anche di ospedaletti, è così legata alle scelte locali. Dove sarà inevitabile l’assalto a difesa di ospedali, discipline e poltrone. Quanto ai risparmi possibili dell’operazione, la spending review (legge 135/2012) non li cifra, ma Balduzzi ha detto ripetutamente che per le Regioni ci saranno sicuramente minori spese. Tutto sta a vedere i tempi di realizzazione e quanto, come e se, il sistema terrà alle necessità di cura, anche per le possibili ricadute sulle liste d’attesa, aspettando che il territorio si attrezzi davvero alla deospedalizzazione.
«Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera»: già dal titolo il regolamento mette le cose in chiaro. Con tre carte decisive da giocare nell’operazione di sfoltimento: i volumi minimi di prestazioni effettuate, le soglie di rischio degli outcome di cura, il bacino d’utenza della popolazione. Con un jolly per le Regioni che ospitano la mobilità dei pazienti in cerca di cure fuori casa.
Nell’ambito dell’intera valutazione saranno così costruiti gli standard delle prestazioni. Gli ospedali vengono distinti in tre classi: di base con un bacino di 80-150mila abitanti, con pronto soccorso e un numero essenziale di specialità; di primo livello, con 150-300mila abitanti, con dipartimenti di emergenza-urgenza con numerose specialità e tecnologie avanzate; di secondo livello, tra 600mila e 1 milione di abitanti, prevalentemente ospedali-azienda, Irccs, ospedali di grandi dimensioni non scorporati dalla asl. Gli standard avranno valore per tutte le discipline, che saranno puntigliosamente verificate.
Dalla verifica arriveranno i tagli. E non mancheranno sorprese e interventi a volte troppo a lungo rinviati: che dire delle 15 cardie del Policlinico Umberto I? E, sempre all’Umberto I, che dire delle 20 diverse chirurgie che in un anno hanno eseguito in tutto 400 interventi sulla cistifellea in laparoscopia, ma solo una ne ha fatti più di settanta mentre a Parma lo stesso risultato è stato raggiunto in soli tre reparti? Quanto alla cardiochirurgie, anche la Lombardia non scherza: ne ha 22, secondo la società di cardiochirurugia ne basterebbero dieci.
Nella ristrutturazione ci sarà spazio per la rete dell’emergenza-urgenza, per la chirurgia ambulatoriale, i centri-traumi, le reti per l’ictus. E anche le cliniche accreditate col Ssn dovranno partecipare: quelle considerate di «integrazione» alla rete ospedaliera pubblica manterranno l’accreditamento solo se hanno più di 80 posti-letto per acuti.
di Roberto Turno
fonte: sole24ore.it



FIAMME GIALLE NEI «COMPRO ORO». SEQUESTRI PER 163 MILIONI DI EURO


8 novembre 2012
Blitz della Guardia di Finanza nei “compro oro”: i militari di Arezzo e Napoli stanno eseguendo in tutta Italia oltre 250 perquisizioni e sequestrando beni per 163 milioni a un’associazione per delinquere, con vertice in Svizzera, implicata nel riciclaggio, ricettazione, frode fiscale ed esercizio abusivo del commercio di oro.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, solo nell’ultimo anno l’organizzazione ha gestito e scambiato 4.500 kg d’oro e 11 mila d’argento. L’associazione aveva il vertice in Svizzera e bracci operativi nei distretti orafi di Arezzo, Marcianise (Caserta) e Valenza (Alessandria). E’ qui che agivano per la raccolta dell’oro gli agenti intermediari, a loro volta in contatto con una fitta rete di negozi “compro oro” ed operatori del settore che erano alla base della filiera dei traffici.
Tutte le forniture del prezioso metallo, ha ricostruito la Gdf, avveniva in nero, al di fuori dei circuiti ufficiali e mediante scambi di oro contro denaro contante in banconote di grosso taglio, trasportate da corrieri insospettabili usando autovetture appositamente modificate con doppifondi. Nel corso delle indagini è stata anche sequestrata una villa che l’organizzazione utilizzava come base operativa, protetta e vigilata, tanto da essere ribattezzata “Fort Knox”.
Sequestrati oltre 500 rapporti bancari per bloccare le disponibilità finanziarie detenute dai principali indagati dell’operazione ‘Fort Knox’. Obiettivo, raggiungere l’importo di 163.000.000 euro pari al volume d’affari degli scambi di oro e denaro ‘sporco’ fatti su scala internazionale nel 2012. I sequestri sono stati eseguiti in 23 banche, 8 intermediari finanziari e due fiduciarie.
Sono 118 le persone indagate nell’operazione della Guardia di finanza. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, riciclaggio e reinvestimento di proventi illeciti, ricettazione, esercizio abusivo del commercio di oro e frode fiscale e nei loro confronti sono eseguiti provvedimenti di perquisizione e sequestro emanati dalla procura della Repubblica di Arezzo.
Fonte: avvenire.it

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