La
Corte Costituzionale ha bocciato la norma sul dimensionamento scolastico. La sentenza n.147 dichiara incostituzionale il comma 4 dell’art.19 della Legge
111/11 che dispone per il prossimo anno scolastico la creazione di istituti
comprensivi di almeno 1000 alunni e la conseguente cancellazione – mediante
accorpamento - delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1°grado.
Una norma voluta dal Governo Berlusconi bocciata grazie al ricorso accolto dai
giudici presentato da 7 Regioni,
Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata, (spiace
non vi sia stata tra queste anche la Calabria), che ritenevano la norma sul
dimensionamento lesiva delle proprie prerogative. La Corte infatti riconosce
che la norma sul dimensionamento viola
l’art.117 della Costituzione (quello che definisce le competenze tra
Stato e Regioni) perché interviene su una norma di dettaglio (i parametri per
costituire gli istituti comprensivi) che avrebbe dovuto essere concertata con le
Regioni perché rientrante in un ambito di competenza concorrente. Il dimensionamento aveva portato alla chiusura di ben 45 scuole solo nella
Provincia di Reggio Calabria.
Ora
spetta agli Enti Locali prendere atto dell’incostituzionalità e revocare le decisioni
prese precedentemente a partire dal Comune di Reggio Calabria al quale
chiediamo appunto di recepire l’incostituzionalità della norma e di annullare
gli accorpamenti previsti dal proprio piano con apposita delibera al fine di
salvaguardare sia il principio della continuità didattica che della
fruizione di tutti gli insegnamenti oltre che del mantenimento della sede
di servizio di questi preservando molti posti di lavoro. Iniziativa similare è
già stata presa, ad esempio, dal Comune di Castrovillari e si sta prendendo in
diversi Comuni della Calabria.
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