Si comunica che nella
serata di ieri, 20 giugno 2012, personale di questa Squadra Mobile, in
esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nr.1819/12 RGNR -nr.1928/12
RGIP -nr.116/12 R.O.C.C., emessa dal GIP presso il Tribunale di
Reggio Calabria, a conclusione di un’attività di indagine coordinata dalla
locale Procura, ha tratto in arresto i sottoelencati soggetti:
1)
PUCCIO Felice, nato ad Amato (CZ) il 16/03/1980 e res.te in Reggio Calabria
alla Via Sbarre Superiori nr. 38/R - pregiudicato
2)
BEVILACQUA Antonio, nato a Melito di Porto Salvo il 07/01/1965 ed ivi res.te
alla Via G. Mazzini nr.13 - pregiudicato
in quanto responsabili, del delitto di cui agli artt.110 e 628 comma 1 e 3 nr.1 cod. pen., perché, in concorso tra loro, per procurarsi un ingiusto profitto, mediante violenza consistita nell’introdursi all’interno dell’autovettura della vittima designata, uno lo immobilizzava e l’altro si impossessava del portafoglio contenente la somma in contanti di euro 60,00, nonché documenti ed un assegno in bianco;
con
l’aggravante della recidiva specifica infraquinquennale e reiterata;
con
l’aggravante di avere agito approfittando dell’età avanzata della vittima, tale
da ostacolarne la capacità di difesa;
con
l’aggravante, per il solo PUCCIO, di avere commesso il fatto durante il periodo
in cui era ammesso ad una misura alternativa al carcere essendo stato ammesso
alla detenzione domiciliare, quindi per avere perpetrato la rapina aggravata
allontanandosi dal domicilio per consumare la stessa.
Preliminarmente deve dirsi che i
soggetti summenzionati, dopo essersi appostati, hanno perpetrato la rapina in
data 22 marzo u.s. in Contrada Petti di Saracinello ai danni della vittima che aveva da poco attinto acqua
da una fontana pubblica e riposto i contenitori all’interno della propria
autovettura. Mentre uno dei malviventi bloccava per le braccia l’anziana
vittima, invece il secondo, entrato subito dopo pure nell’abitacolo della
vettura, sottraeva il portafoglio contenente denaro contante,circa euro60,
documenti personali ed un assegno bancario in bianco.
La vittima sporgeva regolare denuncia
il seguente 23 marzo, fornendo dettagliate e specifiche caratteristiche
somatiche dei due rapinatori. Quindi gli operatori, sulla scorta delle precise
descrizioni fornite, predisponevano appositi album fotografici che venivano
immediatamente posti in visione alla persona offesa la quale, senza mostrare
dubbio alcuno, confermava l’intuizione degli investigatori, riconoscendo
perfettamente il BEVILACQUA, come colui che lo aveva immobilizzato, ed il
PUCCIO, come colui che materialmente aveva sottratto e si era impossessato del
portafoglio.
Da successive verifiche,
quest’Ufficio appurava che entrambi i soggetti indicati appartengono il primo,
cioè il PUCCIO, alla comunità Rom di questo centro, invece il secondo, cioè il
BEVILACQUA, alla comunità Rom di Melito Porto Salvo. Inoltre, ulteriori
accertamenti esperiti consentivano di appurare che entrambi erano gravati da
plurimi analoghi precedenti penali. In particolare, il PUCCIO, reo di ben
cinque fatti analoghi, consumati e tentati, era stato ammesso alla misura alternativa
della detenzione domiciliare, in luogo del carcere, tuttavia nonostante il
beneficio concesso dal Magistrato di Sorveglianza aveva perpetrato in concorso
la rapina de quo eludendo gli obblighi connessi agli arresti domiciliari, cioè
allontanandosi dalla dimora oltre l’orario consentito per consumare la
descritta rapina.
La fermezza e prudenza della
vittima nel riconoscere, in due distinte successive occasioni, gli autori della
rapina ai suoi danni, come la chiarezza degli elementi forniti in merito alle
modalità con cui l’episodio delittuoso è stato consumato dagli stessi sono
emblematici di quanto la comunità soffra analoghe aggressioni al patrimonio,
ben note alla cronaca giudiziaria.
La locale Procura della Repubblica,pertanto,
accoglieva in toto le conclusioni delle indagini condotte da quest’Ufficio, che
hanno evidenziato come i due rapinatori abbiano scelto il luogo in virtù
dell’isolamento del sito, abbiano agito dopo un appostamento finalizzato
all’individuazione della vittima, scelta dettata dalla minorata capacità di
difesa della stessa considerata l’età avanzata, il tutto adottando una tecnica
di intervento rapido e coordinato, elementi tutti indicativi di sperimentate
capacità nello specifico settore illecito dei reati di aggressione al
patrimonio, dato confermato anche dai precedenti specifici degli stessi. Quanto
detto vale anche in merito alle aggravanti contestate ai rapinatori, cioè la
recidiva specifica e reiterata, la minorata capacità di difesa della vittima e,
per il solo PUCCIO, la commissione del fatto-reato eludendo gli obblighi
connessi al beneficio della detenzione domiciliare cui era stato ammesso.
Gli indagati, al termine di laboriose ricerche, attesa la loro
appartenenza alle rispettive comunità rom, venivano tratti in arresto ed, a
conclusione delle formalità di rito, sono stati associati presso la locale Casa
Circondariale, a disposizione dell’A.G.
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