Storie
di contrasti, di tenzoni dialettiche, di antagonismi diretti e poi rovesciati,
di contrapposizioni che hanno per protagonisti artisti, cantanti, compositori,
letterati, giuristi e via di questo passo.
A
ricucirle, in un riuscito tentativo di sintesi che apre uno spaccato
interessante sulla storia, piccola o grande che sia, degli stessi personaggi,
molto spesso calati in una dimensione geografica che abbraccia non solo il
territorio nazionale, spingendosi fino ad una realtà tutta cosentina o
calabrese poco conosciuta, è il libro del giornalista e critico musicale di
Cosenza Amedeo Furfaro “Versus – artisti contro”, edito dal Centro Jazz
Calabria e presentato ufficialmente un mese fa.
Del
libro di Furfaro, autore di numerosi saggi e volumi di argomento musicale oltre
che di ricostruzioni storiche significative, come quella che ha riguardato
diversi anni fa il Teatro “Rendano”, si è occupata la Commissione cultura di
Palazzo dei Bruzi ospitando l’autore in occasione di una delle sue sedute,
introdotta dal Presidente Claudio Nigro.
L’idea
di raccogliere in un volume i conflitti
e i contrasti tra artisti, letterati e compositori, venne a Furfaro nel 2010,
quando era titolare di una rubrica a tema su un quotidiano, spinto
dall’esigenza di conferire una veste unitaria a scritti apparentemente distanti
tra loro eppure accomunati da un unico filo conduttore: la contesa, appunto,
tra i soggetti in campo.
Nel
corso della seduta di commissione, dal
consigliere Mimmo Frammartino è venuta la proposta di far sì che le scuole
medie della città possano adottare il libro di Amedeo Furfaro “perché grazie ai
suoi contenuti e al suo approccio scorrevole aiuterebbe i ragazzi a comprendere
aneddoti e pagine di storia, molto vicine alla nostra realtà, che illuminano
sull’importanza di alcune figure di artisti ed uomini illustri della musica e
della letteratura.”
Un
aspetto, quest’ultimo, colto anche dal consigliere comunale Maria Lucente che
ha riconosciuto la validità didattico-pedagogica del libro di Furfaro,
apprezzandone l’approccio completamente nuovo che si rivela accattivante
proprio nei confronti dei giovani potenziali fruitori.
La
Commissione cultura si è impegnata con l’autore a risolvere una volta per tutte
quella che Furfaro nel libro definisce “la vertenza impossibile” e che riguarda
il giurista, musicista e poeta settecentesco, nativo di Montepaone, Saverio
Mattei al quale è intitolata una strada di Cosenza. Solo che, da moltissimo
tempo, prima ancora dell’attuale Amministrazione, il nome riportato sui
cartelli della toponomastica cittadina non è quello giusto, in quanto il
cognome indicato è Matteo, anziché
Mattei.
Ora
la commissione cultura di Palazzo dei Bruzi chiederà l’intervento dell’attuale
Sindaco per rettificare il cognome del giurista di Montepaone.
Nel
corso della seduta di commissione è intervenuto lo stesso autore del libro che
ha ricordato alcune delle storie di contrasto sulle quali il volume vive e si
sviluppa :
la
stroncatura del celebre tenore Enrico
Caruso da parte di Saverio Procida, critico d’arte originario di Amantea, che ne sottolineò alcune sbavature vocali
emerse durante l’Elisir d’amore al San Carlo di Napoli; il conflitto tra lo
stesso Enrico Caruso e Ruggero Leoncavallo che lo voleva nella sua opera
“Avemaria” e che si vide opposto un netto rifiuto, o, ancora, la
contrapposizione tra Leoncavallo e Puccini per la primogenitura di “Bohème”.
E
così, attraverso il libro di Furfaro, scopriamo ad esempio che Fausto Torrefranca, il musicologo cui è
intitolato il Conservatorio di musica di Vibo, stroncò in un suo pamphlet del
1910, Giacomo Puccini e che Metastasio studiò, per un certo periodo, a Scalea,
affidato alle cure del cartesiano Gregorio Caloprese.
Sfidi,
liti, censure, fra spettacolo e cultura, come avverte lo stesso sottotitolo del
volume “che racconta – dice Furfaro – in modo trasversale storie che hanno
riguardato anche la nostra città, la nostra provincia e la Calabria”.
Apprezzamento
all’autore e al suo libro hanno espresso anche gli altri consiglieri comunali
che sono intervenuti durante la seduta, Massimo Commodaro, Giovanni Cipparrone
e Michelangelo Spataro.
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