Nella
giornata di ieri i Carabinieri delle Stazioni di Gallina, Pellaro e Rione
Modena, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal
GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di:
-
MANGIOLA Gioele, reggino
dell’85, pregiudicato per lesioni, truffa, resistenza p.u., violazione in
materia di stupefacenti;
-
GENOVESE Carmelo,
reggino del 79, pregiudicato per associazione per delinquere finalizzata al
traffico di sostanze stupefacenti.
Per
i reati di concorso in:
- detenzione e porto illegale di armi;
- danneggiamento aggravato;
- lesioni;
- esplosioni pericolose in luoghi abitati.
Le indagini dei Carabinieri sono partite a seguito dei
gravi atti intimidatori compiuti in danno di un esercente di Reggio Calabria.
In particolare il 29 Agosto 2012, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile
della Compagnia Carabinieri di Reggio Calabria intervengono presso il
distributore Esso sito lungo la SS 106, in quanto erano stati segnalati lo
sparo di più colpi di arma da fuoco. Sul posto i militari constatano la
presenza di numerosi colpi d’arma da fuoco. Immediatamente scattano le indagini
con i rilievi effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo
Investigativo del Comando Provinciale. Vengono repertati numerosi colpi di pistola
di diverso calibro, fattore questo che fa subito pensare all’utilizzo da parte
dei malviventi di più armi. Gli immediati approfondimenti consentono di
comprendere che a compiere il raid erano stati due soggetti a bordo di uno
scooter. L’azione era stata compiuta in più fasi. In un primo momento vengono
esplosi dei colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dell’abitazione del
commerciante. I colpi nell’occasione arrivano non lontano dalle finestre con il
rischio, quindi, di colpire chi in quel momento si trovava nell’abitazione. I
due a bordo dello scooter che poi si accerterà essere un Piaggio Beverly, si
allontano velocemente dalla scena del delitto. Dopo alcuni minuti gli stessi,
scambiandosi di posto, fanno di nuovo irruzione all’interno dell’area di
servizio esplodendo altri colpi di pistola, questa volta all’indirizzo delle
colonnine del distributore. L’attenzione degli investigatori si concentra
quindi sull’analisi delle immagini immortalate dai sistemi di videosorveglianza
e nel vaglio delle testimonianze dei clienti che in quel momento terrorizzati
assistevano inconsapevoli alla scena. Scavando ulteriormente si scopre che nel
corso della mattinata all’interno del bar dell’area di servizio si era
verificato un episodio significativo che rappresenterà la svolta per le
indagini. Gli investigatori esaminano più volte le immagini registrate all’interno
del bar e si accorgono che, in particolare, alcuni clienti ivi si trattengono a
lungo consumando delle bevande che però, alla fine, nessuno paga alla cassa. I
soggetti ritratti nelle immagini vengono immediatamente identificati nei
soggetti tratti in arresto. Il MANGIOLA e il GENOVESE consumano bevande per un
ammontare di 47 euro ma non saldano il proprio debito. L’addetto del bar in
grave difficoltà riferisce dell’accaduto al gestore del locale. Quest’ultimo
messosi alla ricerca dei clienti morosi, riesce a individuare il MANGIOLA e
quando gli chiede di far fronte al suo debito riceve in risposta un pugno al
volto che gli procura delle ferite lacero contuse guaribili in sette giorni.
Compreso il movente gli investigatori si sono concentrati sull’analitico
raffronto tra i soggetti che non avevano saldato il debito e i due malviventi
che qualche ora dopo effettuano i due raid sull’area di servizio. Dai
particolari rilevati emerge una perfetta corrispondenza nell’abbigliamento
indossato, in particolare indirizzano sulla retta via una maglietta a stelle e
strisce indossata dal MANGIOLA, mentre il GENOVESE indossa dei pantaloncini a
strisce verticali e dei comodi infradito. In conclusione il grave atto
intimidatorio era risultato una risposta al proprietario del locale che aveva
osato avanzare una pretesa oltraggiosa per i due, che venisse pagato ciò che gli
stessi avevano consumato.
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