(AGI) - Reggio Calabria, 5 mar. - Erano riusciti a garantirsi con la forza dell'intimidazione mafiosa la gestione, il controllo e la realizzazione di decine di importanti e noti complessi immobiliari turistico-residenziali sulle piu' belle aree balneari della Calabria, con la partecipazione nel 'business' anche di imprenditori spagnoli. I venti arrestati nell'operazione eseguita dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, dello Scico di Roma e del Gruppo di Locri devono rispondere di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valore e reimpiego di capitali illeciti. I militari hanno eseguito il sequestro di beni mobili e immobili, societa' e villaggi turistici per un valore complessivo di circa 450 milioni. Le investigazioni avrebbero consentito di accertare come le cosche Morabito e Aquino, attraverso un'articolata e complessa rete di societa' italiane ed estere, fossero riuscite a garantirsi, con la forza dell'intimidazione mafiosa, la gestione, il controllo e la realizzazione di decine di importanti e noti complessi immobiliari turistico-residenziali, ubicati nelle piu' belle aree balneari della Calabria. In particolare, partendo da un "controllo passeggeri" effettuato nel 2008 da un Reparto del Corpo di Bari, che lasciava ipotizzare un coinvolgimento di personaggi legati alla 'ndrangheta nella costruzione di un complesso turistico-alberghiero riconducibile alla Metropolis 2007 S.r.l., le indagini erano state estese alla gestione di numerosi complessi turistico-residenziali in Calabria. Sarebbe cosi' emerso, hanno spiegato gli inquirenti, un intreccio trasversale di interessi tra le potenti famiglie di 'ndrangheta Morabito e Aquino e importanti imprenditori spagnoli. Le indagini, condotte anche a livello internazionale, coordinate dal procuratore capo della Repubblica facente funzioni di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza, sono state dirette dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dai sostituti procuratori Miranda e Sirleo. Sono stati quindi ricostruiti gli investimenti nel settore turistico da parte di personaggi calabresi e spagnoli, a loro volta in affari con esponenti di vertice della 'ndrangheta della fascia jonica, i quali sono risultati essere i veri artefici e promotori del business. A partire dal 2005, era stata creata una vera e propria "joint-venture" tra esponenti della criminalita' organizzata calabrese e imprenditori spagnoli, che ha dato vita a un articolato intreccio di societa', italiane e straniere, finalizzato alla realizzazione di complessi immobiliari destinati al settore turistico-residenziale. Dalle indagini sulla "filieria societaria italo-spagnola", e' emerso che gli investimenti milionari erano il frutto della specifica volonta' delle 'ndrine Morabito e Aquino, le quali avevano sostanzialmente monopolizzato tale settore. In pratica, tutti gli investimenti individuati farebbero capo a un "centro d'interesse occulto", ben organizzato e collegato, che ha consentito di dare al fenomeno una chiave di lettura unitaria e verticistica, permettendo, nel contempo, di accertare le responsabilita' penali dei singoli. In tale contesto, gli esponenti di vertice coinvolti sono l'espressione delle cosche che governano il territorio ionico, nonostante gli investimenti abbiano riguardato anche altre parti del territorio calabrese e, specificatamente, la Provincia di Catanzaro e Vibo Valentia.
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