“La
Regione Calabria deve adottare ogni opportuna ed idonea iniziativa per
garantire l’effettiva tutela dei diritti dei cittadini calabresi infettati dal
virus dell’epatite, o dell’Hiv, causate da trasfusioni errate, interventi
chirurgici sbagliati o per infortuni sul luogo di lavoro sanitari, come
cliniche ed ospedali, e richiedere e sollecitare la trattazione dell’argomento
anche in sede di Conferenza Stato-Regioni”.
Questi
i termini di un ordine del giorno, primo firmatario l’on. Gianluca Gallo e
cofirmato dal Segretario Questore del Consiglio regionale on. Giovanni Nucera
inerente il congelamento dei fondi statali per le indennità dovute ai malati da
sangue infetto e sulla mancata rivalutazione delle stesse.
In
Calabria sono oltre un migliaio le persone infettate dal virus dell’epatite o
dell’Hiv, per cause professionali, trasfusioni o per errori sanitari. Lo stato
garantisce loro una indennità, che fino al 2010 è stata periodicamente
rivalutata. Con la legge finanziaria il Governo ha però deciso il blocco della
rivalutazione. Una decisione che la Coste Costituzionale, attraverso una
sentenza del novembre 2011,
ha ritenuto illegittima. Stabilendo che l’importo di tale
indennità va invece rivalutato nella sua interezza, secondo il tasso di
inflazione programmato, e quindi anche nella componente più cospicua
rappresentata dalla somma corrispondente all’indennità integrativa speciale.
Con
le misure adottate in tema di spending review il Governo ha decurtato, per il
biennio 2012-2013, i fondi destinati
alle regioni. La Calabria si è così sostituita al Governo anticipando fondi
propri per circa sei mln e mezzo di euro, ai quali, si è aggiunto,
recentemente, un ulteriore stanziamento di un milione di euro. Somma che
comunque – viene sottolineato nell’Ordine del giorno Gallo – Nucera – non sarà
sufficiente a coprire il fabbisogno annuo, attestato a circa 9 milioni di euro.
Gli stessi fondi, inoltre – prosegue il documento firmato dagli oonn. Gianluca
Gallo e Giovanni Nucera - non garantiranno comunque la rivalutazione
dell’indennizzo e dell’arretrato al riguardo maturato, pari a circa 8 milioni
di euro. In assenza di mutamenti di orientamento da parte del Governo nazionale
– concludono i due consiglieri regionali di maggioranza – problemi ancor più
seri e gravi, potrebbero aversi nel 2013, impedendo, di fatto, di assicurare i
legittimi diritti dei malati da sangue infetto calabresi.
Da
qui la sollecitazione a portare l’argomento in sede nazionale presso la
Conferenza Stato-Regioni.
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