(BRINDISI), 18 OTT - ''Stanotte mi volevano sparare''. E' dalla preoccupata confidenza che fa al telefono uno dei pugliesi coinvolti nell'operazione della finanza del Gico di Reggio Calabria, che spunta una nuova pista per un omicidio irrisolto compiuto nel novembre 2007 a Ostuni. ''L'ordine e' partito da quello che andai io - aggiunge Cosimo La Corte - questa e' la stessa storia del Capellone, uguale e identica''. Il riferimento e' a Cosimo Semeraro, 36 anni, ostunese, ucciso a colpi di lupara da sicari rimasti anonimi che lo picchiarono selvaggiamente e che bruciarono poi la sua auto, una Golf. ''Questa e' una storia perche' dice che la piazza non ve la potete prendere voi. Punto'', prosegue al telefono La Corte, parlando con Antonio Flore, imprenditore di Ostuni che figura tra i 29 arrestati oggi, su richiesta della Dda di Reggio Calabria per traffico internazionale di droga, una inchiesta che ha rivelato legami tra esponenti della 'ndrangheta e persone vicini alla Scu. Secondo gli inquirenti il rapporto tra i pugliesi e calabresi, finalizzato al traffico di sostanze stupefacenti, aveva suscitato ''delle fibrillazioni all'interno della criminalita' organizzata locale (pugliese, ndr) tanto da indurre lo stesso La Corte a temere per la sua incolumita'''. Si fa riferimento infatti al precedente analogo di Capellone: in un garage di proprieta' del 36enne ostunese, il giorno dopo il delitto, furono trovati 2.110 grammi di coca. Secondo quanto emerge anche dall'inchiesta calabrese, 'Capellone', nel tentativo ''di smerciare cocaina sulla piazza pugliese, senza autorizzazione, veniva punito con la morte dalla locale criminalita' organizzata''.
Visita il nuovo sito Italia Inchieste
E' ONLINE IL NOSTRO NUOVO SITO ITALIA INCHIESTE (http://italiainchieste.it/) CON PIU' NOTIZIE, PIU' SPAZIO PER I LETTORI, PIU' INTERATTIVITA', VIDEO E NOVITA'... VI ASPETTIAMO!!!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.