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mercoledì 17 ottobre 2012

ReggioNonTace in merito allo scioglimento del consiglio comunale


Come premessa a questo comunicato circa lo scioglimento del Consiglio comunale da parte del Governo, intendiamo chiarire perché ReggioNonTace interviene sul tema.
Ribadiamo il fine che ci siamo proposti e con cui ci siamo presentati fin dall'inizio nel dibattito pubblico: abbiamo scelto, dapprima, di interpellare tutta la classe politica e, in seguito, la neo-eletta Amministrazione comunale in riferimento ai valori della partecipazione, della trasparenza e della legalità, ritenendoli punti cardine su cui debbano basarsi i rapporti tra cittadini e amministratori, fondamentali per il vivere civile e democratico, e nel nostro territorio in particolare, imprescindibili nella lotta contro la ‘ndrangheta.
Durante la campagna elettorale del 2011 abbiamo presentato (dopo un tempo di studio e di elaborazione) un documento che abbiamo intitolato "Patto dei politici con la città alla luce del sole"; abbiamo invitato tutti i candidati a sottoscriverlo, ma la risposta è stata segnata da una mancata adesione da parte della quasi totalità, adducendo a tal proposito critiche e riserve tra le più varie e, nei casi sporadici di adesione, essa non è stata (tranne in un caso) caratterizzata da completezza.
A conclusione della consultazione elettorale - dopo pochi giorni dall’insediamento del nuovo Consiglio comunale - sempre con l’obiettivo di affermare i suddetti principi, abbiamo cercato di entrare in dialogo con il Sindaco e la sua Giunta, promuovendo un incontro tra i cittadini e il Sindaco, avvenuto il 3 giugno 2011, per instaurare un rapporto diretto, anche per consentire agli amministratori stessi di “smarcarsi” da pressioni indebite, che erano già evidenti ancor prima che fossero rese palesi dalle indagini della Magistratura.
Abbiamo, quindi, ritenuto opportuno e necessario “riesumare” le norme sulla Partecipazione previste dal Titolo II dello Statuto comunale e dal relativo Regolamento. In tal senso, abbiamo cercato di stimolare il dibattito sull’importanza del rispetto dell’iter di approvazione del bilancio preventivo comunale e dell’utilizzo, in particolare, degli strumenti partecipativi previsti dal nostro Statuto comunale (bilancio partecipato), a partire dall’approvazione del bilancio preventivo 2011.
Infine, ma non è un aspetto di minore importanza, abbiamo promosso un'assemblea cittadina, ai sensi dell’art. 20 dello Statuto comunale, proprio sui temi della legalità, della trasparenza e della partecipazione, raccogliendo 845 firme, debitamente autenticate, di cittadini reggini.
Ci siamo scontrati con un muro.
Per tutto quanto fatto e vissuto in questo periodo, riteniamo oggi di dovere, da cittadini, entrare nel merito delle decisioni del governo.

1)   La nostra valutazione sulle decisioni del Ministro Cancellieri.
Già prima del Decreto del Consiglio dei Ministri del 9 ottobre, abbiamo detto che l’eventuale scioglimento non sarebbe stato un atto contro la città, ma avrebbe permesso di mettere al riparo la stessa da una situazione, qualora riconosciuta, che era – quella sì - contro la città.
Avevamo detto, inoltre, che la valutazione doveva essere di carattere tecnico e, dunque, la decisione finale doveva trovare riscontro soltanto nella norma.
Il decreto di scioglimento non deve essere considerato quale frutto di valutazioni di carattere politico, ma la mera applicazione di una legge; non è neppure una valutazione sulla città di Reggio e sui suoi cittadini, ma sull'operato degli amministratori nel corso del loro mandato. Questo è quanto il Consiglio dei Ministri ha fatto.
2)   Valutazioni sullo scioglimento.
Che cosa è emerso dall’azione ispettiva della Commissione? L'Amministrazione comunale non era libera di amministrare la cosa pubblica, perché fortemente condizionata, in varie forme, dalla "contiguità" con la 'ndrangheta. Questo non fa altro che confermare la bontà delle nostre richieste: l'ostinazione con cui l'Amministrazione comunale ha rifiutato il confronto con la cittadinanza non le ha, infatti, consentito di liberarsi dai condizionamenti.
Noi continuiamo ad esser convinti che la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, soprattutto in un contesto come il nostro, sia elemento indispensabile. Non il solo, certo, ma quanto accaduto nella nostra città certifica che non se ne può assolutamente fare a meno.
In una città "normale" la partecipazione dei cittadini dovrebbe essere ovvia, perché sancita dalla Costituzione, dal Testo Unico sugli Enti Locali e dallo Statuto comunale, dunque legale, anche perché esigerlo non è un atto di ostilità contro la città, ma un fatto assolutamente naturale. Nella nostra città non è da interpretare, dunque, come un atto di ostilità nei confronti dell'ultima Amministrazione, perché queste istanze, come abbiamo più volte detto e continueremo a ripetere, le proporremo sempre e comunque da cittadini liberi nei confronti di chiunque amministri.
3)   La nostra disponibilità verso i commissari.
La presente situazione ci chiama a fare un passo in più già nell'immediato: le stesse istanze che abbiamo espresso nei confronti degli amministratori eletti, le esprimiamo nei confronti dei commissari designati. Quello che noi proponiamo loro da subito, come abbiamo tentato inutilmente di fare con l’amministrazione Arena, è l’adozione di strumenti per interloquire direttamente coi cittadini al fine di: a) disinnescare l’effetto di pressioni anomale che, magari con strumenti più raffinati rispetto al passato, siamo sicuri si tenterà di esercitare anche sui commissari; b) comunicare alla città il suo reale stato; c) ascoltare dai cittadini le proposte di indirizzo per le scelte da fare in favore della collettività, sia che riguardino l'uso delle risorse, sia che trattino dell'eventuale scelta su tagli di spese o aumento di tariffe; d) avere un canale positivo di comunicazione che abbia come ricaduta il ritrovamento della fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.
4)   Da oggi in poi con la città e con la classe politica.
Come pensiamo di vivere da ora in avanti? Fin dalla nostra nascita, oltre che offrire supporto morale alla Magistratura, l'obiettivo che ci siamo proposti è stato quello di contribuire al risveglio delle coscienze per una piena assunzione delle responsabilità per quanto accade sul nostro territorio, anche relativamente alla gestione della cosa pubblica. Come abbiamo fatto finora, non entreremo nei giochi delle alleanze e delle campagne elettorali; non siamo interessati a questo e continueremo a non essere interessati a questo! Dato che la sfiducia, che ha preso tanti, ha consentito ai prepotenti di impossessarsi della città, continueremo a creare occasioni per il risveglio della coscienza civile, per imparare ad affrontare i problemi, analizzandoli e cercando insieme soluzioni, perché possiamo – come collettività - ritrovare la voglia della partecipazione.
In tal senso, ci impegniamo sin da adesso ad essere voce critica, in positivo e in negativo, verso coloro (partiti, movimenti, associazioni) che dichiarino di voler avviare un percorso di ricostruzione della città finalizzato alla elaborazione di un programma politico per il futuro anche, ma non esclusivamente, per le prossime elezioni amministrative. Garantiamo, in tal senso, il nostro contributo per creare un volto nuovo della città e ri-esistere con dignità, anche attraverso la formulazione di un nuovo patto etico.
Allo stesso tempo, saremo fermi oppositori di coloro che invece volessero – in modo più o meno evidente – dar continuità ad un modo di amministrare che tanti disagi ha causato e continuerà, purtroppo, a causare a tutta la cittadinanza, anche nei prossimi anni.

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