Come
premessa a questo comunicato circa lo scioglimento del Consiglio comunale da
parte del Governo, intendiamo chiarire perché ReggioNonTace interviene sul
tema.
Ribadiamo
il fine che ci siamo proposti e con cui ci siamo presentati fin dall'inizio nel
dibattito pubblico: abbiamo scelto, dapprima, di interpellare tutta la classe
politica e, in seguito, la neo-eletta Amministrazione comunale in riferimento
ai valori della partecipazione, della trasparenza e della legalità, ritenendoli
punti cardine su cui debbano basarsi i rapporti tra cittadini e amministratori,
fondamentali per il vivere civile e democratico, e nel nostro territorio in
particolare, imprescindibili nella lotta contro la ‘ndrangheta.
Durante
la campagna elettorale del 2011 abbiamo presentato (dopo un tempo di studio e
di elaborazione) un documento che abbiamo intitolato "Patto dei politici
con la città alla luce del sole";
abbiamo invitato tutti i candidati a sottoscriverlo, ma la risposta è stata
segnata da una mancata adesione da parte della quasi totalità, adducendo a tal
proposito critiche e riserve tra le più varie e, nei casi sporadici di
adesione, essa non è stata (tranne in un caso) caratterizzata da completezza.
A
conclusione della consultazione elettorale - dopo pochi giorni dall’insediamento
del nuovo Consiglio comunale - sempre con l’obiettivo di affermare i suddetti
principi, abbiamo cercato di entrare in dialogo con il Sindaco e la sua Giunta,
promuovendo un incontro tra i cittadini e il Sindaco, avvenuto il 3 giugno
2011, per instaurare un rapporto diretto, anche per consentire agli
amministratori stessi di “smarcarsi” da pressioni indebite, che erano già
evidenti ancor prima che fossero rese palesi dalle indagini della Magistratura.
Abbiamo,
quindi, ritenuto opportuno e necessario “riesumare” le norme sulla
Partecipazione previste dal Titolo II dello Statuto comunale e dal relativo
Regolamento. In tal senso, abbiamo cercato di stimolare il dibattito
sull’importanza del rispetto dell’iter di approvazione del bilancio preventivo comunale
e dell’utilizzo, in particolare, degli strumenti partecipativi previsti dal
nostro Statuto comunale (bilancio partecipato), a partire dall’approvazione del
bilancio preventivo 2011.
Infine,
ma non è un aspetto di minore importanza, abbiamo promosso un'assemblea
cittadina, ai sensi dell’art. 20 dello Statuto comunale, proprio sui temi della
legalità, della trasparenza e della partecipazione, raccogliendo 845 firme,
debitamente autenticate, di cittadini reggini.
Ci
siamo scontrati con un muro.
Per tutto
quanto fatto e vissuto in questo periodo, riteniamo oggi di dovere, da
cittadini, entrare nel merito delle decisioni del governo.
1) La nostra valutazione sulle
decisioni del Ministro Cancellieri.
Già prima
del Decreto del Consiglio dei Ministri del 9 ottobre, abbiamo detto che
l’eventuale scioglimento non sarebbe stato un atto contro la città, ma avrebbe
permesso di mettere al riparo la stessa da una situazione, qualora
riconosciuta, che era – quella sì - contro la città.
Avevamo
detto, inoltre, che la valutazione doveva essere di carattere tecnico e,
dunque, la decisione finale doveva trovare riscontro soltanto nella norma.
Il decreto
di scioglimento non deve essere considerato quale frutto di valutazioni di
carattere politico, ma la mera applicazione di una legge; non è neppure una
valutazione sulla città di Reggio e sui suoi cittadini, ma sull'operato degli
amministratori nel corso del loro mandato. Questo è quanto il Consiglio dei
Ministri ha fatto.
2) Valutazioni sullo scioglimento.
Che cosa è
emerso dall’azione ispettiva della Commissione? L'Amministrazione comunale non
era libera di amministrare la cosa pubblica, perché fortemente condizionata, in
varie forme, dalla "contiguità" con la 'ndrangheta. Questo non fa
altro che confermare la bontà delle nostre richieste: l'ostinazione con cui
l'Amministrazione comunale ha rifiutato il confronto con la cittadinanza non le
ha, infatti, consentito di liberarsi dai condizionamenti.
Noi
continuiamo ad esser convinti che la partecipazione dei cittadini alla cosa
pubblica, soprattutto in un contesto come il nostro, sia elemento
indispensabile. Non il solo, certo, ma quanto accaduto nella nostra città
certifica che non se ne può assolutamente fare a meno.
In una
città "normale" la partecipazione dei cittadini dovrebbe essere
ovvia, perché sancita dalla Costituzione, dal Testo Unico sugli Enti Locali e
dallo Statuto comunale, dunque legale, anche perché esigerlo non è un atto di
ostilità contro la città, ma un fatto assolutamente naturale. Nella nostra
città non è da interpretare, dunque, come un atto di ostilità nei confronti
dell'ultima Amministrazione, perché queste istanze, come abbiamo più volte
detto e continueremo a ripetere, le proporremo sempre e comunque da cittadini
liberi nei confronti di chiunque amministri.
3) La nostra disponibilità verso i
commissari.
La
presente situazione ci chiama a fare un passo in più già nell'immediato: le
stesse istanze che abbiamo espresso nei confronti degli amministratori eletti,
le esprimiamo nei confronti dei commissari designati. Quello che noi proponiamo
loro da subito, come abbiamo tentato inutilmente di fare con l’amministrazione
Arena, è l’adozione di strumenti per interloquire direttamente coi cittadini al
fine di: a) disinnescare l’effetto di pressioni anomale che, magari con strumenti
più raffinati rispetto al passato, siamo sicuri si tenterà di esercitare anche
sui commissari; b) comunicare alla città il suo reale stato; c) ascoltare dai
cittadini le proposte di indirizzo per le scelte da fare in favore della
collettività, sia che riguardino l'uso delle risorse, sia che trattino
dell'eventuale scelta su tagli di spese o aumento di tariffe; d) avere un
canale positivo di comunicazione che abbia come ricaduta il ritrovamento della
fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.
4) Da oggi in poi con la città e con la
classe politica.
Come
pensiamo di vivere da ora in avanti? Fin dalla nostra nascita, oltre che offrire supporto morale alla
Magistratura, l'obiettivo che ci siamo proposti è stato quello di
contribuire al risveglio delle coscienze per una piena assunzione delle
responsabilità per quanto accade sul
nostro territorio, anche relativamente alla gestione della cosa pubblica. Come
abbiamo fatto finora, non entreremo nei giochi delle alleanze e delle campagne
elettorali; non siamo interessati a questo e continueremo a non essere
interessati a questo! Dato che la sfiducia, che ha preso tanti, ha consentito
ai prepotenti di impossessarsi della città, continueremo a creare occasioni per
il risveglio della coscienza civile, per imparare ad affrontare i problemi,
analizzandoli e cercando insieme soluzioni, perché possiamo – come collettività
- ritrovare la voglia della partecipazione.
In tal
senso, ci impegniamo sin da adesso ad essere voce critica, in positivo e in
negativo, verso coloro (partiti, movimenti, associazioni) che dichiarino di
voler avviare un percorso di ricostruzione della città finalizzato alla
elaborazione di un programma politico per il futuro anche, ma non
esclusivamente, per le prossime elezioni amministrative. Garantiamo, in tal
senso, il nostro contributo per creare un volto nuovo della città e ri-esistere
con dignità, anche attraverso la formulazione di un nuovo patto etico.
Allo
stesso tempo, saremo fermi oppositori di coloro che invece volessero – in modo
più o meno evidente – dar continuità ad un modo di amministrare che tanti
disagi ha causato e continuerà, purtroppo, a causare a tutta la cittadinanza,
anche nei prossimi anni.
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