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venerdì 26 ottobre 2012

Reggio Cal.: Fedele, SEL, su impotabilità delle acque “L’acqua dei nostri rubinetti deve essere salubre e pulita”


Cosa avranno pensato i cittadini della zona nord di Reggio Calabria quando hanno appreso, dai giornali, la sconcertante notizia che l’acqua che fuoriesce dalle loro condutture non è potabile?
Avranno, probabilmente, pensato di telefonare al Sindaco, ma resisi conto del sopravvenuto impedimento nello svolgimento delle sue funzioni dell’ormai ex primo cittadino, avranno rivolto il loro pensiero a quel Governatore che si era pubblicamente mostrato molto sensibile in merito al problema della scarsità d’acqua nei confronti dei concittadini di Terreti. Ironia a parte, molto più probabilmente, i cittadini non ne sono stati sorpresi, perché se n’erano già accorti da soli. Scorrendo un po’ più approfonditamente l’ordinanza dell’ex Sindaco Arena del 28 settembre, sconosciuta ai più fino a ieri, ci si rende conto che il problema non sarà risolto fino a che qualche temporale autunnale non fornirà le quantità d’acqua necessarie a far rientrare i parametri dei Fluoruri (sali) nei limiti previsti dalla legge. È scandaloso e inquietante che ancora oggi la popolazione reggina sia costretta a subire queste violazioni dei diritti riconosciuti dalla legge dello Stato italiano. Quel diritto ribadito dall’art. 4 del Decreto Legislativo 31/01, secondo il quale “Le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite”.
Quello della zona nord, purtroppo, non è un problema isolato e occasionale. La nostra città soffre da anni, da nord a sud, il male cronico della salinità delle acque, che le rendono ciclicamente non potabili e inadatte all’uso alimentare, all’utilizzo per l’igiene della persona e, a volte, per la pulizia della casa. Il problema è stato più volte portato alla luce, ma mai una soluzione adeguata è stata fornita ai cittadini di questa città, che continuano, che continuiamo (perché anche chi scrive vive, come gran parte dei reggini, questa situazione) da anni a soffrire dell’assenza d’acqua nel periodo estivo e speriamo che quella che arriva non sia salata.
Ed a nulla è servita la costruzione del dissalatore voluta dall’allora Commissario straordinario e Sindaco, oggi Governatore della Regione, Giuseppe Scopelliti. Un’opera costata 7,5 milioni di euro e che ha portato alla ribalta sulla stampa nazionale chi lo ha fortemente voluto, solo per i costi della squadra di collaboratori e consulenti allestita per gestire la situazione.
Quello dell’acqua è un problema serio e di una gravità incommensurabile, che non può essere risolto da soluzioni palliative e congiunturali, ma che va affrontato con chiarezza e decisione per dare una soluzione definitiva ad un male che angustia da troppo tempo i reggini.
È necessario, anzi, indispensabile comprendere quale sia, ad oggi, lo stato delle falde acquifere della nostra città, che appaiono ormai stremate e non più in grado di sopperire al fabbisogno della popolazione e cercare di trovare nuove falde a cui attingere. Serve adeguare la rete idrica per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua ed evitare lo spreco della risorsa più preziosa per la vita e la salute della cittadinanza.
Bisogna agire con coscienza e responsabilità per dare una risposta strutturale al problema dell’acqua, che è una risorsa comune e, come ha sancito il referendum dello scorso anno, è un bene pubblico e va gestito nell’interesse di tutti i cittadini.

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