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martedì 23 ottobre 2012

'NDRANGHETA:SEQUESTRO; GIUDICI, IMPRENDITORE SENZA SCRUPOLI 'BASATO FORTUNA SU SFRUTTAMENTO STRETTI VINCOLI CON COSCHE'

(ANSA) - REGGIO CALABRIA, 23 OTT - Un imprenditore ''astuto e senza scrupoli, che ha basato la propria fortuna imprenditoriale sullo sfruttamento di stretti vincoli risalenti nel tempo con personaggi di spicco di diverse consorterie mafiose'' e che, subita una rapina da 75 mila euro nella propria azienda, ''sfrutta i propri vincoli di conoscenza con noti esponenti della criminalita' organizzata per individuare gli autori del delitto'', arrivando ''al punto di pianificare, sempre attraverso la propria rete di conoscenze, la morte del basista''. E' questo il ritratto dell'imprenditore Pietro Siclari tratteggiato dai giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria nelle 93 pagine del decreto con cui e' stato disposto il sequestro di beni per 230 milioni nei suoi confronti e di quelli dell'imprenditore Pasquale Rappoccio. Facendo riferimento a precedenti inchieste nelle quali e' rimasto coinvolto Siclari, i giudici ricordano che da alcune intercettazioni emerge come Siclari ''non riuscendo ad ottenere l'aiuto sperato da esponenti delle cosche Alvaro e Libri per assicurarsi l'eliminazione fisica del reo, si rivolge a rappresentanti di vertice della cosca Barbaro di Plati', riuscendo ad ottenere il loro aiuto per portare avanti il proprio progetto omicidiario. Receduto poi da tale intento - proseguono i giudici - Siclari riesce ad estorcere al padre del rapinatore, non corrispondendola, la somma a lui spettante a titolo di liquidazione per l'attivita' svolta alle sue dipendenze quale parziale risarcimento de danni patiti per la rapina subita ad opera, tra gli altri, del figlio del dipendente''. Per quanto riguarda Rappoccio, imprenditore nel settore della sanita', per i giudici ''e' persona che si e' posta a totale disposizione di Bruno Tegano e per suo tramite della cosca Condello per realizzare un'operazione imprenditoriale che aveva lo scopo di consentire alla cosca Condello-Tegano di ottenere la disponibilita' del complesso 'Il limoneto'''. L'affermazione e lo sviluppo imprenditoriale di Rappoccio, inoltre, secondo i giudici, ''sono caratterizzate dal costante rapporto illecito con funzionari pubblici che sia perche' corrotti, sia perche' infedeli si prestavano a strumentalizzare la propria funzione al fine di agevolare gli interessi imprenditoriali dello stesso''.

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