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mercoledì 24 ottobre 2012

Last News Calabria (ore 14)

'NDRANGHETA: UN ANNO DI RICERCHE PER ARRESTARE PROCOPIO (AGI) - Catanzaro, 24 ott. - ' servito un anno di indagini, fatte soprattutto di appostamenti e lavoro di intelligence, per assicurare alla giustizia Giuseppe Santo Procopio, 27 anni, latitante dallo scorso anno e considerato elemento di spicco dell'omonima cosca alleata con i Sia e i Tripodi di Soverato. Un giovane considerato "elemento molto pericoloso", hanno evidenziato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa che si e' svolta a Catanzaro, al punto da essere bersaglio di due tentati omicidi a distanza di sei mesi.
Per scovarlo nell'ovile situato nelle campagne di Badolato, a cavallo tra i territori di Badolato, Guardavalle, Isca sullo Jonio e Santa Caterina, ed a pochi chilometri dal vibonese, i carabinieri hanno dovuto camminare per due giorni, a piedi, tra i boschi, dal momento che la zona non era raggiungibile in altri modi senza essere scoperti. Per questo, anche il tentativo di fuga di Procopio, alla vista dei militari e' stato inutile, dal momento che la zona era stata cinturata dopo che i carabinieri avevano notato la sua presenza nell'ovile attraverso una finestra. "Devo ringraziare i Cacciatori e i ragazzi dell'Arma di Guardavalle - ha detto il tenente colonnello Giorgio Naselli, comandante del Reparto operativo provinciale - perche' la cattura di Procopio significa che non lasciamo il territorio dopo gli ottimi risultati delle operazioni, ma vogliamo completare il nostro lavoro. Lavorare nelle zone come quella di Guardavalle non e' facile, perche' i carabinieri sono spesso visti come avulsi al territorio". 
A delineare il profilo del ventisettenne sono stati il procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo e il capitano Emanuele Leuzzi, comandante della Compagnia di Soverato, che hanno ricordato i legami molti stretti di Procopio con Salvatore Vallelonga, fratello di Damiano, ritenuto il boss di Serra San Bruno (Vibo Valentia) e ucciso nel 2009. Rapporti cosi' stretti che Salvatore Vallelonga e Giuseppe Santo Procopio furono vittime di un agguato mentre si trovavano insieme nei boschi a cavallo tra le due province; il primo venne ucciso, il secondo si salvo' perche' indossava un giubbino antiproiettili, rinvenuto successivamente dai carabinieri durante una perquisizione. "Procopio venne curato a Reggio Calabria - ha spiegato il capitano Leuzzi - quindi decise di allontanarsi, raggiungendo alcuni parenti al nord, perche' sapeva che rischiava di essere ucciso. Per questo era gia' irreperibile quando fu colpito dal fermo per l'operazione 'Show down' contro le cosche Sia-Procopio-Tripodi". A 27 anni, dunque, Procopio era un punto di riferimento nella criminalita' organizzata del Soveratese, "considerato una spina nel fianco per i Gallace - ha concluso il capitano Leuzzi - dal momento che il giovane viveva nella loro terra, a Guardavalle, considerata la loro roccaforte". 

'NDRANGHETA: FAIDA BOSCHI, LATITANTE SORPRESO IN RIFUGIO ERA RICERCATO DA DICEMBRE. NEL 2010 VITTIMA DI DUE AGGUATI (ANSA) - CATANZARO, 24 OTT - E' stato individuato in un casolare di famiglia in una zona montana e impervia del comune di Badolato e bloccato prima che tentasse la fuga. E' finita cosi' la latitanza di Santo Procopio, di 27 anni, arrestato dai carabinieri di Guardavalle con il contributo dello squadrone eliportato dei cacciatori. Procopio era ricercato per un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale su richiesta della Dda di Catanzaro per associazione mafiosa dopo che nel dicembre dello scorso anno era sfuggito ad un'operazione contro i presunti appartenenti alla cosca Sia-Procopio-Tripodi di Soverato. L'uomo era in compagnia di due cugini e del fidanzato della sorella, D.C., di 23 anni, che e' stato denunciato per favoreggiamento. All'individuazione del nascondiglio di Procopio, hanno spiegato il comandante del reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri Giorgio Naselli ed il comandante della Compagnia di Soverato Emanuele Leuzzi, i militari sono giunti grazie ad un costante lavoro di controllo dei familiari del latitante. Procopio, nel 2010 e' stato vittima di due agguati: il primo compiuto il 26 gennaio; nel secondo, a Brognaturo (Vibo Valentia), Procopio, che rimase gravemente ferito, si salvo' perche' indossava un giubbotto antiproiettile. Nello stesso agguato fu ucciso Salvatore Vallelunga, fratello di Damiano, ritenuto il boss della cosca dei ''viperari'', assassinato il 27 settembre del 2009 a Riace (Reggio Calabria), davanti al Santuario dei Santi medici Cosma e Damiano, dove era in corso la festa patronale del paese, in quella che e' stata definita la ''faida dei boschi''. ''Abbiamo aperto squarci importanti - ha detto il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo incontrando i giornalisti - sulle dinamiche criminali della zona del soveratese, ma anche sui fatti specifici e sugli omicidi commessi. Adesso abbiamo bisogno di un po' di tempo per mettere in ordine le carte. Alle indagini hanno anche contribuito alcuni collaboratori, un fenomeno che e' cresciuto negli ultimi tempi in seguito agli arresti eseguiti. Certamente non abbiamo sconfitto la 'ndrangheta ma sono stati fatti passi avanti e se li faranno anche la cittadinanza e la pubblica amministrazione arginando le infiltrazioni sento di poter dire di essere ragionevolmente fiducioso''.

AMMANCO DA 1,3 MLN A PROVINCIA VIBO, FERMATA DIPENDENTE PROVVEDIMENTO ANCHE PER MARITO, INDAGATI DUE NIPOTI DONNA (ANSA) - VIBO VALENTIA, 24 OTT - Una ex dipendente della Provincia di Vibo Valentia ed il marito sono stati sottoposti a fermo dalla guardia di finanza su disposizione della Procura della Repubblica per l'ammanco di 1,3 milioni di euro dai conti dell'Ente scoperto nelle scorse settimane. La donna, Maria Rita Curro' ed il marito, Baldassarre Bruzzano, erano gia' indagati in stato di liberta' e sono accusati di peculato. Nell'inchiesta sono indagati anche due nipoti della donna, che nel frattempo sui e' dimessa dall'incarico. Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, sono iniziate il 13 settembre scorso, dopo la scoperta di un ammanco sui fondi dell'Amministrazione provinciale di Vibo che e' stato subito denunciato alla magistratura. Maria Rita Curro', secondo l'accusa, secondo l'accusa, nel periodo compreso tra agosto 2009 e novembre 2011 ha emesso numerosi mandati di pagamento per false prestazioni di servizio a nome dei congiunti, inducendo in errore l'Amministrazione che, in piu' riprese, ha liquidato somme per un valore totale di circa 1,3 milioni di euro. I fermi sono stati disposti dal procuratore di Vibo Mario Spagnuolo per il fondato sospetto che fosse in atto un'attivita' diretta ad occultare i proventi dell'attivita' illecita oltre che per il pericolo di fuga. I finanzieri hanno anche eseguito alcune perquisizioni con sequestro di documenti alla Provincia. Alle indagini ha collaborato anche il Nucleo speciale di polizia valutaria del Gruppo di Reggio Calabria.

DONNA SCOMPARSA NEL '93 NEL LECCHESE,2 INDAGATI PER OMICIDIO RIAPERTO CASO DOPO 20ANNI,I DUE GIú IN CARCERE PER ALTRO DELITTO (ANSA) - LECCO, 24 OTT - Si riapre il giallo della scomparsa di Maddalena Calabria, la donna di 39 anni di Molteno (Lecco), scomparsa nella primavera del 1993. Ora ci sono due indagati e l'accusa Š quella di omicidio volontario. Si tratta di Fabio Citterio, di Lurago d'Erba (Como) e Tiziana Molteni, di Dolzago (Lecco), gia' in carcere per un altro omicidio, a Paderno d'Adda (Lecco), lo scorso 10 maggio, vittima Antonio Caroppa. Maddalena Calabria nel 1993 lavorava da 3 mesi come domestica nella villa dell'industriale Luciano Fumagalli, di Oggiono (Lecco), dove venne messa a segno una rapina che frutto' ai malviventi 600 milioni di lire. La donna venne picchiata e legata. Nel maggio di quell'anno poi spari' improvvisamente. Sui due arrestati per l'omicidio, grava anche il sospetto di essere gli autori della rapina. Tra l'altro, l'industriale che sub il colpo da 600 milioni Š il fratello di quell'Angelo Fumagalli, che sub un rapimento lampo nel 1979.

Catanzaro: Ruperto, rinominare provincia Catanzaro-Lamezia (ASCA) - Catanzaro, 24 ott - ''La proposta da me avanzata durante i lavori della riunione congiunta di martedi' scorso, ovvero quella di rinominare la Provincia di Catanzaro in Catanzaro-Lamezia Terne, nasce dalla presa d'atto dello stato di declino in cui versa la citta' capoluogo di Regione e il suo territorio, compreso ovviamente l'hinterland Lametino''. Lo precisa Pasquale Ruperto, presidente del Consiglio provinciale di Catanzaro. ''Non ha alcuna motivazione di carattere campanilistico o strumentale - dice Ruperto - tanto che ho gia' espresso a chiare lettere, durante i lavori della sopra citata Assemblea, che sono pienamente d'accordo con quanti legittimamente rivendicano la necessita' di ritornare alla ''vecchia'' Provincia che comprenda anche i territori di Crotone e Vibo Valentia. E' evidente che la citta' di Catanzaro ricopre un ruolo di notevole importanza in ambito amministrativo, peculiare per gli assetti burocratici dell'intero territorio regionale. Tuttavia, c'e' il rischio di rimanere schiacciati dalla nuova geografia politico-amministrativa che attribuisce enormi potenzialita' alla citta' metropolitana di Reggio Calabria da una parte, e alla Provincia di Cosenza (di fatto conurbata da tempo con Rende) dall'altra. A cio' si aggiungono le ''sirene'' di quanti da Crotone pensano di spostare gli interessi di quella parte di territorio verso Cosenza. E allora, se non si coglie questa occasione storica di puntare su un nuovo modello di sviluppo amministrativo che mette in risalto le enormi potenzialita' di Lamezia, si rischia di perdere un'occasione storica difficilmente ripetibile''. ''L'idea di rinominare la Provincia - afferma Ruperto - facilitera' i rapporti tra le due citta' centrali della Calabria e di fatto potra' dar corpo a quell'area urbana da sempre sbandierata e mai realizzata. Servira' a Vibo per evitare disagi nel rapportarsi con Catanzaro sulla quale citta', dallo Jonio, potra' gravitare Crotone senza ''transitare'' verso Cosenza. Appare altresi' fondamentale per il territorio lametino, dotarsi di una entita' amministrativa che, in futuro, potra' scongiurare la soppressione di presidi (Tribunale docet) e dare il giusto peso ''politico'' alla terza citta' della Calabria, eliminando in modo definitivo strascichi polemici e biechi campanilismi tra le due citta'. Il voto favorevole al documento uscito dall'Assemblea congiunta di martedi' scorso, e' stato da parte mia- conclude Ruperto - un segno di alta responsabilita' proprio per l'esigenza di ricostituire la Provincia madre ma, allo stesso tempo, credo fermamente in una svolta storica per non indebolire il territorio e dare forza all'asse Catanzaro-Lamezia''. 

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