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giovedì 29 novembre 2012

Regione: L’On. Nucera ha incontrato alcune associazioni di emigrati in Calabria


Si è svolto un incontro tra l’on. Giovanni Nucera, Segretario Questore del Consiglio regionale e alcune associazioni di emigrati stranieri in Calabria. Ha aperto i lavori la dr.ssa Nina Maziashvili dell’Associazione “Georgiani in Calabria” che ha invitato ad una riflessione sulle condizioni di vita dei lavoratori stranieri e le politiche di accoglienza poste in essere dalla Regione Calabria.  “La rivolta di Rosarno del Gennaio 2011 – è stato rilevato – ha fatto da ‘spartiacque’ nella sensibilità istituzionale rivolta ai lavoratori di ogni nazionalità che hanno scelto la Calabria per trovare migliori condizioni di vita e speranze per il futuro. Nonostante i controlli resta alto, infatti, il fenomeno del lavoro nero e del caporalato. Un dato in costante diminuzione, ma pur sempre presente nelle statistiche regionali”. Si è parlato anche del tragico incidente di Rossano, lungo la ferrovia Crotone-Sibari, nel quale, una settimana fa, hanno perso la vita sei lavoratori rumeni. Un bilancio che solo per cause del tutto fortuite non si è manifestato in maniera più pesante.  L’assemblea ha accolto all’unanimità la proposta di ricordare le sei vittime di quel tragico incidente con un minuto di raccoglimento.
“Al di là della fatalità e della mancato rispetto di ogni norma di sicurezza nell’attraversamento della linea ferrata, resta la tragedia in sé che ha spezzato immaturamente le vite di sei persone, gettato nella disperazione le loro famiglie e lasciato attonita l’intera Regione. Sulla tragedia di Rossano – ha rilevato il Segretario Questore del Consiglio regionale – le istituzioni stanno cercando di fare la loro parte”.
L’on. Giovanni Nucera ha illustrato ai presenti i contenuto di un ordine del giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea legislativa di palazzo Campanella, nel quale, oltre al doveroso cordoglio rivolto alle vittime ed alle loro famiglie, è stata sollecitata una convocazione d’urgenza dei vertici compartimentali delle Ferrovie dello Stato, per porre all’attenzione della società e del competente Ministero ai Trasporti ed alle Infrastrutture, “la gravissima situazione di pericolosità del tratto ferroviario ionico della Calabria, a causa della diffusa presenza di passaggi a livello, tutti adiacenti la SS106, la cui gestione risulta essere affidata a privati. “Il Consiglio regionale – ha ancora precisato l’on. Giovanni Nucera – ha sollecitato le necessarie verifiche per esaminare l’effettiva necessità di prosecuzione di eventuali convenzioni in essere tra Rfi – Gruppo Ferrovie dello Stato e concessionari privati; l’analisi sull’effettiva garanzia del rispetto degli standard di sicurezza; l’adeguata segnalazione del rischio in essere, trattandosi, in molti casi – conclude il documento – di attraversamenti posti in coincidenza di terreni agricoli, spiagge, strade interpoderali o altrimenti secondarie”. 
Al dibattito sono intervenuti i rappresentanti di numerose associazioni di emigrati. “Inutile ripetere la frase – è stato detto – che disgrazie così non ne devono più accadere. E’ un ritornello stanco che si ripete con drammatica puntualità ogni qual volta la cronaca si sofferma su vicende disperate che riguardano gli immigrati, siano essi sbarchi sulle nostre coste, vissuti spesso al limite della sopravvivenza o snocciolando un rosario di morti che non sembra avere mai fine, o per condizioni di vita e di lavoro insostenibili, o ancora per implicazioni con il crimine organizzato e le attività illegali di ogni genere, alle quali, spesso, gli immigrati non hanno la forza o alcuna opportunità di sottrarsi”.
Ecco, dunque, la necessità – sono state le conclusioni dell’incontro - di ragionare in termini nuovi, “per creare le condizioni nelle quali rendere impraticabile qualsiasi tipo di condizionamento negativo nella vita lavorativa, sociale, economica degli immigrati presenti in Calabria. Promuovendo servizi di assistenza sociale, sanitaria,  sostegno legale e burocratico, per rendere la loro presenza e la loro condizione sociale in linea con i canoni di un paese moderno e civile come l’Italia”.

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