“Il
Salone della Giustizia è l’occasione di confronto tra le istituzioni, in
particolare sui problemi nel Mezzogiorno, dove i pericoli derivanti dalla prepotenza
mafiosa si sommano con le emergenze sociali”.
E’
l’opinione del presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Salvatore
Magarò, che oggi ha preso parte alle iniziative del IV Salone della Giustizia
(dove il Consiglio regionale è presente con uno stand), inaugurato dal
presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli, dal Presidente
del Tribunal Superior de Justizia della Ciudad autonoma di Buenos Aires Luis
Lozano e dal sindaco di Buenos Aires Maurizio Macri.
“La
‘ndrangheta, questo è ormai emerso in maniera inequivocabile, non è solo un
problema o una questione della Calabria – spiega il presidente Magarò - Il fenomeno ha ormai dimensioni nazionali e
va affrontato con una visione e con mezzi che tengano conto di questa situazione
nuova, a lungo purtroppo, deliberatamente o meno, sottovalutata e ignorata. La
Commissione che rappresento ha prodotto non proclami o inutili orpelli, ma una
serie di provvedimenti legislativi poi approvati dall’Aula, mentre altri sono
in itinere. Mi preme ricordare almeno i più importanti: la costituzione di
parte civile in tutti i processi in cui la ‘ndrangheta è implicata; gli
interventi a favore delle imprese che non scendono a patti con la criminalità;
le agevolazioni a favore dei testimoni di giustizia, delle loro famiglie, delle
vittime; la tracciabilità informatica dei procedimenti amministrativi in ogni
loro fase; più risorse ai comuni da investire sui beni confiscati (per il
ripristino e l’avvio di nuove attività); regole comportamentali dirette a
garantire il corretto svolgimento delle gare e inibizione delle infiltrazioni
criminose attraverso l’inserimento del patto d’integrità tra le clausole
contrattuali degli appalti.
Tra
quelli, invece che abbiamo in cantiere vi è la proposta di legge recante
interventi per favorire il riutilizzo e la valorizzazione dei beni confiscati
alle organizzazioni criminali in Calabria, già licenziato dalla Commissione che
presiedo e di prossima approvazione in Consiglio Regionale, e la redazione di
un codice unico delle leggi antindrangheta”.
Infine,
il presidente Magarò ha riflettuto sul valore della formazione alla legalità:
“Non ho dubbi - ha detto – che la svolta in questa problematica aspra e
difficile possano darla i giovani, nei quali si coglie in Calabria un forte risveglio delle coscienze, che è un
segno di speranza su cui la buona politica e le classi dirigenti del Paese
debbono assolutamente puntare. D’altronde, il successo di magistratura e forze
dell’ordine nella lotta alla mafia ha reso più consapevole e quindi spronato la
società civile della necessità di far fronte comune, di rischiare, di scendere
in campo a viso scoperto per fermare un mostro che mentre minaccia l’incolumità
fisica di ciascuno blocca ogni processo di risanamento economico e sociale. A
mio avviso, l’educazione alla legalità e
le iniziative, nazionali e regionali,
per agevolarla e inverarla sono parte decisiva di questa sfida che dobbiamo a
tutti i costi vincere”.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare questa notizia.