2013: BONUS BEBÈ PER LE MAMME LAVORATRICI (MA NON PER TUTTE). 300 EURO AL MESE PER CHI RIENTRA AL LAVORO CON BIMBI CON MENO DI UN ANNO. PRESTO UN CLICK DAY
27 novembre 2012
Un contributo di 300 euro al mese, per sei mesi, per le mamme che rientrano al lavoro dopo la maternità, pur avendo un bimbo con meno di un anno di vita. E che così avranno qualche aiuto in più per pagare asilo nido o baby sitter. E’ una disposizione già contenuta nella riforma del mercato del lavoro targata Fornero, e diventata operativa ieri, quando i tecnici del ministero del Welfare hanno messo a punto lo schema di regolamento che definisse somme erogate procedure. E lo hanno inoltrato all’ufficio legislativo del ministero dell’Economia. La misura sarà attuata già dal 2013.
Frenare l’emorragia
Il provvedimento è stato studiato per incoraggiare le neomamme a rientrare dalla maternità con qualche mese di anticipo rispetto a quanto avviene oggi, e, soprattutto, a frenare l’emorragia di lavoratrici che lasciano la propria occupazione dopo la nascita dei figli, il 27% del totale.
Cadenza mensile obbligo di mostrare le ricevute
Si tratta di qualcosa di diverso dal bonus bebè che per anni è stato elargito alle famiglie dei nuovi nati. A farne richiesta potranno essere solo le donne lavoratrici, e la somma sarà versata ogni mese, a patto che le beneficiarie dimostrino che il proprio figlio frequenti un asilo nido o sia assistito da una baby sitter. In quest’ultimo caso la baby sitter potrà essere pagata utilizzato il meccanismo dei voucher, i buoni per i lavori occasionali. C’è poi un limite di età: le famiglie usufruiranno dei bonus per un massimo di sei mesi e fino all’anno di età del bambino, e non oltre.
20 milioni di euro in tre anni
Piuttosto esigue le risorse a disposizione: 20 milioni di euro l’anno per tre anni. A conti fatti, se tutte le richiedenti faranno domanda per avere il contributo per sei mesi (ma è improbabile), i soldi basteranno per poco più di 11.000 madri lavoratrici, contro i circa 500.000 nuovi nati ogni anno. A fare la differenza tra chi otterrà il contributo e chi no sarà il reddito di partenza.
Il click day e il reddito
Per inoltrare la domanda sarà istituto un click day, un giorno per presentare domande per via informatica come già fatto in passato per la regolarizzazione di colf e badanti. Avrà la precedenza chi ha il valore più basso per l’Isee, l’indice della ricchezza delle famiglie calcolato in base al reddito, alle proprietà, e al denaro sul conto corrente e, a parità di “ricchezza”, l’ordine di presentazione della domanda. La graduatoria sarà unica e su base nazionale. Chi otterrà il bonus, naturalmente, dovrà rinunciare per il periodo in cui ne usufruirà al congedo parentale facoltativo.
Per i padri un solo giorno di congedo obbligatorio
Il documento presentato ieri fissa anche le regole per il congedo dei padri, sempre previsto dalla riforma Fornero: un giorno di permesso sarà obbligatorio e pagato al 100%, con un costo per lo Stato di 78 milioni di euro l’anno. Ce ne saranno poi altri due facoltativi, sempre pagati al 100%, ma potranno essere concessi solo se la madre rinuncerà a due giorni della sua maternità obbligatoria, in modo da non avere un costo aggiuntivo per lo Stato.
Di Giulia Nitti
fonte: il salvagente.it
fonte: il salvagente.it
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