"La Sua visita a Reggio Calabria e nella Locride, dottoressa Cancellieri, segue di appena 48 ore la ricorrenza del 1° Maggio che per i calabresi non è stata certo una rievocazione storica delle conquiste del mondo del lavoro quanto, invece, la testimonianza di un popolo disperato dall'atavica disoccupazione, da nuove sacche di povertà e dall'esasperazione di migliaia di nuclei familiari sempre più schiacciati dal peso del fisco, dall'aumento delle tariffe e sempre più alle prese con un'economia drogata in mano ai locali di "ndrangheta. La presenza del Ministro dell'Interno nella storia di questa sfortunata terra ha sempre disegnato orizzonti di speranza, che poi, puntualmente, scompaiono aumentando il distacco tra il cittadino e le Istituzioni centrali e locali". E' questo l'incipit della lettera aperta del Presidente della Provincia di Reggio Calabria al Ministro dell'Interno, dottoressa Annamaria Cancellieri.
" La sfiducia nei confronti dello Stato – si legge nella missiva - è la logica conseguenza del disinteresse dei Governi centrali, sabaudi come repubblicani, che hanno considerato questa terra più come un serbatoio di braccia che per la laboriosità dei suoi cittadini, figli illustri della Magna Grecia. La repressione dei fenomeni criminali e devianti è una prerogativa dello Stato, a cui i cittadini chiedono di essere liberati per mantenere la coesione sociale, conditio sine qua non per rafforzare lo Stato democratico. Ma il potere centrale non può svolgere solo il ruolo di sceriffo, perché ad esso spetta anche l'obbligo della funzione pedagogica e quella di programmare interventi per il risanamento e lo sviluppo. La mancanza di occasioni finalizzate allo sviluppo socio – economico produce anche il fenomeno dell'antipolitica, il cui antidoto risiede nella capacità dei governi centrale e locale di diventare l'interfaccia dei bisogni della gente che, innanzitutto, chiede trasparenza politico – amministrativa".
La lettera aperta del dott. Raffa così prosegue: "Nella sua agenda, Signora Ministro, figura anche l'incontro con i sindaci della Locride, un territorio bello dal punto di vista paesaggistico, ma lontanissimo da Roma dove ci si accorge di questo comprensorio solo in occasione di fatti di cronaca. Da quasi un anno, come Ente Provincia, ci siamo posti al fianco dei comuni locridei e con i sindaci abbiamo programmato interventi che, tuttavia, sono limitati, per l'esiguità delle risorse, rispetto all'accumularsi dei guasti del territorio. I sindaci sono la catena più debole di un sistema che ha bisogno di un nuovo ordine sociale per invertire la tendenza". Il Presidente della Provincia di Reggio così conclude: "Ma lo spirito di abnegazione di quanti guidano piccoli e medi comuni, spesso, non basta per superare la crisi quotidiana che continua a diventare drammatica, acuita dalla prevaricazione che la malavita organizzata produce nei confronti di sindaci, assessori, semplici consiglieri e amministratori in genere, operatori economici e semplici cittadini. La lotta alla 'ndrangheta passa attraverso una politica capace di sanare questo comprensorio dal sottosviluppo che rappresenta una gravissima ferita che non si guarisce con coreografie, premi, celebrazioni e sfilate".
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