(© Gilles Martin-Raget / ACEA) |
“Vincere a Napoli con una barca
che si chiama luna rossa è il massimo”.
Sono queste le parole del patron
del team di luna rossa, Patrizio Bertelli nel momento in cui Luna rossa Piranha
tagliava il traguardo davanti a tutto il suo pubblico napoletano che l’ha
seguita nei 5 giorni di regate che si sono svolte a Napoli. Che felicità quindi
per il team e ancor più per il tattico Francesco Bruni che è riuscito a
prevalere anche sui forti compagni dell’altro team di luna rossa Swordfish.
La pioggia ha fatto da cornice a
un evento che non ha precedenti. Le nuove imbarcazioni, denominate catamarani,
sono dotate di una tecnologia che vede ben oltre la classica vela tenuta su da
un albero in carbonio. L’evoluzione e il progresso vogliono che si veda oltre
ed è per questo motivo che si è optati
per una imbarcazione dotata di una vela rigida o come tutti la stanno chiamando
“ala rigida” perché è proprio un’ala , come quelle che si possono vedere negli
aerei civili anche perché il funzionamento è proprio uguale. Una crescita di
tecnologia che ha comportato un adeguamento dei team e un nuovo modo di andare a vela rispolverando
qualche principio di fluidodinamica.
Con occhi critico,ma bene
predisposto alla crescita e all’innovazione, faccio fatica ad accettare queste
nuove barche e questa tipologia di vela perché, parlando da velista e da
appassionato, la vecchia coppa america degli anni 80-90 con Azzurra e il Moro di Venezia , ha saputo regalare emozioni ai milioni di
telespettatori che seguivano le imprese di questi gioielli del mare portati non
da equipaggi ipertecnologici , vestiti di tutto punto con gli sponsor più
blasonati, ma semplicemente da “marinai” che avevano l’acqua salata nelle vene,
la barba lunga e incolta e la pelle bruciata dal sole e che sapevano come
condurre una barca non perché glielo hanno spiegato i progettisti ma perché era
la cosa che sapevano fare meglio.
Vedere quelle partenze sul filo
dei secondi, i match race da brivido e le innumerevoli condizioni meteo che si
alternavano come se il vento formato debba essere la sola condizione per
gareggiare. Oggi invece si guardano le previsioni “il meteo” che se non rispetta determinati
canoni e valori non permette il normale svolgimento della manifestazione perché
le barche che popolano questi prestigiosi eventi sono dei gioellini forti
economicamente ma deboli fisicamente dove la raffichetta di 20 nodi può
provocare dei danni irreparabili.
Sono finiti quindi i tempi di
Cino Ricci e Mauro Pelaschier , nomi nobili nel mondo della vela.
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