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martedì 17 aprile 2012

Vela: America’s cup World Series a Napoli

(© Gilles Martin-Raget / ACEA)
“Vincere a Napoli con una barca che si chiama luna rossa è il massimo”.
Sono queste le parole del patron del team di luna rossa, Patrizio Bertelli nel momento in cui Luna rossa Piranha tagliava il traguardo davanti a tutto il suo pubblico napoletano che l’ha seguita nei 5 giorni di regate che si sono svolte a Napoli. Che felicità quindi per il team e ancor più per il tattico Francesco Bruni che è riuscito a prevalere anche sui forti compagni dell’altro team di luna rossa Swordfish.
La pioggia ha fatto da cornice a un evento che non ha precedenti. Le nuove imbarcazioni, denominate catamarani, sono dotate di una tecnologia che vede ben oltre la classica vela tenuta su da un albero in carbonio. L’evoluzione e il progresso vogliono che si veda oltre ed è per questo motivo che  si è optati per una imbarcazione dotata di una vela rigida o come tutti la stanno chiamando “ala rigida” perché è proprio un’ala , come quelle che si possono vedere negli aerei civili anche perché il funzionamento è proprio uguale. Una crescita di tecnologia che ha comportato un adeguamento dei team  e un nuovo modo di andare a vela rispolverando qualche principio di fluidodinamica.
Con occhi critico,ma bene predisposto alla crescita e all’innovazione, faccio fatica ad accettare queste nuove barche e questa tipologia di vela perché, parlando da velista e da appassionato, la vecchia coppa america degli anni 80-90 con Azzurra e il Moro di Venezia , ha saputo regalare emozioni ai milioni di telespettatori che seguivano le imprese di questi gioielli del mare portati non da equipaggi ipertecnologici , vestiti di tutto punto con gli sponsor più blasonati, ma semplicemente da “marinai” che avevano l’acqua salata nelle vene, la barba lunga e incolta e la pelle bruciata dal sole e che sapevano come condurre una barca non perché glielo hanno spiegato i progettisti ma perché era la cosa che sapevano fare meglio.
Vedere quelle partenze sul filo dei secondi, i match race da brivido e le innumerevoli condizioni meteo che si alternavano come se il vento formato debba essere la sola condizione per gareggiare. Oggi invece si guardano le previsioni  “il meteo” che se non rispetta determinati canoni e valori non permette il normale svolgimento della manifestazione perché le barche che popolano questi prestigiosi eventi sono dei gioellini forti economicamente ma deboli fisicamente dove la raffichetta di 20 nodi può provocare dei danni irreparabili.
Sono finiti quindi i tempi di Cino Ricci e Mauro Pelaschier , nomi nobili nel mondo della vela.

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