Il prossimo 20
febbraio si riunirà l’Autorità portuale per deliberare in merito alla
realizzazione del rigassificatore di San Ferdinando, dopo che il governo Monti
con il decreto sviluppo convertito in legge il 7 agosto 2012, ha sancito che
l’autorizzazione ministeriale alla costruzione del rigassificatore costituisce
titolo per il rilascio della concessione demaniale, in modo da superare gli
altolà del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Per queste
ragioni, ho voluto approfondire la decisione assunta dall’Autorità Portuale di
Trieste in merito al rigassificatore di Zaule, che con delibera del 10 dicembre
2012 immediatamente inviata al Ministro Clini, ha stabilito che il realizzando
rigassificatore non è compatibile con le previsioni di sviluppo del
Porto di Trieste in quanto progettualità e traffici sono cambiati dal 2005,
anno d’inizio dell’istruttoria del rigassificatore.
Infatti,
traffici navali, le movimentazioni
delle merci e dei passeggeri in continua crescita e con un esponenziale
sviluppo previsionale, sono stati alla base dell’adozione della deliberazione dell’Autorità
Portuale di Trieste, in seguito alla quale lo stesso Ministro Clini ha disposto
un supplemento di istruttoria sia sulla Valutazione di impatto ambientale che
sulle prescrizioni IMO in materia di sicurezza.
Quanto deciso dall’Autorità
portuale di Trieste può concretamente essere traslato sul caso del
rigassificatore di San Ferdinando, in quanto è stato lo stesso presidente
Grimaldi a dichiarare pochi mesi fa che si è passati da 19.000 movimenti
settimanali dell’agosto 2011 agli attuali 38.000 – 40.000, indicando come necessaria una
strategia migliore
per il futuro del
porto di Gioia Tauro i cui volumi di affari sono
destinati ulteriormente a incrementare.
Da qui la mia preoccupazione, in
quanto la LNG non ha mai affrontato il problema relativo alla
regolamentazione del traffico navale ai fini della sicurezza, così come
previsto dalle norme/raccomandazioni internazionali dell’International Maritime
Organization (I.M.O.), oltre a non aver mai
nemmeno analizzato il
problema dell'interferenza costituita
dal previsto traffico delle navi
LNG con i traffici portuali di transhipment esistenti, per i quali si
prospetta un impatto negativo.
Senza
dubbio, il traffico delle navi LNG, in ottemperanza alla citate
norme/raccomandazioni internazionali I.M.O., comporterà una serie di
limitazioni alla movimentazione delle altre
navi all'interno del
porto a causa
della manifesta incompatibilità fra
il traffico esistente
e quello previsto per l'esercizio
del Rigassificatore.
In
virtù di quanto sopra, è mio dovere
istituzionale rivolgere un appello al presidente Grimaldi, affinchè
sull’esempio di quanto fatto dalla collega di Trieste, Marina Monassi, evidenzi al ministero dell’Ambiente che in
questa fase di sviluppo dello scalo gioiese, è altamente pericoloso procedere
alla costruzione del rigassificatore che potrebbe provocare seri problemi
economici, occupazionali e di sicurezza.
In conclusione, è evidente che
dovrà essere più attentamente valutato il profilo della alternativa localizzazione
dell’impianto non meno dei profili di sicurezza che non risultano affatto
considerati nell’unica Via rilasciata nel 2008.
Giuseppe Longo
capogruppo alla
Provincia per Rivoluzione Civile
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