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lunedì 11 febbraio 2013

RIGASSIFICATORE: l’Autorità Portuale di Gioia Tauro faccia come quella di Trieste


Il prossimo 20 febbraio si riunirà l’Autorità portuale per deliberare in merito alla realizzazione del rigassificatore di San Ferdinando, dopo che il governo Monti con il decreto sviluppo convertito in legge il 7 agosto 2012, ha sancito che l’autorizzazione ministeriale alla costruzione del rigassificatore costituisce titolo per il rilascio della concessione demaniale, in modo da superare gli altolà del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Per queste ragioni, ho voluto approfondire la decisione assunta dall’Autorità Portuale di Trieste in merito al rigassificatore di Zaule, che con delibera del 10 dicembre 2012 immediatamente inviata al Ministro Clini, ha stabilito che il realizzando rigassificatore non è compatibile con le previsioni di sviluppo del Porto di Trieste in quanto progettualità e traffici sono cambiati dal 2005, anno d’inizio dell’istruttoria del rigassificatore.
Infatti, traffici navali, le movimentazioni delle merci e dei passeggeri in continua crescita e con un esponenziale sviluppo previsionale, sono stati alla base dell’adozione della deliberazione dell’Autorità Portuale di Trieste, in seguito alla quale lo stesso Ministro Clini ha disposto un supplemento di istruttoria sia sulla Valutazione di impatto ambientale che sulle prescrizioni IMO in materia di sicurezza.

Quanto deciso dall’Autorità portuale di Trieste può concretamente essere traslato sul caso del rigassificatore di San Ferdinando, in quanto è stato lo stesso presidente Grimaldi a dichiarare pochi mesi fa che si è passati da 19.000 movimenti settimanali dell’agosto 2011 agli attuali 38.000 – 40.000, indicando come necessaria una strategia migliore per il futuro del porto di Gioia Tauro i cui volumi di affari sono destinati ulteriormente a  incrementare.

Da qui la mia preoccupazione, in quanto la LNG non ha mai affrontato il problema relativo alla regolamentazione del traffico navale ai fini della sicurezza, così come previsto dalle norme/raccomandazioni internazionali dell’International Maritime Organization (I.M.O.), oltre a non  aver  mai  nemmeno  analizzato  il  problema  dell'interferenza  costituita  dal  previsto traffico delle navi LNG con i traffici portuali di transhipment esistenti, per i quali si prospetta un impatto negativo.
Senza dubbio, il traffico delle navi LNG, in ottemperanza alla citate norme/raccomandazioni internazionali I.M.O., comporterà una serie di limitazioni alla movimentazione  delle  altre  navi  all'interno  del  porto  a  causa  della  manifesta  incompatibilità  fra  il  traffico  esistente  e  quello previsto per l'esercizio del Rigassificatore.

In virtù di quanto sopra, è mio dovere istituzionale rivolgere un appello al presidente Grimaldi, affinchè sull’esempio di quanto fatto dalla collega di Trieste, Marina Monassi, evidenzi al ministero dell’Ambiente che in questa fase di sviluppo dello scalo gioiese, è altamente pericoloso procedere alla costruzione del rigassificatore che potrebbe provocare seri problemi economici, occupazionali e di sicurezza.

In conclusione, è evidente che dovrà essere più attentamente valutato il profilo della alternativa localizzazione dell’impianto non meno dei profili di sicurezza che non risultano affatto considerati nell’unica Via rilasciata nel 2008.



Giuseppe Longo
capogruppo alla Provincia per Rivoluzione Civile

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