“Il decreto Sviluppo è un’inaccettabile scorciatoia
Fondamentale dare risposta ai dubbi sulla sismicità
dell’area
e sugli altri rilievi espressi dal Consiglio superiore
dei lavori pubblici”
“È inaccettabile la scorciatoia imboccata dal Governo uscente –
dichiara Nuccio Barillà, della
segreteria nazionale di Legambiente – con il decreto Sviluppo per semplificare
la realizzazione dei terminal di rigassificazione in aree demaniali o portuali.
Non possono esistere scuse neanche per opere definite strategiche per ragioni
di sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti: in nessun caso si
devono bypassare le procedure ordinarie quando si tratta di rischi per la
salute dei cittadini. E la soluzione pensata da Passera, se anche non fosse
finalizzata espressamente come sembrerebbe al rigassificatore di Gioia Tauro,
va comunque purtroppo proprio in questa direzione”.
Così l’associazione del Cigno Verde prende posizione rispetto alla
modifica normativa apportata con il decreto Sviluppo, convertito in legge il 7
agosto 2012, secondo cui l’autorizzazione alla costruzione di terminali di
rigassificazione di gas naturale liquefatto in area demaniale o portuale viene
equiparata al rilascio della concessione demaniale, oltre a prevedere il
silenzio-assenso alla costruzione degli impianti in caso di mancata risposta da
parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, fatte salve le prescrizioni
tecniche che possono essere disposte anche successivamente fino al rilascio
della concessione.
“A proposito del progetto del rigassificatore di Gioia Tauro – dichiara
ancora Nuccio Barillà – il Consiglio
superiore dei lavori pubblici ha avanzato osservazioni puntuali in merito alla
sismicità dell’area oggetto della sua realizzazione e sulle conseguenze sulla
sicurezza che un evento sismico potrebbe causare al terminal in esercizio. Su
questo è fondamentale fugare ogni dubbio, partendo dai rilievi puntuali
esplicitati nel parere del 22 giugno 2012 da parte del Consiglio stesso, per
capire la fattibilità dell'opera rispetto alla sismicità del territorio”.
“Va inoltre approfondito e esaminato con rigore – afferma Francesco Falcone, presidente di
Legambiente Calabria – il tema dei costi-benefici per il territorio relativi
all’impianto di Gioia Tauro, oltre che
in termini economici e delle ricadute
occupazionali e sociali anche rispetto alla informazione dei cittadini e
partecipazione democratica alle scelte. In particolare occorre fare chiarezza
sulla realizzazione della piastra del freddo che sembrerebbe esclusa da ogni
finanziamento”.
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