“C’è una grande svista nell’attuale campagna
elettorale: l’assoluta mancanza di temi riguardanti il Mezzogiorno, non solo in
relazione al suo futuro ed al suo sviluppo, ma anche nel suo ruolo all’interno
di un grande Paese come l’Italia”.
Questa la riflessione del Segretario Questore del
Consiglio regionale on. Giovanni Nucera, a margine delle manifestazioni ed
interventi attraverso i quali si sta sviluppando la campagna elettorale per il
rinnovo del Parlamento.
“Mentre
al Nord la Lega riesce a strappare, almeno sulla carta, condizioni estremamente
vantaggiose, il Mezzogiorno sembra essere totalmente escluso dalla campagna
politica. Nessuno, né la destra, né la sinistra, stanno cercando di lanciare
proposte e progetti che dimostrino un qualche
concreto interesse verso il Sud e la Calabria
in particolare. Prevalgono, invece, discussioni virtuali e le maggiore
preoccupazione dei candidati è quella di apparire”.
“Una campagna elettorale dove i reality show rappresentano
il feticcio dei sondaggi; la politica “marketing”,
di spettacolo e delle polemiche montate
dai mass media alimentano il populismo
ed incentivano i neo frontismi, i localismi. In questa virtualità,
quella che viene utilizzata come un feticcio ideologico è proprio la questione
morale, la cui assenza rimarca, invece, sempre più il bisogno improrogabile di
creare leggi e istituzioni forti e credibili. Uno Stato meno pervasivo nella
realtà economica, dotato di strumenti di partecipazione veramente democratici,
che non possono essere le attuali leggi
elettorali. Norme che mortificano la democrazia, lo stesso valore congenito della
sovranità popolare, falsano il risultato,
perché concentrano il potere nelle mani di pochi, soprattutto a livello
regionale, affidando la gestione ad una
ristretta oligarchia che spesso cede al compromesso con poteri forti e poco controllabili”.
Una
politica spettacolo che si consegna agli attacchi, alle contrapposizioni, allo
scontro, alla demolizione dell’avversario. Con un quadro del genere un ragionamento sulle politiche meridionali e sul loro rilancio non
può avere alcuna speranza di trovare diritto
di cittadinanza. Mi chiedo, – argomenta l’on. Nucera - nella formazione delle
liste, dei cosiddetti listini, progetti e programmi, perché non si parla di
“Alta velocità ferroviaria” anche al Sud, di progetti complessivi per il
Mezzogiorno, mostrando maggiore attenzione verso le zone in assoluto
abbandonate come la locride, verso cui, a livello governativo, abbiamo più
volte ed insistentemente chiesto la definizione di uno specifico Decreto”.
“Credo
fermamente – ha ancora detto l’on. Giovanni Nucera – che il Mezzogiorno abbia bisogno di verità, di realismo,
di una visione lunga sul futuro, sui giovani. Soprattutto di un barlume di
speranza. E’ desiderio di tutti sentir parlare di ripresa, e non di debito
pubblico sempre più pesante o di pressione fiscale che opprime sempre più i cittadini onesti. Vogliamo
sentir parlare di politiche europee di
respiro solidale, dove i criteri di sussidiarietà e della solidarietà siano la direttrice
principale per aiutare veramente chi rimane indietro. Dove l’organizzazione amministrativa
dello Stato sia costruita sul lavoro e sulla valorizzazione della famiglia.
Dove le Università non perdano sempre più iscritti, a causa di decisioni che
cancellano di fatto il diritto allo studio per tutti, si deprime la ricerca,
l’innovazione tecnologica e, di conseguenza , le prospettive dei giovani”.
“La
politica degli slogan accattivanti e
delle battute di spirito, alla ‘Peppe Grillo’, non sarà mai in grado di
risolvere i gravi problemi di questo
Paese. Occorre, invece – spiega l’on. Giovanni Nucera - recuperare antichi
valori, quelli, per usare le parole del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, ‘di libertà e giustizia sociale’.
Gli stessi che guidarono, attraverso un articolato piano di sviluppo la
rinascita dell’Italia all’indomani della II guerra mondiale, e che videro
protagonisti disinteressati grandi statisti come De Gasperi, Fanfani, Dossetti,
Lazzati, Togliatti, Nenni e Saragat che seppero mettere in campo strumenti
straordinari per far rialzare l’Italia distrutta dalla guerra. Oggi la politica
si dimostra incapace, se non assente, nel risolvere i problemi della gente,
alimentando delusione e pessimismo, soprattutto tra i giovani”
“I
clamori e le rassicuranti manifestazioni della campagna elettorale finiranno
presto. Dopo si dovrà necessariamente affrontare il problema della
modernizzazione del Paese, della sua crescita e dell’unità nazionale tra i territori.
Tutto questo è “realpolitik” il cui significato è stato completamente
dimenticato da tutti i protagonisti di
questa competizione elettorale”.
“Il
cuore dei problemi del nostro Paese rimane il
Mezzogiorno, e la sua soluzione non è quella della Lega Nord che punta a
trattenere a tutto vantaggio del suo bacino elettorale gran parte delle
ricchezze prodotte dal settentrione. Una
prospettiva – Afferma Nucera - che alimenterebbe ulteriormente l’idea delle
‘due Italie’, in cui egoismo ed arroganza porterebbero all’ulteriore
marginalizzazione di una parte del Paese. Per questo ribadisco, ora più che mai
con forza, la necessità di promuovere
politiche solidali, in un rapporto più sincero e leale verso le categorie sociali, in primis, la
famiglia, nucleo fondante della comunità nazionale e
dell’economia italiana. Non è possibile pensare ad una società sana e forte se
non è fondata sulla famiglia che deve essere al primo posto nel programma di
qualsiasi formazione politica”.
Per fare tutto questo bisogna essere realisti e coraggiosi – conclude
Nucera - Qualità che non trovano spazio all’interno dell’attuale panorama
politico-elettorale. Forse, c’è ancora
la possibilità di cambiare strada per rendere migliore e più giusto questo grande e bellissimo Paese. Ma non resta molto
tempo. Soprattutto al Mezzogiorno.
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