Le indagini dei Carabinieri sulla cosca Iamonte hanno consentito di
confermare e documentare che la cosca, oltre a controllare il traffico di armi
e di sostanze stupefacenti nel territorio melitese, si era infiltrata
all’interno della pubblica amministrazione.
Le investigazioni hanno focalizzato l’attenzione
sulle attività della cosca ed hanno consentito di accertare che la potente
organizzazione criminale, con strumenti, condotte e dinamiche tipiche e
consolidate della criminalità organizzata:
- ha condizionato con il supporto di imprenditori, alcuni dei
quali ritenuti affiliati alla cosca IAMONTE e con la pesante e grave connivenza
degli amministratori locali, il regolare svolgimento delle gare d’appalto
bandite dai comuni del basso Jonio;
- ha monopolizzato le attività imprenditoriali nel settore
edilizio, sia pubblico che privato, attraverso il controllo di imprese locali e
più in generale è riuscita a condizionare tutte le attività produttive,
subordinando al proprio benestare e consenso l’inizio di qualunque attività
economica, attraverso il frequente ricorso alle varie pratiche estorsive: dal
pagamento del pizzo, all’imposizione delle forniture e della manodopera, fino
ad arrivare all’accettazione coatta, da parte di alcuni imprenditori, dell’estromissione
da gare di appalto e lavori in favore di imprese riconducibili alla cosca;
- ha gestito il traffico di armi e di stupefacenti, unitamente
ad esponenti di altri sodalizi criminali.
Contestualmente all’esecuzione del provvedimento
restrittivo, è stato eseguito un decreto di sequestro probatorio di quattro imprese (di cu una agricola e tre edili e di
produzione di calcestruzzo) riconducibili alle cosca IAMONTE, per un valore complessivo di 4 milioni di Euro
circa.
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